Michelangelo – Infinito, la conferenza stampa di presentazione

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Alla presentazione di Michelangelo – Infinito, docu-film di Emanuele Imbucci sulla vita artistica di Michelangelo Buonarroti, interviene anzitutto Cosetta Lagani, responsabile del soggetto e della direzione artistica del film.

 

«Siamo al sesto film di un progetto partito cinque anni fa con Sky, creato con la convinzione che la storia dell’arte potesse essere raccontata in modo diverso, coinvolgente e positivo, portando così nei cinema di tutto il mondo il nostro patrimonio artistico, e divulgando la cultura del bello» afferma la direttrice di Sky 3D «I dati tecnici parlano chiaro. A novembre 2014 siamo usciti al cinema con Musei Vaticani 3D, caso cinematografico del primo film d’arte tanto di successo da classificarsi al primo posto al botteghino con 31.000 spettatori.

Nel Febbraio 2018, Caravaggio anima e sangue ha sorpreso tutti, riuscendo a portare 175.000 spettatori nelle sale. È evidente da questi dati che C’è davvero il bisogno del Bello. Di diffondere e far godere l’arte ad un pubblico sempre più vasto ed interessato».

«Con Michelangelo – Infinito ci siamo trovati dinnanzi ad una nuova sfida narrativa» continua Cosetta Lagani «Abbiamo impostato il racconto in un mondo di finzione, senza rinunciare alla storia delle opere, che vengono spiegate attraverso occhi, emozioni e voci dei protagonisti. Non abbiamo però voluto rinunciare all’adesione al dato filologico, avvalendoci di professionisti del settore, come il professor Vincenzo Farinella che ha collaborato con sua consulenza e preziosi documenti alla ricostruzione della Cappella Sistina.

Abbiamo cercato di trovare un rapporto di empatico col pubblico ma allo stesso tempo tutto doveva essere assolutamente documentato e autorevole. Tutti i dialoghi sono ricostruiti traendo citazioni direttamente dalle Rime e Lettere di Michelangelo. Per quanto riguarda  Vasari i monologhi sono una parafrasi attentissima di alcuni stralci tratti da Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori (nelle varie dizioni giuntina e torrentiniana ndr)».

«È stato un lavoro lungo, e ampi ringraziamenti vanno a  Sara Mosetti,  Claudio Strinati e al regista Emanuele Imbucci che hanno stilato la sceneggiatura» spiega  Cosetta Lagani, e conclude specificando:

«Desidero ringraziare tutte quelle entità,le istituzioni e i musei che hanno collaborato in questo film; nonché le varie eccellenze nel campo cinematografico, come il direttore della fotografia Maurizio Calvesi, il costumista Maurizio Millenotti, lo scenografo Francesco Frigeri, il compositore Matteo Curallo e il responsabile effetti digitali Giuseppe Squillaci.

E poi naturalmente si ringraziano i Musei Varticani e Vatican Media, nonché il Mibac che ha collaborato alle riprese, e la lucky red di Andrea Occhipinti  che ha accolto con entusiasmo questo progetto».

Prende la parola il regista Emanuele Imbucci: «Questo film supera il concetto di documentario d’arte, supera l’idea di portare su schermo la moderna storia dell’arte, e vi immette invece un contenuto certamente autorevole ma mescolandolo alla finzione dei due interpreti. Attraverso le parole di Michelangelo e di Giorgio Vasari parliamo della creazione delle opere d’arte» dice il direttore del film «Abbiamo deciso di porre i due protagonisti entro due ambientazioni differenti, piuttosto irreali, che potessero essere una sorta di “Limbo” personalissimo dell’artista e dello scrittore. Per realizzare il Limbo michelangiolesco, siamo arrivati fino a Carrara, cava di marmo dove lo scultore attingeva enormi blocchi per le sue opere. L’imponenza di quello spettacolo della natura, la sfida che Michelangelo aveva fatto verso questi colossi, doveva essere citata. Quindi nel suo Limbo abbiamo inserito dei blocchi di marmo vero (dal valore inestimabile, pensate che per posizionare alcuni blocchi ci dovevano essere squadre intere che li spostassero con grande cura) in mezzo a pozze d’acqua che fungessero da specchio, nel cui riflesso l’artista evidentemente vedeva l’opera già fatta e finita, come era solito dire». Continua il regista

«La forte emotività trasmessa è coadiuvata da fotografia e musiche che sicuramente collaborano al racconto e si approcciano con dovere al progetto. Coordinati sempre con professor Farinella per essere  filologicamente coerenti, per i musei vaticani e sistina dobbiamo rivolgere un sentito grazie a Giuseppe Squillaci (effetti speciali), col quale ci siamo studiati bene forma cappella e mappa delle giornate di Michelangelo».

