Bastion 36, spiegazione del finale: Mahmoudi e Antoine sono morti?

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Bastion 36 è un nuovo thriller d’azione francese disponibile su Netflix, caratterizzato da un’ambientazione cupa e un tono ultra-realistico. La trama segue l’agente di polizia Antoine Cerda, il quale rimane sconvolto dal fatto che i suoi ex colleghi vengano misteriosamente uccisi uno dopo l’altro, circa sei mesi dopo il suo trasferimento in un’altra unità. Sebbene il film si discosti leggermente dai soliti thriller d’azione superficiali, non introduce elementi realmente innovativi, risultando alla fine una visione nella media.

La trama di Bastion 36

Il film inizia in una trafficata zona di Parigi, dove un uomo di nome Mahmoudi beve un caffè in un bar prima di uscire e accendersi una sigaretta. Il suo comportamento attento e circospetto suggerisce che si aspetti qualcuno. In effetti, è pedinato da un’unità di polizia in borghese. Uno degli agenti, Vinny, segnala la sua presenza, mentre un altro, Walid, lo segue nella metropolitana. Mahmoudi, accorgendosi del pedinamento, riesce a eludere gli agenti e a salire su un taxi, dando il via a un frenetico inseguimento.

L’operazione, condotta sotto la direzione del capo dell’unità, Sami, coinvolge auto e motociclette civili, rendendo evidente a Mahmoudi che è seguito. Antoine, a bordo di una moto, lo insegue, ma non riesce ad arrestarlo: Mahmoudi minaccia di sparare in una zona affollata, costringendo l’agente a desistere.

Tornato al quartier generale dell’Anti-Squad, l’unità speciale di polizia incaricata di smantellare le bande criminali, Antoine e i suoi colleghi analizzano l’operazione fallita. Nonostante il fallimento, il loro obiettivo era solo quello di monitorare Mahmoudi, non di arrestarlo. Tuttavia, il loro superiore Charles li ammonisce per la pericolosità dell’intervento. Dopo il turno, Antoine si reca al covo di combattimenti illegali del suo amico Marcus, nonostante gli avvertimenti della sua compagna Hanna, anche lei parte dell’Anti-Squad. Quella notte, le cose sfuggono di mano e la polizia scopre il suo coinvolgimento nei combattimenti clandestini. Grazie al suo eccellente curriculum, Antoine evita la sospensione, ma viene trasferito alla stazione di polizia di Bobigny. Sei mesi dopo, riceve notizie degli omicidi dei suoi ex colleghi.

L’infanzia travagliata di Antoine

L’aggressività e l’inclinazione alla violenza di Antoine trovano origine nella sua infanzia difficile. Suo padre, spesso ubriaco, picchiava la famiglia, inclusa la madre, che non reagiva mai. Da adolescente, Antoine intervenne per proteggerla, evento che lo spinse a imparare a combattere con l’aiuto di Marcus. Questo legame lo rende incapace di allontanarsi dall’amico, nonostante sia consapevole che la sua partecipazione ai combattimenti illegali sia inaccettabile per un agente di polizia.

Antoine non solo assiste ai combattimenti, ma vi partecipa, sia per guadagnare denaro extra sia per aiutare Marcus a organizzare incontri interessanti. Tuttavia, una notte viene attaccato da alcuni avversari che vogliono “dare una lezione a un poliziotto”. Antoine reagisce con violenza, lasciandoli gravemente feriti, il che porta il suo superiore a richiamarlo. Pur sostenendo di aver agito per legittima difesa, il suo comportamento va contro l’etica della polizia. Dopo il trasferimento, Antoine si punisce partecipando a un combattimento in cui si fa deliberatamente picchiare, segno del suo profondo senso di colpa.

L’indagine privata di Antoine

Sei mesi dopo il trasferimento, Antoine viene contattato dal suo ex capo Sami, che lo informa dell’omicidio di Vinny. Antoine scopre che Vinny gli aveva lasciato un messaggio vocale, chiedendogli di ricontattarlo, ma il protagonista non lo aveva mai ascoltato. Poco dopo, un altro ex collega, Walid, viene trovato morto. La moglie di Richard Esteves, altro membro dell’unità, si presenta da Antoine preoccupata per la scomparsa del marito. Antoine scopre che Richard soffriva di ansia e stress ed era stato ricoverato in una clinica, dalla quale era misteriosamente scomparso.

Durante le indagini in Bastion 36, Antoine entra in contatto con Kristina, una donna legata a Richard, che chiede denaro in cambio di informazioni. Per ottenerlo, Antoine ruba 5.000 euro dalla stanza delle prove della polizia. Tuttavia, Kristina viene assassinata prima di poter rivelare qualcosa e Antoine rimane ferito in un attacco misterioso. Nel frattempo, viene ricattato dal criminale Wagner per abbandonare l’indagine. Tutto ciò lo porta a sospettare un complotto più grande.

Chi è il vero colpevole?

Si scopre che il capo dell’unità, Sami, ha stretto un accordo con Mahmoudi per lavorare per lui. Tuttavia, la squadra ha tentato di rubare due milioni di euro dalla banda di Mahmoudi, ma l’operazione è finita in tragedia quando Richard ha ucciso il nipote del criminale. Preso dal panico, Richard si è rifugiato in una clinica, mentre gli altri membri della squadra hanno iniziato a temere ritorsioni. Alcuni di loro volevano denunciare tutto alla polizia, ma Sami, per evitare che venisse scoperto il furto, ha iniziato a eliminare uno per uno i suoi ex colleghi, facendo sembrare gli omicidi opera di Mahmoudi.

Alla fine, Mahmoudi si vendica e attacca Sami, ma viene ucciso dal capo della polizia, Charles Balestra. Sami, resosi conto di non avere più via di scampo, si suicida. Antoine capisce che anche i vertici della polizia sono coinvolti: il denaro rubato non è mai stato recuperato e sembra evidente che Charles e Wagner ne abbiano approfittato. Tuttavia, prima che possa smascherare la corruzione interna, Antoine viene assassinato da un uomo con cui aveva combattuto in precedenza. Il finale lascia intendere che dietro la sua morte ci siano proprio Charles e Wagner.

Conclusione

Nel finale di Bastion 36, Antoine viene onorato come eroe e promosso postumo a commissario, mentre la verità sulla corruzione della polizia rimane nascosta. Il film cerca di offrire una narrazione realistica e complessa, ma finisce per risultare prevedibile e poco innovativo. Nonostante alcune buone sequenze d’azione e un protagonista tormentato, Bastion 36 non riesce a distinguersi davvero nel panorama dei thriller polizieschi.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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