Lo strangolatore di Boston: la terrificante storia vera

Il film sullo Strangolatore di Boston è da ieri disponibile su Disney+: ecco la terribile storia vera del killer che terrorizzò la città.

I contenuti audiovisivi sui serial killer sono oggiggiorno molto popolari: un sondaggio ha rivelato che quasi due terzi degli adulti americani (e quasi l’80% dei millennial) ne sono fan. Lo Strangolatore di Boston di Hulu sarà sicuramente l’ultimo della lista dei film del genere da vedere, disponibile su Disney+ per l’Italia dal 17 marzo 2023. Il famigerato assassino ha in gran parte evitato di essere oggetto di contenuti mediatici e, infatti, l’unico progetto sul caso degno di nota è stato il film The Boston Strangler del 1968, con Tony Curtis e Henry Fonda.

È interessante notare che l’uomo dietro i “Silk Stocking Murders” resta in qualche modo nell’ombra anche in questo progetto, che si concentra principalmente sulle giornaliste Loretta McLaughlin (Keira Knightley) e Jean Cole (Carrie Coon) e su come hanno lottato per informare le donne di Boston attraverso una serie di articoli sull’assassino. Ma chi si nascondeva effettivamente dietro questo terrificante soprannome? Scopritelo con noi in questo articolo.

2Il coinvolgimento di Loretta McLaughlin nella vicenda

Un articolo di Loretta McLaughlin e Jean Cole sullo Strangolaltore di Boston
 

La McLaughlin, protagonista del film in uscita, entrò nella storia del serial killer nel 1962. I primi quattro omicidi attirarono l’attenzione della McLaughlin, che notò che c’era un collegamento oltre ai macabri fiocchi intorno al collo delle vittime: tutte e quattro le donne portavano occhiali da vista, amavano la musica classica e avevano legami con un ospedale locale. Dopo aver fatto coppia con Cole, le due hanno iniziato a diffondere i dettagli nella comunità, avvertendo le donne di Boston e dei dintorni di stare all’erta.

McLaughlin e Cole, che insieme hanno inventato il soprannome “Lo Strangolatore di Boston“, finiranno per scrivere 29 articoli in totale sullo Strangolatore di Boston, le sue vittime, lo schema dell’assassino e gli aggiornamenti sulle indagini della polizia. Il percorso è stato difficile, con un redattore del Boston Record American che contestava l’utilità di pubblicare una serie sulla morte di “nessuno” e il sessismo dilagante nel settore che poneva continui ostacoli al loro operato.