The Hurt Locker: la storia vera dietro il film

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The Hurt Locker è uno dei titoli più significativi nella filmografia di Kathryn Bigelow, nonché il film che ne ha definitivamente consacrato il talento a livello internazionale. Uscito nel 2008 e scritto dal giornalista e sceneggiatore Mark Boal, il film segna una svolta nella carriera della regista, già nota per aver diretto opere cult come Point Break e Strange Days. Con The Hurt Locker, Bigelow si confronta infatti per la prima volta in modo diretto con il genere bellico, adottando uno stile realistico e asciutto, lontano dalle convenzioni spettacolari tipiche di molti war movie hollywoodiani. La regista si concentra invece sul microcosmo umano e psicologico dei soldati impegnati nella guerra in Iraq, rinunciando a un’impostazione ideologica per immergere lo spettatore nella tensione quotidiana e nei gesti minimi della sopravvivenza.

Il film segue una squadra di artificieri dell’esercito americano e, in particolare, il sergente William James (interpretato da Jeremy Renner), il cui comportamento spericolato e borderline mette in crisi l’equilibrio del gruppo. La guerra viene raccontata come esperienza soggettiva, viscerale e destabilizzante, un luogo di alienazione ma anche di dipendenza emotiva. Questo approccio ha avvicinato The Hurt Locker a film come Platoon, Full Metal Jacket, Jarhead o American Sniper, pur distinguendosi per uno sguardo più ravvicinato e intimo, quasi documentaristico. Bigelow sceglie una messa in scena nervosa, fatta di camera a mano, ritmo frammentato e assenza di musica invadente, che contribuiscono a costruire una tensione costante, quasi soffocante.

Il successo del film è stato straordinario: vincitore di sei premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Regia – con Bigelow prima donna a ottenere questo riconoscimento – The Hurt Locker è stato acclamato per la sua capacità di rinnovare il genere bellico e di offrire una riflessione potente sulla guerra moderna. Proprio in virtù della sua autenticità e del suo stile realistico, molti spettatori si sono chiesti se il film sia basato su una storia vera. Nei prossimi paragrafi risponderemo a questa domanda, analizzando l’origine del soggetto e il legame tra realtà e finzione nel film.

Jeremy Renner e Anthony Mackie in The Hurt Locker
Jeremy Renner e Anthony Mackie in The Hurt Locker. Foto di © 2008 Summit Entertainment.

La trama di The Hurt Locker

La vicenda del film si svolge in Iraq, dove un gruppo di artificieri dell’esercito americano si trova a svolgere vari compiti al fine di preservare la sicurezza del luogo loro assegnato. Ognuno di loro è addestrato per affrontare qualsiasi tipo di pericoloso, gestendo lo stress e la paura che da questi possono generarsi. A capo dell’unità di soldati protagonisti vi è il sergente Will James. Questi, insieme ai compagni Sanborn ed Eldrige si destreggiano in operazioni incentrate sul disinnescare le numerose mine disseminate in tutto il territorio. Tra le opposizioni dei civili e gli affetti rimasti negli Stati Uniti, la loro esistenza risulta essere tutt’altro che tranquilla.

I tre uomini sanno bene che ogni loro missione potrebbe essere l’ultima e che un loro errore potrebbe costare la vita a più uomini di quanti se ne potrebbe immaginare. Le vite di questi soldati sono letteralmente appese ad un filo, costrette a ripetersi attraverso ordini e compiti sempre uguali. Sarà in questo contesto di malsana routine che inizieranno a riflettere sul senso delle loro azioni e su ciò che stanno lasciando alle loro spalle. L’assenza di un vero obiettivo è ciò che sembra turbarli di più, ma missione dopo missione capiscono anche di essere ormai assuefatti da quell’ambiente. Il verificarsi di una serie di incidenti li costringerà ancor di più a confrontarsi con questa realtà.

La storia vera dietro il film

Il film si apre con una citazione del giornalista e corrispondente di guerra Chris Hedges: “L‘adrenalina della battaglia è spesso una dipendenza potente e letale, perché la guerra è una droga”. Alla fine del film, sono proprio le situazioni di vita o di morte l’unica cosa che può far sentire il protagonista ancora vivo, in quanto la guerra è l’unica cosa che conosce. Si tratta dunqe di una storia incredibilmente potente e straziante, con un finale altrettanto tragico e futile. Dopo averlo visto, non si può dunque fare a meno di chiedersi se la storia di James in The Hurt Locker sia basata sulle esperienze di una persona reale. E, in un certo senso, lo è.

Secondo un articolo del 2009 del New Yorker, il giornalista/sceneggiatore/produttore cinematografico Mark Boal ha modellato la sceneggiatura del film su un articolo di Playboy che aveva scritto sulle sue esperienze di osservazione di una vera unità EOD a Baghdad nel 2004. Ha partecipato alle missioni quotidiane con la squadra e in seguito ha dichiarato: “Mi sono reso conto che se ci fosse stato un modo per riprodurre l’ambiente della guerra, anche a un livello molto basilare, solo le immagini e i suoni, sarebbe stato rivelatore per le persone”. Con The Hurt Locker, ha fatto proprio questo.

The Hurt Locker cast
Jeremy Renner in The Hurt Locker. Foto di © 2008 Summit Entertainment.

Pur non essendo basato su una persona reale o una specifica vicenda realmente accaduta, il film con Jeremy Renner è un resoconto veritiero di quello che vivono molti soldati, ispirato dalle esperienze di guerra che Boal aveva percepito negli altri durante il suo soggiorno in Iraq.Ma, nonostante ciò, la realizzazione del film ha anche incontrato una serie di problemi. È stato ampiamente documentato che il sergente Jeffrey Sarver, un vero artificiere dell’esercito che Boal aveva intervistato mentre era all’estero, ha tentato di citare in giudizio i produttori di The Hurt Locker nel 2010 per aver presumibilmente utilizzato la sua immagine nella creazione del personaggio di James.

È stato anche riportato, da fonti come ABC News, che Sarver ha inoltre affermato di aver coniato la frase del titolo del film e di aver usato il nome in codice “Blaster One” mentre prestava servizio in guerra, lo stesso nome in codice che James usa nel film. Alla fine, i produttori del film hanno avuto la meglio e la causa intentata da Sarver contro il film di guerra basato su una storia parzialmente vera è stata respinta e archiviata nel 2011. Indipendentemente dall’opinione che si possa avere sulla questione della causa, The Hurt Locker è un film innegabilmente efficace, allo stesso tempo inquietante e commovente.

Come ogni film di guerra, nel corso degli anni ha suscitato critiche da parte dei veterani per il modo in cui alcuni dei suoi temi sono stati rappresentati. Tuttavia, l’opera esamina gli effetti psicologici della guerra da una prospettiva leggermente diversa da quella comunemente rappresentata, affrontandola dal punto di vista della dipendenza dall’adrenalina e dal caos. Che il film piaccia o meno agli spettatori, la sua storia inquietante rimane impressa nella mente a lungo dopo la fine dei titoli di coda.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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