Aftersun: la regista Charlotte Wells e l’attore Paul Mescal presentano il film

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Nel Fuori Concorso di Alice nella Città, la sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema di Roma è stato presentato Aftersun, film acclamato a livello internazionale che ha avuto la sua prima presentazione al 75° Festival di Cannes, nel programma della Semaine de la Critique. Protagonista del film è Sophie, una donna che a distanza di vent’anni si ritrova a ripensare ad una vacanza trascorsa in Turchia con suo padre Calum. Tra ricordi reali e immaginari, nostalgia e paure, Sophie cerca di riconciliare l’uomo della propria memoria con colui che non ha mai effettivamente conosciuto.

 

A presentare il film a Roma ci sono la regista e l’attore interprete di Calum. Lei è Charlotte Wells, filmmaker scozzese indicata come una delle grandi promesse del cinema indipendente e qui al suo film d’esordio. Lui, invece, è Paul Mescal, divenuto celebre a livello internazionale per aver interpretato Connell nella serie Normal People. Pur se non fisicamente insieme all’Auditorium Parco della Musica, in quanto Mescal per problemi personali si è potuto collegare solo virtualmente, i due hanno dunque raccontato qualcosa di più su Aftersun, svelandone retroscena e intenti.

“Aftersun è idealmente la prosecuzione di un mio cortometraggio intitolato Tuesday, – esordisce spiegando la regista – che analizzava gli stessi temi, ovvero la ricerca del senso del dolore. La struttura della storia di questo giovane e figlia in vacanza era inizialmente molto più tradizionale. Quando poi ho capito di voler raccontare il tutto dal punto di vista di Sophie è allora subentrato l’elemento della memoria e quindi più inserivo miei ricordi personali, più ottenevo uno sguardo retrospettivo, divenuto assolutamente imprescindibile dalla storia in sé. Il ricordo ci permette di soffermarci con più attenzione su alcuni dettagli del passato a cui magari sul momento non avevamo fatto caso”.

La ricerca dei giusti interpreti

La regista passa poi a parlare di come abbia scoperto la giovane Frankie Corio, l’attrice che interpreta Sophie da bambina. “Una cosa che abbiamo appreso la nostra protagonista, è che cercavamo di dar vita ad un personaggio che fosse in quel momento critico della transizione dall’infanzia all’adolescenza. Ci siamo resi che la stessa cosa doveva valere anche per l’interprete che avrebbe assunto il ruolo. Abbiamo incontrato Frankie dopo un processo di casting durato sei mesi. Abbiamo cercato quanti più attori bambini possibile attraverso alcuni gruppi appositi su Facebook e in uno di questi c’era lei”.

“Quando è stata selezionata per sostenere un audizione dal vivo, io cercavo semplicemente un’attrice che riuscisse ad essere il più naturale possibile, ma lei è stata molto di più. Ci ha stupiti tutti con il suo carisma, la sua curiosità e il suo essere così naturalmente spontanea e divertente. Sapeva entrare in vari stati emotivi senza che questi finissero per dominarla. Per preservare tutto ciò, non le abbiamo mai dato l’intera sceneggiatura del film, ma le dicevamo di volta in volta cosa sarebbe successo”.

“Per quanto riguarda Paul, egli è un po’ più giovane del suo personaggio, – spiega la regista – ma lo avevo visto recitare in Normal People e lo trovavo magnetico, ricco di un fascino e un calore che sarebbero stati perfetti per il personaggio e per raccontare in modo romantico i demoni che si porta dentro”. “Sono rimasto subito colpito dal personaggio di Calum, – aggiunge poi Paul Mescal in particolare mi ha interessato il suo conflitto tra l’essere un ottimo padre e quei momenti bui in cui invece si trova in difficoltà, a lottare con una forma di depressione che neanche lui comprende fino in fondo”.

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Raccontare il complesso rapporto tra padre e figlia

“Questa è stata la prima volta che interpretavo un padre, – continua poi Mescal – ed è stato incredibilmente difficile ma allo stesso tempo ti dà una soddisfazione incredibile. Ha cambiato davvero il mio modo di lavorare come attore, perché ho sentito una forte responsabilità nei confronti di Frankie, si è sviluppato un senso di protezione nei suoi confronti e ciò che facevamo si rifletteva nell’altro. Abbiamo avuto molto tempo da poter passare insieme, conoscendoci meglio e facendo varie attività. Credo che se il rapporto tra i due personaggi nel film appaia così forte sia anche per l’amicizia che è spontaneamente nata tra di noi”.

“Il mio obiettivo era quello di raccontare il dolore che deriva dalla separazione e degli sforzi che si fanno per conservare un legame spezzato, – spiega la regista, concludendo l’incontro – che se nonostante ciò rimane intatto è grazie alla forza dei sentimenti che sopravvivono nel cuore dei due protagonisti. Girare questo film mi ha cambiata, mi ha insegnato molto, banalmente anche solo che adoro questo mestiere. Il cinema mi permette di raccontare i miei stessi sentimenti e non vedo l’ora di poter replicare tale esperienza”.

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