
Una scala reale di prim’ordine concorre quest’anno agli Academy Awards per aggiudicarsi la statuetta riservata alla migliore attrice non protagonista. Tra giovani scoperte di Hollywood e veterane mai arrivate così in alto, la categoria “minore” riservata alle attrici sembra una delle più avvincenti e interessanti per gli Oscar 2016. Chi sarà la regina incontrastata che stringerà l’omino dorato e avrà la possibilità di sfoderare il suo discorso di ringraziamento sul palco del Dolby Theatre durante la notte del 28 febbraio?
La scelta è quanto mai ardua, tra cuore, testa, sguardi timidi, forza di volontà e occhi lividi; senza dubbio l’Academy saprà assegnare un premio che, in tutti e cinque i casi, sarà più che mai meritato.
Bella di una bellezza dura
ma affascinante e alla sua prima nomination agli Oscar,
Jennifer Jason Leigh è stata premiata per il suo
ruolo, l’unico femminile, in The Hateful
Eight di Quentin Tarantino. E si sa
che i ruoli di donna che scrive il regista di Kill
Bill sono sempre assegnati ad attrici di un certo
talento e dal carisma indiscusso. Così come dimostra la Leigh che,
sotto le sferzanti botte del personaggio di Kurt
Russell, nel film, non perde mai un colpo, tenendo testa
al cast di giganti che si trova di fronte, tra cui figurano
Bruce Dern, lo stesso Russell, Samuel L.
Jackson, al fianco di Tim Roth e
Demiàn Bichir. La sua Daisy Domergue è
sfrontata, divertita e spietata, perfetta rappresentazione di un
film di Quentin.
Dalla Svezia con furore, è
proprio il caso di dirlo. Se esiste una scoperta di Hollywood
dell’ultimo anno, questa è l’eterea Alicia
Vikander, diventata “famosa” prima per la sua love story
con Michael Fassbender e poi balzata agli onori
della cronaca per la sua sorprendente bravura. Il suo fascino
delicato e la sua bellezza da folletto dei boschi del nord
spariscono completamente dietro ai suoi ruoli, che si tratti di
un’androide doppiogiochista, di una spia sotto copertura o, come
nel caso del ruolo che le ha regalato la sua prima nomination agli
Oscar, di quello di una donna innamorata e moderna, estremamente
forte, un fiore d’acciaio capace di sopportare e supportare le
sfide che gli sono state poste davanti dalla vita. Gerda
Wegener, pittrice realmente esistita, moglie di Einar
Wegener, il primo transessuale della storia, prende vita,
anima e sentimenti in Alicia, vero e proprio gioiello di
The Danish Girl di Tom
Hooper. È lei la vera protagonista capace, con la sua
grazia e la sua forza, di oscurare persino il blasonato partner
sullo schermo, Eddie Redmayne.
Esplosa, letteralmente, con
Millennium Uomini che Odiano le donne,
con cui conquistò la sua prima nomination agli Academy Awards,
Rooney Mara non poteva scegliere ruolo più diverso
per tornare a spiccare tra le cinque attrici non protagoniste (in
teoria) migliori degli ultimi dodici mesi di cinema. In realtà, il
suo ruolo di Therese, che le è valso una nomination ai
Golden Globes nella categoria di migliore attrice drammatica al
fianco della sua co-star Cate Blanchett, meritava
di concorrere tra le protagoniste, ma probabilmente per avere
maggiori probabilità di candidatura, la produzione ha scelto di
proporla per la migliore non protagonista, scelta premiata dalla
nomination. Ebbene, la dolce Mara non ha nulla da invidiare alle
sue colleghe della categoria principale, così come la sua
Therese non ha nulla da invidiare alla sontuosa
Carol di Cate Blanchett
nel film di Todd Haynes. Timida ma decisa, la
donna incarnata da Rooney sullo schermo mette in evidenza,
esaltando i tratti somatici estremamente delicati della donna, le
straordinarie doti dell’attrice. Un ruolo particolarmente felice
nell’esecuzione e altrettanto difficile nella resa, ma che la
grazia della Mara è riuscito a trasformare in una persona in carne
e ossa con cui lo spettatore può condividere la paura, la ricerca
di se stessi, la sofferenza e infine la scelta.
Finalmente
Hollywood si è accorto di lei, e anche l’Academy che, dopo tanti
ruoli sempre di alto livello, anche in film non eccelsi, l’ha
nominata per Il Caso Spotlight, film di
Tom McCarthy nominato a 6 premi Oscar e trai
favoriti alla corsa a miglior film. Lei è Rachel
McAdams, trai sorrisi più splendenti del grande schermo e
tra le attrici più dotate della sua generazione. Rachel è stata
scelta per interpretare Sacha Pfeiffer, una giornalista
del Boston Globe, una donna volitiva e priva di fronzoli, un
personaggio carismatico, come la sua interprete. Sempre più spesso
la McAdams sceglie ruoli che non ne esaltano la femminilità ma solo
le doti di interprete e forse proprio per questo riesce sempre a
centrare l’obbiettivo, con una presenza scenica notevole,
nonostante la corporatura minuta e un piglio deciso, senza mai
perdere la dolcezza di Rachel, che ne caratterizza la persona.
Anche in questo caso l’attrice de Le Pagine della
Nostra Vita consegna al pubblico un’interpretazione
solida e di valore, premiata con la nomination, e forse, con la
vittoria durante la Notte delle Stelle.
Kate Winslet è la
migliore. Non solo perché a 40 anni è più bella di quando ne aveva
20, non solo perché è contraria alle diete, al photoshop e a ogni
artificio che ne falsifichi l’apparenza, non solo perché è
l’immagine della donna comune che si sublima sul grande schermo, ma
perché, oggettivamente, non sbaglia un colpo. Affiancata da
Michael Fasbender in Steve
Jobs di Danny Boyle, la Winslet si
presta a interpretare Joanna Hoffman, l’assistente del
fondatore della Apple. Come Sacha Pfeiffer di
Spotlight, anche Joanna vive e sopravvive
in un mondo di uomini, è una donna tenace e volitiva, e come la
McAdams, Kate fa un lavoro egregio, puntellando con espressioni,
smorfie e movimenti calibrati ogni riga della straordinaria
sceneggiatura che Aaron Sorkin ha scritto per il
film. Splendente di quella luce che solo la consapevolezza e la
sicurezza di sé possono regalare, Kate Winslet si
avvia alla serata degli Oscar 2016 con le carte vincenti, con la
mano migliore e probabilmente andrà a vincere il suo secondo
Academy Awards.
Non c’è classifica che possa qualificare il talento, non c’è bilancia che possa pesare l’arte, ma senza dubbio queste cinque diverse e magnifiche donne sono un ottimo campione di eccellenza nel mondo della recitazione. Chiunque di loro vinca alla fine, nulla toglierà alle altre quattro il merito di aver consegnato al mondo uno splendido esempio di donna, di interpretazione, di arte.