Founders Day, diretto da Erik Bloomquist, è una commedia horror slasher ambientata nella cittadina americana di Fairwood, impegnata in una campagna elettorale che vede contrapposti il sindaco Gladwell e lo sfidante Harold Faulkner. Mentre gli adulti seguono la politica, gli adolescenti affrontano drammi personali. Melissa, figlia di Harold, vive una storia con Allison Chambers, ma la relazione sembra destinata a spezzarsi quando Allison deve trasferirsi a Raleigh. Una notte, però, Mellisa viene aggredita da uno sconosciuto mascherato vestito da giudice, che la uccide davanti agli occhi di Allison. Da quel momento, la comunità è scossa dalla presenza di un serial killer, mentre la tensione politica cresce.
Cosa accade in Founders Day
Adam, fratello di Melissa, è devastato dalla sua scomparsa. Profondamente legato alla sorella, cerca conforto in Allison, l’unica con cui riesce a parlare apertamente. Adam è tormentato anche dalla rottura con Lily, figlia del sindaco Gladwell, con cui aveva una relazione ostacolata dalla rivalità politica dei rispettivi genitori. Una notte, mentre Lily resta al teatro dopo una festa, viene aggredita e uccisa dal killer mascherato, che la sfigura brutalmente. Nel frattempo, Adam confessa ad Allison di aver lasciato Lily perché Melissa aveva scoperto che lo tradiva con un altro ragazzo.
Il giorno della Festa dei Fondatori, il corpo di Lily viene ritrovato e la città precipita nel caos. Poco dopo, il killer attacca altri giovani, tra cui Britt e Tyler, sorpresi a scuola. Allison, anch’essa nell’edificio, scopre Adam mentre indossa il costume del giudice e scrive sulla lavagna una delle note tipiche dell’assassino. Armato di martelletto, Adam la insegue, convinto che non gli resti altra scelta se non eliminarla. Ma Allison riesce a salvarsi grazie all’intervento del padre Thomas, che uccide Adam. La verità, però, è più complessa: Adam non era l’unico assassino. Allison era con lui quando Lily fu uccisa, quindi un altro complice doveva essere coinvolto.
La spiegazione del finale del film
La rivelazione avviene poco dopo, quando Allison si trova faccia a faccia con il vero burattinaio. Tornata a casa, Allison scopre che l’assassino era già lì ad aspettarla: si tratta di Melissa, creduta morta. La ragazza svela di aver orchestrato il piano dietro la maschera del giudice, spinta dall’odio verso il padre e dal desiderio di ribellarsi al controllo familiare e politico. Convinse poi Adam ad aiutarla dopo che lui scoprì il tradimento di Lily, spingendolo così a partecipare al piano omicida. Melissa confessa quindi di aver ucciso Lily, il sindaco Gladwell e infine il suo stesso padre, trasformando la sua vendetta personale in una carneficina.
Nonostante tutto, rivela ancora di provare amore per Allison e le chiede di tornare con lei, ma, di fronte al rifiuto, decide che deve uccidere sia lei che suo padre. Ma c’è un ulteriore colpo di scena: il vero manipolatore è il professor Jackson, insegnante e membro del consiglio scolastico. È lui ad aver spinto Melissa e Adam a compiere gli omicidi, approfittando del loro odio e delle loro fragilità. La sua ambizione era chiara: diventare sindaco di Fairwood. Uccidere solo i candidati alle elezioni sarebbe stato troppo sospetto, quindi orchestrò anche la morte di adolescenti per mascherare i delitti come opera di un serial killer casuale.
Nel finale, quando Melissa cerca di costringere Jackson a uccidere Allison, l’uomo si ribella e la attacca con il martelletto. In uno scontro sanguinoso, Allison riesce infine a sopraffare Melissa e a ucciderla. Jackson, invece, rivela di non avere intenzione di eliminarla e le offre una scelta: tacere e salvarsi, o rischiare tutto denunciandolo senza prove. Allison sceglie la sopravvivenza. Un anno dopo, è riuscita ad andare al college ed è diventata presidente dell’associazione studentesca, segno che l’esperienza le ha dato nuove capacità di leadership. Tuttavia, il trauma non l’ha abbandonata: i ricordi continuano a perseguitarla e una vita serena sembra impossibile.
Nel frattempo, il piano di Jackson ha avuto successo. Secondo le regole cittadine, il posto di sindaco vacante è toccato a lui, trasformandolo da insegnante di liceo ad affabile politico. Dietro le promesse elettorali, però, resta un uomo che ha sacrificato vite innocenti solo per ambizione personale. Melissa e Adam non erano altro che pedine, e lui non prova alcun rimorso per le loro morti. Il finale di Founders Day sottolinea così un messaggio amaro: il vero orrore non è soltanto il killer mascherato, ma la corruzione del potere e la manipolazione politica, capaci di sfruttare la fragilità delle persone per fini personali.
Cosa ci lascia il film Founders Day
Founders Day lascia dunque lo spettatore con una riflessione amara sulla manipolazione politica e sulla perdita di innocenza nelle comunità moderne. La violenza che travolge Fairwood non nasce solo dal fanatismo dei singoli, ma dall’opportunismo di chi sfrutta il caos per ottenere potere, come il signor Jackson. Il film mostra come la politica possa infiltrarsi persino nei rapporti più intimi, trasformando i giovani in pedine sacrificabili. Alla fine resta il messaggio che il potere corrotto, mascherato da leadership e promesse, spesso si alimenta delle fragilità altrui, lasciando cicatrici difficili da cancellare.