Jungle: la spiegazione del finale del film

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Jungle, del 2017, è più di un thriller di sopravvivenza: è una straziante discesa nelle ultime riserve della mente quando l’esplorazione si trasforma in un incubo. Racconta cosa succede quando la fiducia viene tradita, quando la natura selvaggia non è solo uno sfondo ma una forza viva e vigile, sia unica compagna che nemica mortale. Basato sulla vera esperienza dell’avventuriero israeliano Yossi Ghinsberg (interpretato da Daniel Radcliffe), il film si muove sul filo del rasoio tra rivelazione e follia. Nella giungla, non è solo il tuo corpo a essere spinto al limite, ma anche il tuo senso della realtà.

La trama di Jungle

All’inizio degli anni ’80, Yossi Ghinsberg arriva in Bolivia con un sogno che sembra quasi troppo ingenuo per il terreno spietato dell’Amazzonia: sfuggire alle convenzioni, connettersi con qualcosa di più grande di lui. Quando incontra Karl Ruprechter, un carismatico austriaco che sostiene di conoscere un gruppo nascosto nel profondo della giungla, Yossi lo vede come la sua vocazione. Un’avventura. Uno scopo. Convince due nuovi amici, Marcus Stamm e Kevin Gale, a unirsi a lui. Sono scettici, soprattutto Kevin, ma l’entusiasmo di Yossi è contagioso.

E Karl? Karl sembra un uomo che sa quello che fa. Karl porta mappe, provviste e sicurezza. Conosce persino il nome di un villaggio, Asriamas, dove alla fine arrivano e dove Karl sembra stranamente familiare con la gente del posto. Ma l’illusione di credibilità è proprio questo: un’illusione. Si addentrano nella foresta. Non ci vuole molto prima che la realtà cominci a sgretolarsi.

Jungle cast

Cosa succede a Yossi, Kevin e Marcus quando la loro guida Karl rivela di essere l’anello debole?

La prima frattura appare sui piedi di Marcus, piaghe sanguinanti, vesciche infette, che diventano sempre più deboli di ora in ora. La giungla non richiede solo forza, ma punisce la debolezza. Yossi e Kevin iniziano a provare risentimento verso Marcus, che li rallenta. Ma c’è qualcosa di più grave del semplice disagio fisico. La facciata di Karl comincia a incrinarsi. Il suo temperamento esplode. La sua guida diventa irregolare. Il gruppo cerca di adattarsi. Costruiscono una zattera per scendere il fiume, un piano disperato per continuare a muoversi senza spingere Marcus oltre i suoi limiti. Funziona, finché non smette di funzionare.

Incontrano delle rapide, Karl va nel panico e poi arriva la rivelazione: Karl ha il terrore dell’acqua. Non sa nuotare. L’uomo che sosteneva di conoscere la giungla non è in grado di affrontare uno dei suoi elementi fondamentali. Kevin se ne accorge per primo. Quest’uomo è un impostore. E nel caos del fiume, tutto viene alla luce. Karl e Marcus se ne vanno a piedi. Yossi e Kevin continuano sul fiume, ma vengono separati quando la loro zattera si schianta contro una roccia. Kevin nuota verso la riva. Il fiume porta via Yossi. E proprio così, la giungla lo inghiotte completamente.

Si può sopravvivere quando si è completamente soli?

Yossi si sveglia da solo, senza attrezzatura, senza armi, senza una direzione. Nessuna mappa, nessun machete, nessun cibo. Solo alberi, fango, caldo e il ronzio opprimente di qualcosa di antico che lo osserva. I suoi giorni si confondono: dolore, fame, sanguisughe, allucinazioni. Vede una bella donna indigena che lo guida attraverso la foresta. La segue e le parla. Lei scompare.

