La politica fatta con il corpo: Tournèe

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In questo periodo in cui in Italia il corpo delle donne è sotto i riflettori e la luce non è affatto buona, un film come questo sposta decisamente l’ottica e fa tirare un sospiro di sollievo. Avere un corpo da mostrare, sembra dire la pellicola, non ha come diretta conseguenza la mercificazione e la svendita di se stesse, ma è  un mezzo per mettersi in contatto con il proprio io e con il sè più intimo.

Le donne del film di Amalric fanno politica con il loro corpo, sostiene il regista durante la conferenza stampa che ha seguito oggi a Roma l’anteprima del film. La pellicola, inoltre, è stata presentata  al più recente festival di Torino in cui è stato presentato come anche il film Burlesque con Christina Aguilera e Cher. Due produzioni agli antipodi, le domande a riguardo sono quindi d’obbligo.

Come spiega l’esplosione del burlesque, in un anno due film e addirittura un reality (in onda sul satellite)?

In realtà il mio film parte da molto più lontano; l’idea c’è venuta leggendo il libro di Colette “L’altra faccia del music hall” un’opera che risale agli inizi del Novecento che racconta di quando la scrittrice girava la Francia facendo gli spogliarelli. Mi interessava proprio questo aspetto: che una donna facesse questo tipo di spettacolo perchè lo reputava una forma d’arte e non perchè costretta da qualcuno. Poi un giorno, nel 2005, ho letto un articolo sul New Burlesque e ci ho visto una reinterpretazione proprio di questo spirito. In una società che ti impone, sia che tua sia uomo, sia che tu sia donna, di essere perfetto sotto ogni aspetto, ma soprattutto ad avere un fisico perfetto, queste donne, che hanno ormai superato i vent’anni, mettono in mostra le loro forme imperfette facendo in questo modo anche della politica. Durante la preparazione del film sono andato a vedere alcuni spettacoli in Francia e ho visto come dopo gli uomini guardino in modo diverso le loro donne e come le donne si sentano rassicurate e sollevate, oltre che divertite, alcune mi hanno anche detto che questo tipo di spettacolo dovrebbe essere passato dalla mutua per l’effetto curativo che ha. Il film americano rappresenta l’esatto opposto del burlesque, cosa che ho visto anche a Las Vegas, dove donne perfette facevano questo tipo di spettacolo. Il burlesque non è questo, è l’esatto opposto della perfezione.

Lei ha messo insieme quattro attrici non professioniste, scegliendole veramente tra chi, negli Stati Uniti, faceva spettacoli di burlesque in giro per il paese, non è stato un rischio?

Sarebbe stato un rischio maggiore avere quattro attrici professioniste costrette a ingrassare e a non essere perfette che poi mi avrebbero rinfacciato questo durante tutta la lavorazione! Invece volevo che ci fossero corpi veri di donne che veramente fanno questo mestiere;  ma attenzione, non avevo intenzione di fare un documentario, ogni sequenza è stata scritta, preparata e messa in scena, niente è stato rubato, non c’è cinema verità. Ovviamente però, non essendo attrici professioniste, ho usato un trucco con loro. Non ho fatto avere a nessuna di loro un copione,per paura che lo imparassero a memoria e quindi ripetessero le battute in modo innaturale, piuttosto raccontavo loro ogni scena poco prima di girarla e così avevamo un’idea comune di cosa dovesse venire fuori da quel ciak, poi il resto lo facevano loro. Ed effettivamente, facevano tutto loro nel vero senso della parola: si truccavano, decidevano le coreografie, rammendavano i loro costumi che loro stesse avevano portato per il film. Se avete il tempo di leggere tutti i titoli di coda vedrete una lista di ringraziamenti infinita. La scelta poi di performer americane l’ho fatta perchè volevo ricreare una situazione sullo stile delle “Lettere Persiane”, ossia vedere e far vedere la Francia attraverso gli occhi di uno straniero, che in realtà però non vede altro che gli stessi alberghi che ha già visto nel resto del mondo, con le stesse stanze e la stessa musica. C’è poi un gioco, che si perde un po’ nella versione doppiata, di mescolanza di due lingue diverse come il francese e l’inglese.

In questa troupe di donne è assente l’invidia o il desiderio di rivalsa. Come mai?

Semplicemente, potrei dire che queste signore non hanno più l’età per dare seguito a questo tipo di sentimenti. Sono coscienti delle proprie capacità e dei propri desideri, poi abbiamo voluto che ognuna avesse una caratteristica particolare: c’è quella molto talentuosa, quella timida e la classica, ma ognuna incarna perfettamente il vero spirito del burlesque.

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