Acusada: recensione del film di Gonzalo Tobal

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Tra il sontuoso horror di Guadagnino, il film artistico di Schnabel, il western di Audiard e dei Coen, con Acusada Gonzalo Tobal porta in Concorso a Venezia 75 un dramma processuale che sembra liberamente ispirato al caso di Amanda Knox e all’omicidio di Perugia. Protagonista è Dolores (Lali Esposito), una ragazza benestante, molto bella, ma con uno sguardo assorto, una severità nelle espressioni, ambigua. Proprio l’ambiguità è la cifra scelta da Tobal per proporre la sua versione del Caso Meredith: a poco a poco lo spettatore viene introdotto ai vari elementi della storia, non c’è nessun ricorso a spiegazioni o dialoghi che possano aiutare a orientarsi negli eventi. Un racconto minuzioso e uno svelarsi graduale degli aventi solletica l’attenzione dello spettatore che viene catapultato nel film alla vigilia del processo per un omicidio avvenuto due anni prima.

 

L’ambiguità del racconto, insieme a quella del volto della protagonista, permettono a Tobal di imbastire un giallo classico, fotografato in maniera patinata ma fredda, che conferisce al film un look molto definito che sembra indirizzato a non far simpatizzare lo spettatore con Dolores. Dopotutto fino alla fine non si riesce a capire se la ragazza sia effettivamente colpevole o innocente, e la giustizia del tribunale non soddisfa la curiosità e il desiderio di verità.

acusadaIl punto di forza di Acusada è però proprio la continua sensazione si svelamento, la tensione che permette al regista di accompagnare lo spettatore nella scoperta del crimine, dei suoi attori, delle dinamiche, tutto in bilico tra verità e menzogna, tra ciò che viene raccontato e ciò che invece è accaduto davvero.

Tobal riveste questa tensione narrativa con scelte formali ridondanti, a volte in netto contrasto con ciò che mostra, dalle aule del tribunale ai primi piani della misteriosa Dolores. Ma nonostante lo stridore che si genera tra forma e contenuto, Acusada riesce agganciare l’attenzione dello spettatore fino alla fine, che è poi tutto ciò che si chiede a un buon crime drama.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
acusadaMa nonostante lo stridore che si genera tra forma e contenuto, Acusada riesce agganciare l’attenzione dello spettatore fino alla fine, che è poi tutto ciò che si chiede a un buon crime drama.