A Porto Vecchio, in
una notte d’estate, un gruppo di giovani annoiati approfitta di una
villa lussuosa, dove il padre di uno di loro è custode, per
divertirsi indisturbato. Alla fine della serata i ragazzi rubano
alcune cose, tra cui dei fucili da collezione. Un piccolo furto,
una bravata, con conseguenze inaspettate. I padroni di casa,
scoperto il furto, non chiamano la polizia, ma si rivolgono a una
specie di boss locale. Presto ad Aziz, che aveva portato gli amici
alla villa, viene chiesto se sa qualcosa. Il ragazzo decide di
riconsegnare subito il bottino, ma mancano i fucili, di cui lui non
sa nulla. Aziz chiama gli amici per sapere delle armi, con l’idea
di riconsegnarle ed evitare conseguenze, ma qui il gruppo si
divide: non tutti sono della stessa opinione e nel frattempo Aziz
viene lasciato solo a fronteggiare la situazione. Gli altri
ragazzi, però, temono che faccia i loro nomi.
Una Corsica inedita
quella descritta nel primo lungometraggio di Thierry de
Peretti, presentato a Cannes 2013 alla Quinzeaine des
Realisateurs. Una Corsica violenta, popolata da giovani
rabbiosi, che mescolano nelle loro giornate indolenza,
frustrazione, voglia di rivalsa. Una specie di terra di nessuno,
dove tutto può accadere indisturbato, dove è normale per una ricca
famiglia parigina non chiamare la polizia, ma il boss locale dopo
essere stati derubati; dove un gruppo di ragazzi può pensare di
uccidere pur di non confessare un piccolo furto. Tutto questo
mentre gli altri, i turisti, i ricchi che vivono l’isola pochi mesi
all’anno, si divertono noncuranti sulle spiagge. Questa
agghiacciante “normalità” è forse ciò che più colpisce del film.
Temi principali, dunque: la violenza, la ferocia animalesca che è
nascosta, ma pronta ad emergere in chi e come non ti aspetti, in
particolare in questi giovani che potrebbero davvero essere i
ragazzi annoiati di qualunque moderna periferia del mondo (il film
trae ispirazione da una reale vicenda di cronaca). Ci sembra di
conoscere e di aver incontrato anche per le nostre strade la loro
stanchezza, mancanza di aspirazioni, di obiettivi costruttivi, un
vuoto da colmare e un generico desiderio di ricchezza. A questo si
aggiunge, in una meta turistica, la contrapposizione tra residenti
e turisti: i primi, i protagonisti, gli Apache, che vedono invaso
il loro territorio dai secondi senza che questo giovi alle loro
vite, le renda migliori. Gli altri, che ostentano superiorità,
forti del loro status. Un incontro-scontro, una convivenza forzata.
Alla base, probabilmente, lo stesso vuoto e gli stessi falsi
miti.
Quello che il regista fa bene è tracciare questo quadro inquietante e caratterizzare i protagonisti, sui quali l’azione è totalmente incentrata, anche a rischio di qualche ingenuità di sceneggiatura (a cura dello stesso Thierry de Peretti assieme a Benjamin Baroche). Un taglio preciso e netto, che però rivela dei limiti. Attorno ai ragazzi si muovono dei personaggi che nulla sanno, di nulla chiedono e di nulla si accorgono, in certi casi scompaiono proprio quando ci si aspetterebbe un loro intervento (come il padre di Aziz). Ma è davvero possibile che quanto narrato accada senza che nessuno se ne accorga? Anche nel piano architettato dai ragazzi c’è qualche incongruenza.
D’effetto resta senza
dubbio l’amalgama dei quattro personaggi principali, tutti con
caratteri fisici ed espressivi molto appropriati ai ruoli e capaci
di offrire interpretazioni convincenti: il più “coscienzioso”
Aziz/Aziz El Addachi, dallo sguardo innocuo, che vuole solo
divertirsi un po’; il corpulento François-Jo/François
Joseph Cullioli, oscillante tra scrupoli, e paure, ma
con un lato animalesco inaspettato; Jo/Joseph
Ebrard, coi suoi occhi vispi e rabbiosi, più spavaldo e
desideroso di rivalsa; infine, Hamza/Hamza Mezziani, apparentemente
il più inoffensivo, che si rivela invece il più feroce. Colpisce
anche la sequenza clou del film, introdotta da un lento ed
estenuante avvicinamento che amplifica il senso di angoscia.
Colonna sonora interessante, anch’essa giocata sulla
contrapposizione di lati oscuri e inquietanti a sonorità disco
“danzerecce” e balneari.
Apache sarà in sala dal 14 agosto, distribuita in Italia da Kitchen Film.