Ma era davvero lì? Mangia uova crude da un nido. Viene attaccato dalle termiti. A un certo punto, affonda fino alla vita in una pozza di fango e rischia di annegare. La giungla è indifferente alle sue grida, alla sua stanchezza e ai suoi rimpianti. Ogni passo sembra l’ultimo. Perde la cognizione del tempo. Perde il senso di sé. Eppure continua ad andare avanti.

Jungle film

Il perché Yossi si è fidato di Karl nonostante tutti i segnali di allarme

Perché Karl rappresentava qualcosa che Yossi desiderava disperatamente: uno scopo. Le bugie di Karl erano avvolte dalla sicurezza e Yossi, giovane, ambizioso e senza obiettivi, voleva crederci. Ignorò le incongruenze. Trascurò il modo in cui Karl scaricava le provviste su di loro, controllava il ritmo e alla fine rivelò di avere paura dell’acqua. La fede cieca di Yossi non era in Karl. Era l’idea della grandezza attraverso il rischio. Quella cecità lo ha quasi ucciso.

Cosa succede davvero a Marcus e Karl?

Dopo che Karl e Marcus si addentrano nella foresta, non vengono più visti. Il film termina con la rivelazione che Karl era un criminale ricercato, noto per attirare i turisti in situazioni pericolose. Il fatto che Marcus scompaia con lui aggiunge un inquietante velo di incertezza. Karl ha abbandonato Marcus? Sono morti entrambi? O Marcus era solo una vittima collaterale di una truffa che Karl aveva già messo in atto in precedenza? L’ambiguità diventa un fantasma che Yossi non potrà mai seppellire del tutto, perché sopravvivere a volte significa lasciarsi delle persone alle spalle, senza mai sapere se sia stata la scelta giusta.

Perché Kevin continua a cercare quando tutti gli altri hanno rinunciato?

A differenza di Karl, Kevin non è spinto dall’orgoglio, ma dalla lealtà. Quando raggiunge la salvezza, non va avanti. Organizza missioni di ricerca, anche quando le autorità gli dicono che Yossi è probabilmente morto. Assume un barcaiolo locale e setaccia le rive del fiume. Questa lealtà diventa l’ancora di salvezza che riporta Yossi indietro dal baratro. È in netto contrasto con la fiducia tossica che Yossi riponeva in Karl. Kevin rappresenta il tipo di legame che non si basa sul carisma, ma sulla cura.

Daniel Radcliffe in Jungle

La spiegazione del finale del film: quale prezzo paga Yossi per la verità?

Yossi viene finalmente ritrovato, vivo ma in fin di vita. Kevin, contro ogni previsione, lo tira fuori dalla riva del fiume. È scomparso da tre settimane. Dovrebbe essere morto. Ma in qualche modo non lo è. E la sopravvivenza, in questa storia, non è un trionfo eroico. È una rinascita attraverso il dolore. Il film si chiude con le foto reali dell’autentico Yossi Ghinsberg, insieme a un cartello che rivela la vera identità di Karl come ricercato. Marcus non è mai stato trovato. La giungla ha mantenuto il suo segreto. Ma Yossi? Ha continuato a costruirsi una nuova vita.

La sua esperienza diventa un libro di memorie, un monito, una leggenda. La giungla lo ha cambiato non solo nel corpo, ma anche nello spirito. La vera storia non riguarda la fuga, ma il momento in cui ha capito che nessuno sarebbe venuto a salvarlo e ha deciso comunque di sopravvivere. “Jungle” parla in definitiva dell’istinto umano di trovare un senso nel caos e della natura terrificante dell’essere completamente soli.

Si chiede cosa succede quando la maschera della civiltà cade e devi confrontarti con te stesso nella natura selvaggia. Le cicatrici di Yossi non sono solo fisiche. Sono morali. Ha fatto delle scelte, alcune impulsive, altre egoistiche, altre fatali. Ma ha anche scoperto una verità più profonda: che la sopravvivenza non riguarda la forza o la strategia. Riguarda lo spirito. E a volte, per ritrovare finalmente se stessi, è necessario perdersi in mezzo al nulla.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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