«Per quanto riguarda il Limbo di Vasari esso è rappresentato da un teatro anatomico, in legno, semicircolare, avvolgente e accogliente, come accogliente è la figura dello scrittore (mentre al contrario il Limbo michelangiolesco, fatto di materiali duri e ostici, rispecchia il carattere spigoloso e duro dell’artista)».

Intervengono quindi gli unici due attori del film, Enrico Lo Verso, che veste con grande verosimiglianza i panni di Michelangelo, e ringrazia il grande lavoro di preparazione fatto assieme al regista «grazie al quale ho capito quale atteggiamento ci fosse nella preparazione di tutto il film, ricerca ed emozione congiunte che mi hanno permesso di avvicinarmi con molto rispetto per raccontare il percorso creativo di questo genio dell’arte».

Il bravissimo Ivano Marescotti interpreta Vasari, il narratore. «Io conoscevo Vasari così come lo si studiava a scuola, superficialmente, alla stregua di Dante, tanto per prendere un buon voto. Poi da adulto li ho conosciuti meglio entrambi» dice Marescotti «Poi grazie a questo film ho scoperto che mentre il rinascimento finisce definitivamente con Michelangelo, Vasari dà inizio a tutta la critica d’arte contemporanea, stabilendone i modi, i criteri e le fonti. Nel film non ci si limita ad indicare dove si trovano le singole opere d’arte. Ci si basa di più invece sullo stupore che le immagini regalano, una continua meraviglia filmica anche grazie al lavoro fatto da musica e fotografia, che mostra bene la materialità delle opere. Veniamo immersi nel mondo immaginifico del Vasari che afferma semplicemente che Michelangelo è il più grande artista del passato, del presente e del futuro, in eterno».

Il film si basa su ricerca scientifica-artistica molto dettagliata tra bibliografia ed elenco dettagliato delle opere prodotte dal grande artista nel corso della sua carriera.

La consulenza scientifica è stata affidata al Professor Farinella, che si sofferma sui momenti in cui il film mostra l’ingresso in Cappella Sistina, nel tentativo di ricostruire qualcosa che non esiste più, ovvero la decorazione 400esca, quella prima del marzo 1508 quando Michelangelo stravolgerà tutto per sempre.

«Per decisione di Giulio II si volle cancellare  quello che esisteva precedentemente» spiega il professore di Storia dell’arte «attraverso documenti figurativi e fonti, abbiamo tentato una ricostruzione filologica ma anche fantasiosa, perché non abbiamo nessuna immagine che ci restituisca l’aspetto della cappella Sistina così come doveva essere prima del 1508. Sappiamo che la volta era stata decorata da un certo Pier Matteo d’Amelia, nel 1479, ma possiamo ricostruirla solo grazie ad un disegno preparatorio ora conservato agli Uffizi. Nel 1508 a causa di un cedimento, si era venuta a formare una grossa crepa, e questo fu il pretesto di Giulio II per smantellare la vecchia decorazione della  cappella e farne fare una nuova».

«Per ciò che riguarda la parete d’altare, sappiamo che prima del Giudizio di Michelangelo, vi si trovavano – nel  1480 – le decorazioni del  Perugino, tra cui la Pala dell’Assunta, a cui poi è tuttora dedicata cappella. Vi erano inoltre un ritratto di Sisto IV della Rovere e  poi affreschi del Ghirlandaio e Botticelli. Con l’arrivo di Michelangelo Si intervenne pesantemente.

Grazie ad un artista contemporaneo, Marco Romano,  abbiamo reinventato alcuni dipinti di perugino che dovevano trovarsi su quella parete prima che fosse distrutta, per dare un’idea del “pre” Giudizio.

Il Giudizio andava a rompere una composizione completamente armonica creata negli anni precedenti. È una rottura attraverso un mondo metafisico che spezza con l’andamento del resto della cappella».

 

“Al di la di tutto quello che si vede, quello che colpisce di questo film è il ritratto di Michelangelo, un uomo disperatamente critico anche verso se stesso. Nelle lettere ammette la propria durezza e la propria solitudine. L’Aspetto drammatico del personaggio fuoriesce perfettamente nel monologo finale, un Michelangelo sconfitto che si allontana incredulo per non aver potuto raggiungere la perfezione come la voleva lui”.

Il film sarà distribuito in 300 copie da Lucky Red e poi proiettato su Sky Cinema. Michelangelo – Infinito rimarrà nelle sale dal 27 settembre sino al 3 ottobre.

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