Low Tide, film del 2019 scritto e diretto da Kevin McMullin, è un thriller indipendente che mescola atmosfere da racconto di formazione con tensioni da noir adolescenziale. Ambientato in una cittadina costiera del New Jersey durante un’estate afosa e sospesa nel tempo, il film racconta la storia di un gruppo di ragazzi che, tra furti occasionali e giri loschi, si imbatte casualmente in un tesoro nascosto. La scoperta innesca una spirale crescente di sospetti, tradimenti e violenza che mette alla prova i legami di amicizia e le regole morali di un gruppo già fragile e instabile.
Con una regia misurata e attenta ai dettagli, McMullin costruisce un racconto che si regge su atmosfere dense, paesaggi crepuscolari e dialoghi asciutti. I protagonisti, adolescenti ai margini della legalità, si muovono in un contesto familiare disfunzionale e in una comunità che sembra abbandonata a se stessa, dove gli adulti sono assenti o inefficaci. Il film affronta temi classici del coming of age – la fine dell’innocenza, la lealtà, il desiderio di fuga – e li rielabora in chiave tesa e oscura, lasciando emergere un realismo quasi brutale nelle dinamiche tra i personaggi. Il tono è sospeso tra il dramma psicologico e il thriller, con richiami a opere come Stand by Me e Mud, ma con un’anima più cupa e disillusa.
Low Tide ha ricevuto consensi per la sua scrittura solida e per le interpretazioni convincenti, in particolare quelle dei giovani protagonisti. Ma il vero punto di forza del film è la sua capacità di trasformare una semplice caccia al tesoro in un’esplorazione morale della crescita e del tradimento. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo nel dettaglio il finale del film, svelando come si conclude il conflitto tra i personaggi e quale significato lascia dietro di sé questa storia apparentemente semplice ma fortemente simbolica.
La trama di Low Tide
Il film ha per protagonisti un gruppo di adolescenti formato da Alan (Keean Johnson), suo fratello minore Peter (Jaeden Martell) e i loro amici Red (Alex Neustaedter) e Smitty (Daniel Zolghadri). Insieme, trascorrono le calde giornate svaligiando le case dei ricchi che si trovano lì per le vacanze. Sono piccoli furti che permettono loro di scorrazzare per il luna park e uscire con le ragazze.
Una notte, però, entrano in una vecchia casa isolata e lì, Alan e Peter trovano un sacco pieno di monete d’oro. I due fratelli non diranno nulla agli altri componenti del gruppo, tenendo il tesoro per sé. Red, il leader della banda, ha però dei sospetti ma nessuno sa che in realtà quel bottino nasconde un segreto e ben presto la polizia si metterà sulle loro tracce. Per loro, avrà così inizio un’avventura inaspettata.
La spiegazione del finale
Nel terzo atto di Low Tide, la tensione tra i protagonisti raggiunge il punto di rottura. Il segreto riguardante la scoperta del sacchetto di monete d’oro non regge a lungo, i sospetti crescono e l’amicizia tra i quattro amici si sgretola rapidamente. Red, il più instabile del gruppo, si convince che Alan lo abbia tradito, e la loro rivalità esplode in un confronto carico di tensione e minacce. Le dinamiche del potere e della fiducia vengono così stravolte, e i legami affettivi si trasformano in paura e autodifesa. La svolta definitiva arriva quando Alan decide di agire in modo autonomo e proteggere non solo sé stesso, ma anche il fratellino Peter, dalla spirale di violenza innescata da Red.
In una mossa decisiva, lo uccidono quando questi tenta di ucciderli. Gettano poi il suo corpo nell’oceano e hanno ancora le monete d’oro con loro. Mary, intanto, convince la sua famiglia a non sporgere denuncia contro di loro per il furto. Tuttavia, il finale è amaro: Peter è traumatizzato dall’uccisione di Red, il rapporto di Alan con Mary è probabilmente distrutto dopo essere stato messo a dura prova e i fratelli potrebbero avere difficoltà a evitare i sospetti della polizia. Per quanto riguarda Smitty, ci sono invece accenni al fatto che potrebbe voltare pagina e lasciarsi alle spalle quella brutta vicenda.
Il finale di Low Tide racchiude dunque in sé la sintesi dei temi principali del film: la perdita dell’innocenza, la tensione tra lealtà e sopravvivenza, e il difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Alan, inizialmente parte di un gruppo in cerca di adrenalina e appartenenza, comprende progressivamente che per proteggere chi ama e avere una possibilità di futuro, deve tradire le regole non scritte della fratellanza. La sua reazione nei confronti di Red non è solo fisica, ma anche simbolica: è l’uscita definitiva da un mondo tossico, dominato da un maschilismo aggressivo e dalla violenza latente.
Nel congedarsi da quel microcosmo degradato, Alan compie l’unico atto davvero morale del film: abbandonare ciò che lo legava a un’identità precaria e scegliere di costruirne una nuova. Il finale, pur lasciando aperte alcune domande, non cerca la consolazione facile. Al contrario, sottolinea che ogni crescita comporta un costo, e che diventare adulti significa spesso fare scelte dolorose, rinunciando a legami pur di affermare un principio. In questo senso, Low Tide è un racconto di formazione atipico e spietato, che rifugge ogni romanticismo e ci restituisce un ritratto lucido e malinconico del passaggio alla maturità.