Sole a Catinelle parlano Checco Zalone, il produttore Valsecchi e il regista Nunziante

sole a catinelle 2 Alla sua terza prova da attore cinematografico con Sole a Catinelle, Checco Zalone (alias pubblico di Luca Medici) deve fare i conti con il peggior nemico di sempre, se stesso, o meglio con il suo precedente e travolgente successo, Che Bella Giornata, film che ha portato a casa 45 milioni di euro, l’incasso più alto della storia del cinema italiano, di tutti i tempi.

 

A parlare per primo di questo “nemico”, questo grande fantasma che grava sulle aspettative di tutti, è stato Pietro Valsecchi, che produce, con Taodue Film, il film diretto da Gennaro Nunziante e interpretato da Checco Zalone.

Eravamo preoccupati! – ha detto Valsecchi – non è un caso se a scrivere questa storia abbiamo impiegato due anni. Gli applausi che ho sentito poco fa (a fine proiezione stampa, ndr.) mi fanno pensare che vincerò una scommessa che abbiamo fatto Checco ed io sugli incassi di Sole a catinelle. Se vinco io, offro una bella vacanza a Checco, altrimenti lui mi paga una cena. Sono contento anche della grande fiducia che ci hanno dimostrato gli esercenti italiani, che hanno messo a disposizione del nostro film più di 1200 sale. Sole a catinelle non è un film pensato a tavolino, scritto per compiacere, è stato più difficile degli altri due, più costoso, ma dopo la proiezione di oggi, sento che potrò dormire sonni tranquilli“.

A fare i conti con le prenotazioni registrate nelle ultime 24 ore nei due principali circuiti che distribuiscono il film, The Space e UCI, sembra che Valsecchi possa davvero dormire tranquillo: sono infatti 30.000 i biglietti già prenotati. Ma in conferenza stampa il regista Gennaro Nunziante non deve fare solo i conti con le lodi e gli applausi. “Noi odiamo il buonismo – dice il regista, il cui film è stato accusato di buonismo appunto – ma ancora di più detestiamo il cinismo. Nella commedia il cinismo non è una qualità: è una cagata che qualcuno ha incensato e che poi è diventata di gran moda. Non accusateci di essere trash. Non siamo mai stati trash, e se dite che il nostro film in alcuni momenti è sboccato, ci rovinate. Noi non siamo volgari: per noi è volgare tutto quello che è goffo. Ci opponiamo alla gag telefonata e alla battuta scontata e abbiamo capito la cosa per noi più importante è fare davvero quello che ci piace”.

A Checco invece non resta che raccontare la genesi del progetto: “Ci piaceva l’idea che il protagonista della vicenda fosse un padre – io lo sono diventato da pochi mesi nella vita. Non è stato semplice arrivare a questa storia: mica ci vengono sempre in mente delle cagate da farvi vedere! Ci divertiva il fatto che il Checco del film fosse il prodotto di 20 anni di berlusconismo: lui è uno che ci ha creduto, uno a cui però vuoi bene. Il nostro atteggiamento nei suoi confronti è bonario, non di condanna. Ci siamo concentrati sulla crisi, anche se ci siamo andati leggeri. Il nostro personaggio doveva far finta che non ci fosse. Volevamo un uomo completamente refrattario alla crisi“.

L’attore, comico e cantante continua, parlando della fruttifera collaborazione con Nunziante: “Siamo una coppia di fatto, viviamo in appartamenti contigui e praticamente facciamo tutto insieme, semplicemente non ci baciamo. Ci capita di raccontarci un fatto, di riderci sopra e di costruirci una storia. Questa l’abbiamo ambientata in tante diverse regioni d’Italia, in luoghi uno più bello dell’altro. Quello che ho amato di più è stato il Molise, a cui però non ho reso giustizia perché l’ho descritto come un posto terribile. Quando il presidente della regione mi ha detto: ‘Voglio ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per noi’, mi sono sentito una cacca“.

E mentre Checco Zalone ancora non sa spiegare il motivo del suo successo e Nunziante, pur provandoci, sembra dare risposte poco soddisfacenti (“la ricetta della nostra commedia migliore, quella che ha saputo pescare dalla realtà“), Valsecchi ritorna su toni seri, abbozzando un discorso sui problemi del cinema italiano: “Il cinema italiano è vecchio, bisogna cercare nuovi linguaggi, dobbiamo ripettare le esigenze, i gusti e i desideri del pubblico più giovane. Noi l’abbiamo fatto scommettendo su I soliti idioti. Per un produttore portare un film in sala è una responsabilità, dobbiamo incentivare le novità. Con la mia Taodue avrei potuto riposare sugli allori, invece mi sono da poco lanciato in una nuova avventura: un film con i comici Pio e Amedeo in cui credo molto“. Insomma, un discorso che più che cercare di individuare una soluzione sembra limitarsi all’auto-celebrazione.

Sole a Catinelle, in cui troviamo anche Aurore Erguy, Miriam Dalmazio e il piccolo Robert Dancs, uscirà il prossimo giovedì 31 ottobre, distribuito da Medusa Film in circa 1200 copie.sole a catinelle

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