Planes 2 Missione Antincendio: intervista al regista e al produttore

È stato presentato a Roma al St. Regis Grand Hotel Planes 2 Missione antincendio, film d’animazione distribuito dalla Disney a partire dal 28 Agosto; alla conferenza stampa hanno partecipato il regista Roberts Gannaway ed il produttore Ferrell Barron.

 

Una delle tante cose che risalta nel film ed è anche uno dei punti di svolta della narrazione, è il grande rispetto verso le persone anziane.

Roberts Gannaway: Nel nostro film abbiamo un paio di personaggi che sono anziani uno di questi è Mayday un vecchio camion antiincendio che rappresenta un po’ il cuore della casa di Dusty. Questo personaggio invecchia improvvisamente per alcuni episodi che Dusty compie e per questo ragione Dusty cercherà di riporre rimedio. Quando ho creato questo personaggio mi sono ricordato di quello che è successo a me con mio nonno, era una persona molto giovanile e pieno di energia che poi si è ammalato e nel giro di poche settimane era invecchiato di vent’anni, ho cercato di mettere in Mayday tutte le crepe, gli scricchiolii e le sospensioni che non vanno.

La durata del film è relativamente breve, questa scelta è stata fatta per il target a cui è rivolto il film?

Ferrell Barron: Non abbiamo pensato al film in termini di durata in relazione a quello che era il pubblico a cui era indirizzato, la durata del film è basata sul tempo necessario per raccontare la storia, a noi piace essere succinti, piace essere diretti andare subito al punto andare a raccontare la storia con le scene e con i fatti essenziali che sono importanti per raccontarla, per esempio c’era tutta una serie di scene che non era fondamentale alla narrazione e quindi l’abbiamo eliminate. Il film è lungo per il tempo che è necessario, raccontare la storia in maniera corretta, parte del nostro processo che noi organizziamo per fare il film è diverso rispetto ai film con gli attori veri, dove giri tutto il film e poi vai in sala montaggio. In questo caso il film si espande e si contrae.

Come vi è venuta l’idea dei CHiPs che sono diventai CHoPs?

Roberts Gannaway: Ovviamente essendo fan dei CHiPsè stato possibile inserirlo sin dal principio cambiando la vocale da CHiPsa CHoPs, è una delle cose che è nata insieme all’idea della storia, difatti quando ho presentato la sceneggiatura a John Lasseter, parlando del personaggio di Blade Ranger (che all’inizio era un personaggio di una serie televisiva) lui all’inizio era contrariato, trovandolo autoreferenziale. Quando poi gli ho spiegato che fondamentalmente per la storia poiché era l’antefatto, la storia di questo personaggio allora John Lasseter si è reso conto che questo non era solo un fattore di umorismo ma un elemento fondamentale ed importante, nonché un modo molto bello per raccontare un antefatto, perché molto spesso si ha sempre la difficoltà di raccontare quello che è successo prima che non sia sempre attraverso il dialogo ma che possa essere anche in maniera visiva…Ovviamente Erik Estrada è presente nel film! ( L’attore che interpretava Frank Poncharello nella serie tv e che ha doppiato la versione americana una scena del film n.d.r.)

Nel film Dusty deve superare il suo limite fisico, questo sembra la versione Disney di un film che avrebbe potuto avere come protagonista una persona che ha subito un problema di salute, come un infarto.

Roberts Gannaway: In realtà l’idea è venuta da una ricerca, noi ci informiamo sempre per ciò che riguarda la narrazione. Dusty era un aereo agricolo incaricato di spruzzare i pesticidi per i raccolti agricoli ed è un aereo che ha modificato e truccato il motore per poterlo spingere nelle competizioni. Perciò ne abbiamo parlato con i meccanici facendoci spiegare che cosa potesse succedere ad un aereo che sfrutta il motore in quella maniera e perciò era una delle conseguenze che la scatola del cambio si rompesse. Ed è qui che è partita l’idea dal punto di vista psicologico, di raccontare la storia dell’atleta che ha subito un’incidente e che non può più partecipare alle gare e alle competizioni, ed è stato importante per noi perché l’idea che volevamo era quella di elevare il livello della narrazione portandolo ad un livello tale che tutti quanti, in un certo senso, ci potessimo rapportare: Quando tu non puoi più inseguire quella che è la tua passione, quella che hai nel profondo, sei in grado di lasciar perdere? Riesci a fare un’altra scelta? Riesci a decidere di fare qualcos’altro? Questa era la questione, la domanda fondamentale, l’ostacolo più importante con cui volevamo che il nostro protagonista si confrontasse.

