Luca Miniero e cast si trasferiscono a Milano e presentano Benvenuti al Nord

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Miniero, Bisio, Siani, Lodovini, Tozzi, Letta, Rossella. C’erano proprio tutti questa mattina alla conferenza stampa di presentazione di Benvenuti al Nord, commedia tutta italiana, sequel del remake (!) di Giù al Nord di Dany Boon. Il primo ad intervenire è Gianpaolo Letta che irferisce i numero di copie in cui uscirà il film il prossimo 18 gennaio: più di 800, un numero da capogiro per il film più atteso dal grande pubblico per la stagione italiana 2012.

–Dopo il grande successo di Benvenuti al Sud, vi sentite con il fiato sul collo?

Bisio: “No, siamo sereni, abbiamo lavorato con attenzione e siamo riusciti a scrivere un bel film. Io ho solo visto scrivere la sceneggiatura ma ne siamo tutti un po’ parte. La cosa che più mi piace di questo film è che è originale: almeno le critiche a Benvenuti al Sud relative al suo essere un remake le abbiamo scansate. Questo è tutto originale. Inoltre sono contento che Luca (Miniero ndr) mi abbia fatto scoprire una Milano che avevo dimenticato.”

Miniero: “Ho voluto fare una commedia. Qualche volta nella commedia, come quella di una volta, alcune cose vengono lasciate per strada, come in questo caso le valige cariche di cibo o la mozzarella, ma non è importante questo. Abbiamo dato spazio ad altro”.

– Per Siani, quanto ti rifai al lavoro di Massimo Troisi?

Siani: “Troisi è stato il comico dei sentimenti, in questo il mio personaggio di Mattia gli somiglia molto. Massimo è irripetibile e inarrivabile, è il Maradona della comicità, io al massimo sono Lavezzi.”

– C’è in questo film un omaggio a Totò, Peppino e la Malafemmina?

Miniero: “Ogni volta che si vede uno del sud che va al nord non si può non pensare ad altro che allo sbarco di Totò e Peppino a Milano. Nella persone del sud che si trasferiscono c’è sempre un complesso di inferiorità, ma anche una forte convinzione nelle proprie ragioni. Il napoletano a Milano si porta dietro la moka, perché è convinto che solo così si può fare un buon caffè. Badate bene, porta ‘solo’ la moka perché portare anche l’acqua diventerebbe complicato!”.

Sembra inoltre che Dany Boon, regista del primo Giù al Nord, sia molto interessato a vedere il film, parola di Riccardo Tozzi della Cattleya, coinvolta nella produzione del film.

– A Nunzia Schiano, com’è stato costruire il suo personaggio?

Schiano: “Io sono una madre del sud. Ho lavorato sugli stereotipi, ma mettendoci anche molto sentimento il ruolo è diventato anche comico. Ci vuole una buona capacità di osservare l’umanità che ci circonda per fare questo lavoro, io ho fatto riferimento a mia madre e a mia nonna.”

– Per Valentina Lodovini, lei è una delle due donne importanti nel film, accanto ad Angela Finocchiaro. Ha costruito il suo personaggio in rapporto a quello di Angela?

Lodovini: “Mi sono principalmente attenuta al copione. Sono diventata mamma per esigenze di storia, anche se l’unico momento in cui ho preso un’iniziativa in favore del mio personaggio è stato quando si è dovuto decidere chi credeva veramente in Mattia. Io ho pensato: io sono la moglie, sono io a dover credere nel suo cambiamento, e così Luca ha fatto in modo che fosse.”

Il film però mostra anche un doppio capovolgimento per cui lavorare sugli stereotipi del nord è stato molto più complesso rispetto all’operazione fatta per il primo film poiché i pregiudizi relativi verso il nord sono meno radicati e “grazie a questo – ha detto Miniero – siamo riusciti a realizzare un confronto tra diversità e un capovolgimento che rende Benvenuti al Nord un film molto originale e un sequel ideale per la storia che abbiamo ambientato a Castellabate”.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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