Fanum, intervista alla regista Iris Gaeta e al cast

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Sono attualmente in corso le riprese di Fanum, un mistery thriller ambientato a Tarquinia in cui una giovane archeologa esperta di civiltà etrusca e vicina a una scoperta epocale si trova coinvolta in una serie di omicidi diventandone la principale indiziata. Il film, diretto da Iris Gaeta, qui al suo esordio come regista di un lungometraggio, e scritto da Cristiano Gazzarrini, Nicolò Gaetani e Enrico Savini e prodotto da Play Entertainment, è finanziato dal MIC, Lazio Cinema International 2022, in co-produzione con Agresywna Banda e con il patrocinio del Comune di Tarquinia.

 

Tra i protagonisti si annoverano Valeria Solarino (Quando, la trilogia di Smetto quando voglio, Quanto basta), Valeria Bilello (Il Giorno più bello, Security, Made in Italy) e Michele Rosiello (Guida Astrologica per cuori infranti, La voce che hai dentro), ma anche Fortunato Cellino (Gomorra – La serie, Nero a metà) e Lorenzo de Moor (Pezzi unici, Rapiniamo il Duce!). Proprio con questi ultimi due e la regista abbiamo avuto il modo di parlare, durante una pausa dalle riprese, per scoprire di più sul film e sui suoi personaggi.

“Mi piacciono le storie in cui sono i personaggi a portare avanti il racconto.” – afferma la regista Iris Gaeta. Classe 1996, con Fanum compie il suo debutto alla regia di un lungometraggio ma vanta già la realizzazione di alcuni cortometraggi e il lavoro svolto come assistente alla regia di grandi produzioni internazionali (da House of Gucci di Ridley Scott a The Palace di Roman Polanski). “Ho scelto tutti gli attori – che poi in realtà hanno a loro volta scelto me, quindi c’è stata una scelta reciproca – come persone prima e poi come attori, perché la persona potesse portare il personaggio a diventare a sua volta persona. Quindi per me la parte tecnica viene dopo”.

“Fanum non è quindi soltanto un film di genere, ma anche un film molto incentrato sulla parte emotiva dei personaggi. È un incontro tra le due cose. Il film di genere ha di per sé la storia, dei canoni ricorrenti, ma intorno a questo ho cercato di raccontare dei personaggi indipendenti con un proprio percorso che esula da questi canoni. E poi mi interessava raccontare una realtà italiana davvero aderente alla realtà, perché ci sono delle sfumature del nostro Paese, del nostro popolo, che possiamo raccontare solo noi e se non lo facciamo noi chi lo farà?”, conclude la regista.

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Fortunato Cerlino in una scena di Fanum.

Fortunato Cerlino racconta invece del suo processo di coinvolgimento, affermando che “ho conosciuto Iris sul set del film di Polanski, dove lei era assistente alla regia. Ho parlato a lungo con lei e ho capito che è piena di talento, di capacità, con grandi idee. Quindi quando mi ha parlato di questa sua opera prima ho fatto in modo di esserci, perché penso che Iris ci stupirà tutti. Il motivo quindi è proprio affettivo. Poi c’è anche l’aspetto della narrazione. Fanum fa parte di un genere poco praticato in Italia, dove si associa il thriller al contesto della storia del nostro Paese”.

Nel film interpreto il Conte Vipereschi, che vive a Tarquinia ed è molto dentro la materia degli Etruschi a tal punto da portare avanti delle proprie ricerche personali sulla base di alcune sue teorie. Rimarrà poi ovviamente coinvolto nella storia degli omicidi a diversi livelli.”, ha raccontato Cerlino parlando del proprio personaggio. “Mi sono preparato al ruolo del Conte guardando al noir in generale, soprattutto nella narrativa. Credo sia un genere troppo spesso trattato con sufficienza e che invece richiede grandi competenze”. 

Parlando invece del lavoro che la regista sta svolgendo con gli attori, l’attore afferma che “Iris sta facendo una cosa molto intelligente secondo me. Perché in genere con un’opera prima gli autori vogliono un po’ dimostrare chi sono, quindi spesso mettono ogni cosa al proprio servizio per urlare al mondo la propria autenticità. Ma non sempre è la strada giusta, perché devi capire se la tua visione è matura o meno. Se non lo è, è meglio fare come sta facendo Iris, che è un lavoro di mestiere e così facendo riesce a portare a casa la giornata. Se non apprendi le basi della tecnica, difficilmente andrai lontano”.

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Lorenzo de Moor in una scena di Fanum.

La parola passa infine a Lorenzo de Moor, che in Fanum interpreta “Alfieri, un giovane poliziotto in carriera con grandi aspettative su sé stesso, molto concentrato, affamato, desideroso di fare carriera quanto più in fretta possibile. Per questo motivo cerca di essere sempre sul pezzo, in prima linea. Per poterlo interpretare ho studiato approfonditamente il percorso che un giovane poliziotto si trova a dover fare, comprendendo così ogni dinamica di questo ambiente. Con Iris abbiamo poi parlato molto di Alfieri, individuando i suoi obiettivi ed eventualmente apportando alcune modifiche alla sceneggiatura affinché questi emergessero meglio”.

Girare qui a Tarquinia è per me un’esperienza molto interessante, conclude poi de Moor – è un luogo tanto misterioso, con un’energia piena di una storia misteriosa e tutto questo lo respiri davvero. È un’influenza, per noi attori, estremamente positiva, perché ti permette di entrare ancor di più nel racconto. E la cosa bella è che per quanto Fanum sia un’opera di genere, allo stesso tempo sono i mondi interiori dei personaggi a portare avanti la narrazione”.

Fanum, la sinossi del film

Marianne (Valeria Solarino) è un’archeologa anglo-italiana, grande esperta della civiltà etrusca, che torna a Tarquinia per vendere la casa di famiglia. Nello studio ritrova le ultime ricerche della madre, appena morta, sul Fanum Voltumnae, luogo sacro per gli etruschi da sempre studiato ma mai localizzato con certezza. Per la giovane donna scoprire questo luogo significa rimettersi in gioco e ritrovare se stessa. Ma la sua ricerca viene ostacolata da un fanatico assassino che sembra giungere da un lontano passato mietendo vittime con sacrifici rituali tra chiunque tenti di profanare i segreti degli Etruschi. Tra omicidi e colpi di scena, Marianne si troverà costretta a mettersi personalmente sulle tracce del diabolico killer per scagionarsi dalle accuse del rigido commissario Braschi (Michele Rosiello) che la considera il principale sospettato.

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