La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone è il terzo capitolo della celebre saga avventurosa iniziata nel 1999 con La Mummia e proseguita nel 2001 con La Mummia – Il ritorno. Diretto da Rob Cohen, il film abbandona le sabbie egiziane per spostarsi nell’antica Cina, offrendo al pubblico una nuova ambientazione, nuove leggende e una mummia dal volto completamente diverso. Brendan Fraser torna nei panni dell’intrepido Rick O’Connell, mentre il personaggio di Evelyn ha il volto di Maria Bello, che sostituisce Rachel Weisz. Con un tono ancora più spettacolare e azioni mozzafiato, il film tenta di rinnovare la formula mantenendo lo spirito di avventura classico che ha reso la saga un cult del cinema popolare.
Uno degli elementi più interessanti del film è il modo in cui fonde elementi fantastici con leggende e figure realmente esistite della cultura cinese. La mummia questa volta è quella dell’Imperatore Qin Shi Huang, interpretato da Jet Li, sovrano bramoso di potere che, dopo aver conquistato buona parte del mondo conosciuto, viene maledetto insieme al suo esercito da una potente strega (Michelle Yeoh). L’introduzione del figlio di Rick ed Evelyn come nuovo protagonista d’azione mostra inoltre la volontà di dare un respiro più generazionale alla saga, anche se i cambiamenti non sono stati accolti in maniera unanime dai fan della prima ora.
Nel corso di questo approfondimento, si andrà ad analizzare in particolare quanto di vero ci sia dietro alla figura dell’Imperatore Dragone e in che modo il film prenda ispirazione dalla reale storia dell’Imperatore Qin Shi Huang, noto per aver unificato la Cina e per essere stato sepolto con il celebre esercito di terracotta. Sebbene il film prenda molte libertà narrative e inserisca elementi completamente fantastici, il contesto storico e archeologico che lo ispira è affascinante e merita un’analisi più attenta.
La trama di La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone
Il film si apre nell’antica Cina del III secolo a.C. Qui l’imperatore Qin shi Huang, un signore della guerra brutale e tirannico servito da un esercito di diecimila guerrieri, ricorre alla magia dei signori dell’occulto per ampliare i suoi domini. All’ambizioso e spietato Han vengono però concessi i poteri elementali, mentre il tiranno brama l’immortalità ad ogni costo. Per questo invia suoi due fedelissimi a cercare la maga Yuan che pare conosca il segreto della vita eterna. Purtroppo per lui la sua crudeltà sarà anche la sua rovina, la maga cercherà di fermarlo e lancerà una maledizione su Huang che sarà tramutato in una statua di terracotta insieme al suo esercito.
La storia vera a cui ispira il film
Il film La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone si ispira a una delle figure storiche più affascinanti della Cina antica: Qin Shi Huangdi, il primo imperatore dell’impero unificato cinese. Nato nel 259 a.C., salì al trono a soli 13 anni come re dello stato di Qin, ma fu solo nel 221 a.C. che, dopo aver conquistato tutti gli altri regni rivali, si proclamò Imperatore della Cina. La sua ascesa segnò la fine del periodo degli Stati Combattenti e l’inizio di una nuova era sotto un governo centralizzato. Qin Shi Huangdi fu un riformatore ambizioso, promotore della standardizzazione della scrittura, delle monete e delle unità di misura, ma anche un sovrano autoritario che reprimette duramente il dissenso e ordinò la distruzione di testi storici e filosofici non conformi alla sua visione.
Il progetto più celebre legato alla figura dell’imperatore è senza dubbio la costruzione del suo imponente mausoleo nei pressi dell’attuale Xi’an, nella provincia dello Shaanxi. Secondo le cronache antiche, l’edificazione della tomba iniziò non appena Qin salì al trono e coinvolse centinaia di migliaia di lavoratori per decenni. Al suo interno, si dice che fosse stato ricreato un mondo sotterraneo in miniatura, completo di fiumi di mercurio e trappole per proteggere il sovrano anche nell’aldilà. Tuttavia, il cuore del mistero rimane il leggendario Esercito di Terracotta, scoperto casualmente nel 1974 da alcuni contadini intenti a scavare un pozzo.
L’Esercito di Terracotta è composto da oltre 8.000 statue a grandezza naturale tra guerrieri, arcieri, carri e cavalli, disposte in formazione militare e realizzate con un livello di dettaglio sorprendente. Ogni soldato ha tratti unici, come se fosse stato modellato a partire da una persona reale. Questo straordinario esercito non era solo simbolico, ma rappresentava la convinzione dell’imperatore di poter continuare a governare anche dopo la morte, difeso da una forza immortale. L’enorme complesso funerario, ancora oggi solo parzialmente esplorato, è considerato uno dei ritrovamenti archeologici più importanti del XX secolo.
Nel film, la figura di Qin Shi Huangdi viene invece trasformata in un sovrano assetato di potere e magia, maledetto per la sua brama di immortalità insieme al suo esercito, che viene così trasformato in terracotta. Sebbene la narrazione cinematografica prenda dunque molte libertà artistiche rispetto alla realtà riguardanti Qin Shi Huangdi, il mito dell’imperatore e del suo esercito sotterraneo continua ancora oggi esercitare un forte fascino, alimentando il confine tra storia, leggenda e fantasia.