Darren Aronofsky e Brendan Fraser presentano l’enorme The Whale, in concorso a Venezia 79

Darren Aronofsky e Brendan Fraser hanno presentato in anteprima il loro enorme ed emozionante The Whale, in concorso a Venezia 79.

The Whale

Darren Aronofsky, Brendan Fraser e Sadie Sink hanno presentato in anteprima a Venezia 79 il nuovo film del regista, The Whale. Visibilmente emozionati per il ritorno del regista al Festival dopo Madre! (2017), il cast ha raccontato il loro lunghissimo viaggio – durato quasi 10 anni – per produrre il film.

 

Aronofsky ha raccontato come si è approcciato per la prima volta al testo teatrale di The Whale. “Ho letto il copione e lo volevo fare subito. Negli ultimi anni abbiamo perso così tanto e il cinema è soprattutto una questione di possibilità: questo è un grandissimo momento per me. Mi ricordo benissimo che lessi una recensione dello spettacolo teatrale sul New York Times, sono andato a vederlo subito, mi sono commosso. Ho voluto poi mettermi in contatto con l’autore Samuel D. Hunter e abbiamo discusso le possibilità di adattare questo film su schermo. Tutti i personaggi sono così ricchi e umani, era un bellissimo copione per poter lasciare fluire la mia immaginazione“.

Il movimento nello spazio gioca un ruolo fondamentale in The Whale: la storia si svolge all’interno di un’ambientazione claustrofobica, che tiene quasi come prigioniero questo uomo gigante. Cosa ha spinto Aronofsky ad interessarsi a un dramma molto più emotivo e contenuto rispetto al suo stile? “Ho iniziato con 20mila dollari per fare il primo film, quelli che sembrano limiti in realtà stimolano soltanto di più quello che fai. Ero interessato non solo all’ambientazione in uno spazio chiuso ma anche a un uomo che non poteva muoversi facilmente. Impari sempre di più da questi personaggi, pian piano metti insieme i pezzi, è una sceneggiatura che ti accende il cervello, sapevo che questo copione avrebbe interessato il pubblico“.

La mobilità fisica di Charlie è limitata al suo spazio vitale, che è sostanzialmente il divano. La sua storia è raccontata a porte chiuse, ma c’è una luce nell’oscurità. Lui manifesta il suo trauma tramite il fisico. Ho dovuto imparare a muovermi in modo nuovo, sentivo le vertigini alla fine di ogni giorno di prova, questo mi ha fatto apprezzare ancora di più il mio corpo. Devi essere una persona molto forte mentalmente per poter abitare un corpo come questo“, ha aggiunto Fraser. “Penso che Charlie sia il personaggio più eroico che io abbia mai interpretato. Questo è il suo viaggio. Tra tutti gli eroi che ho interpretato, lui è L’EROE“.

Uno dei temi fondamentali di The Whale è il potere salvifico della letteratura, come ha spiegato l’autore del testo teatrale Samuel D. Hunter: Charlie cerca la verità in questa storia, ci sono delle verità brutali del suo passato che non può affrontare, ma deve farlo per salvare le persone vicino a lui. Volevo scrivere la storia di un insegnante di inglese che deve riconnettersi con la figlia e lo vuole fare anche tramite la letteratura”. “C’è tanto di me in questa sceneggiatura. Ho avuto un problema col cibo, ero un ragazzo gay in una scuola cattolica, volevo passare questa mia storia a qualcuno che ne avrebbe capito il senso di speranza e la fede nelle persone perchè è ciò che mi ha salvato“.

Per quanto riguarda il processo di casting per The Whale, Aronofsky ha raccontato che gli ci sono voluti quasi 10 anni per trovare l’interprete perfetto per Charlie. “Ho considerato ogni singola star sulla faccia della terra, ma nessuna mi ha convinto veramente. Poi ho trovato il trailer di un film brasiliano low budget in cui c’era Brendan. E ho capito tutto. Ci siamo incontrati ed è andato tutto benissimo. Sadie, invece, è la mia nuova giovane attrice preferita, ho avuto i brividi dal primo momento in cui si sono incontrati questi due e hanno letto il copione.

Le persone non sono in grado di non preoccuparsi per gli altri. Questa è la prospettiva di vita di Charlie e credo che sia il miglior messaggio da lasciare al mondo in questo momento. Stiamo tutti andando verso la disillusione ma non dobbiamo farlo, dobbiamo prenderci cura l’uno dell’altro“, questo il messaggio finale che, secondo Darren Aronofsky, The Whale dovrebbe trasmettere.

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