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Ferrell Barron: In realtà il messaggio può sembrare per un pubblico adulto però in realtà si applica e vale per tutte le età. È vero che gli adulti hanno situazioni in cui si ritrovano in un incidente o succede qualcosa nella loro vita che li costringe a mollare, a lasciar perdere e a cambiare strada. Ma anche i bambini possono imparare, anche un bambino che si impegna tantissimo perché vuole assolutamente entrare a far parte della squadra di calcio e poi non ci riesce la sua delusione lo porta a pensare che la “sua vita sia finita” e il bambino in realtà ha solo 8 anni, l’importante è che i bambini imparino che ci può essere qualcosa a cui devono rinunciare per seguire un’altra strada.

Mr Gannaway con la Disney lei ha lavorato con i classici fino ad arrivare a quelli contemporanei, com’è per un regista confrontarsi con le icone della Disney e poi quelli nuovi, la tradizione che diventa futuro.

Planes 2 Missione Antincendio recensioneRoberts Gannaway: Devo dire che io sono sempre stato un grandissimo fan della Disney, ho sempre amato la Disney ed ho sempre avuto un grandissimo e profondissimo rispetto per quello che era il retaggio, l’eredità della Diseny, ed ovviamente avverto anche la responsabilità come regista di portare ad altri, di far sviluppare e di raccontare queste storie, ovviamente, portare nuovi personaggi ed andare ad esplorare nuovi mondi e nuovi storie. Devo dire che è stato per me estremamente bello e divertente, lavorare con i personaggi classici. Lavoravo su Topolino quando ancora c’era ancora Walt Disney, erano dei tempi fantastici, una cosa veramente entusiasmante ed eccitante, il fatto di andare in macchina e parcheggiare negli studios della Disney, andare lì, lavorare e poi ricevere da Roy Disney in persona gli appunti relativi a quello che era stato il lavoro sul personaggio, è stata un’esperienza meravigliosa. Poi però c’è questo mondo nuovo, questo mondo che è stato portato da John Lasseter che è un creativo, una persona che tende a sostenerti ed aiutarti cerca di nutrire le persone che lavorano per lui, è una persona che ti da un grandissimo sostegno, un grandissimo appoggio è un artista dentro di sé. Ed è fantastico avere a capo degli Studios un artista che vuole che i suoi registi abbiano la padronanza e la proprietà di quelli che sono i film che realizza, vuole che questi registi lasciano la loro impronta in questi film. Quindi anche se siamo in un certo senso sotto la sua “micro-regia” poi però è come se lui ci consegnasse le chiavi del castello e noi all’interno di questo castello dobbiamo realizzare un qualcosa che porti il nostro segno.

Mr Barron lei è anche attore, ci si diverte di più a doppiarli o a produrli i film di animazione?

Ferrell Barron: Entrambe le cose, ovviamente il mio primo amore è la recitazione perché io ho cominciato come attore mi è sempre piaciuto recitare, mi piace creare personaggi, mi piacere stare di fronte alla macchina da presa e recitare affianco agli altri attori. Però mi sono sempre interessato alla realizzazione del film, come si fa un film, in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue fasi. Sono stato fortunato perché ho avuto modo di entrare in questo mondo dell’animazione, fatto di persone estremamente gentili a tutti i livelli e in tutti gli aspetti della realizzazione di questo film ci sono persone creative: a livello di elaborazione dell’idea, della progettazione, di disegno, di animazione e anche del casting perché c’è anche la parte della recitazione. Come produttore mi sento più realizzato, più soddisfatto è una ricompensa più completa quella di agire come produttore perché sei coinvolto sempre e comunque, è un processo che ti tiene sempre presente, per esempio con Bob in questo film abbiamo creato e visto nascere tutte le varie fasi, non è soltanto una parte, ma è il processo per intero e vederlo uscire e girare il mondo è molto soddisfacente in termini emotivi visto che ho dedicato quattro anni della mia vita alla realizzazione di questo film.

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