Nel finale di Il Professore e il Pinguino (The Penguin Lessons) di Peter Cattaneo, la storia giunge al suo momento più toccante e rivelatore. Dopo aver attraversato un percorso di crescita personale e morale, Tom Michell (interpretato da Steve Coogan) si trova a confrontarsi con la perdita del suo inseparabile compagno di viaggio, Juan Salvador, il pinguino che aveva salvato da una spiaggia devastata dal petrolio. Questa morte improvvisa, apparentemente semplice nella sua dinamica, racchiude invece il senso più profondo del film: l’incontro tra due esseri vulnerabili che, per un tempo limitato, si sono salvati a vicenda.
La scena del funerale di Juan Salvador, celebrata nel cortile della scuola davanti agli studenti e al personale, è girata con una compostezza quasi documentaria. Nessun eccesso di pathos, ma un dolore silenzioso, trattenuto, che riflette la natura del legame tra l’uomo e l’animale. Michell pronuncia poche parole, ma il suo discorso — semplice e diretto — diventa una lezione di vita: il pinguino è stato la prova che la gentilezza e la cura possono restituire senso anche quando tutto sembra perduto.
Dal libro alla realtà: la storia vera che ha ispirato il film
Come abbiamo approfondito nell’articolo
dedicato alla storia vera di Il Professore e il Pinguino, il film è tratto dal
memoir autobiografico di
Tom Michell, pubblicato nel 2015.
Nel libro, Michell raccontava realmente di aver salvato un pinguino
in Uruguay negli anni Settanta e di averlo portato con sé in
Argentina, dove insegnava in un collegio per ragazzi. Quel
pinguino, chiamato Juan
Salvador, divenne una sorta di mascotte, capace di unire
studenti e docenti e di restituire un senso di umanità in un
periodo storico complesso, segnato dal colpo di Stato e dalle
tensioni sociali.
Peter Cattaneo e lo sceneggiatore Jeff Pope hanno mantenuto la base reale del racconto, ampliandola però con elementi di finzione — come la figura di Sofia, la giovane attivista, e il trauma personale di Michell per la perdita della figlia — per esplorare un arco emotivo più ampio. Nel film, la storia del pinguino diventa un catalizzatore di redenzione, un simbolo di empatia in un mondo in cui la violenza politica e la disillusione personale sembrano prevalere.
La morte di Juan Salvador e la rinascita di Tom Michell
Il momento della morte di Juan Salvador segna la conclusione simbolica del percorso del protagonista. Michell, che fino a quel momento aveva represso il dolore per la perdita della figlia, riesce finalmente a elaborare il lutto. La cura per il pinguino — lavarlo, nutrirlo, proteggerlo — è stata una forma di espiazione inconscia, un modo per ridare valore alla vita e al contatto umano dopo anni di distacco e colpa. Quando il pinguino muore, non è soltanto una perdita: è la chiusura di un cerchio. Michell ha imparato ad amare di nuovo, a sentire compassione e a restare presente nel mondo, nonostante il dolore.
La regia di Cattaneo accompagna questo momento con toni sobri e colori desaturati: il cortile della scuola, il vento tra gli alberi, il rugby field in lontananza. È un’immagine di quiete, quasi spirituale. E mentre Michell pronuncia il suo elogio funebre, Sofia ricompare, viva ma segnata dalle torture subite. Il ritorno della ragazza, che rappresenta la gioventù argentina e il coraggio della libertà, fa da contrappunto alla morte del pinguino: uno se ne va, l’altra ritorna. È la vita che, nonostante tutto, continua.
Simbolismo e significato del finale
Il finale di Il Professore e il Pinguino è costruito come una catarsi emotiva e morale. Juan Salvador, nella sua innocenza, incarna la purezza e la lealtà che Michell aveva dimenticato. La sua morte non è una sconfitta, ma una liberazione: l’animale ha compiuto la sua funzione di guida, restituendo al protagonista la capacità di provare empatia.
Quando Sofia torna e si riunisce alla nonna Maria, Michell osserva la scena in silenzio. Non c’è bisogno di parole: quel momento di riconciliazione familiare riflette ciò che lui stesso ha ritrovato interiormente. Il film termina con Michell che guarda il campo di rugby dove ha seppellito Juan Salvador, mentre i ragazzi giocano. L’inquadratura si allarga, lasciando lo spettatore con un senso di pace e continuità: la vita non si ferma davanti al dolore, ma lo integra e lo trasforma.
Una lezione di umanità e resilienza
Attraverso il suo finale, Il Professore e il Pinguino racconta che la gentilezza non è mai un atto inutile. Anche un piccolo gesto — come salvare un animale sconosciuto — può cambiare radicalmente il corso di una vita. Michell non trova salvezza attraverso la fede o la logica, ma attraverso l’empatia. Il film si chiude dunque non con una tragedia, ma con una rinascita interiore: la consapevolezza che, per quanto breve o fragile, ogni legame autentico lascia un segno.
Peter Cattaneo costruisce così un finale sospeso tra realtà e poesia, fedele allo spirito del libro di Michell: una commedia umana che, dietro il sorriso, custodisce un invito profondo a prendersi cura degli altri — e di sé stessi.