Cattiva Coscienza: recensione del film con Francesco Scianna e Matilde Gioli

Il film è diretto da Davide Minnella e, presentato al Taormina Film Festival, arrivera al cinema il 19 luglio

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Il destino non esiste, esiste solo la volontà.” – Cattiva Coscienza. Siamo tutte anime fragili. Anime sempre allerta, che camminano in bilico fra la paura di lasciarsi andare e vivere in disequilibrio, e rimanere in piedi, strappando lungo i bordi tracciati e prestabiliti, come dice Zerocalcare, conducendo una placida esistenza. Seguire una o l’altra strada è una scelta spesso dettata dalla nostra coscienza. Un fenomeno immateriale, che scolpisce la nostra identità, contaminato però da un agente esterno, il nostro ambiente socio-culturale, che se da un lato contribuisce a edificarlo, dall’altro non sempre permette di essere chi siamo. Fin quando non ci muniamo di coraggio e rompiamo gli schemi.

 

Il nuovo film di Davide Minnella, Cattiva Coscienza, sceneggiato da Stefano Sardo, Giordana Mari e Teresa Gelli, parte proprio da tale concetto. Il regista, alla sua terza opera, si interroga sulla nostra esistenza e su quanto siamo influenzati dall’aderire a un certo canone identitario per essere definiti “persone serie e pebene”, e su quanto siamo disposti a infragere le regole, magari auto-imposte per timore di non essere accettati, per poter essere davvero felici e liberi. Cattiva Coscienza, presentato al Taormina Film Fest e distribuito da Vision Distribution, arriva nelle sale dal 19 luglio.

Cattiva Coscienza, la trama

Filippo (Filippo Scicchitano) conduce una vita perfetta: non fuma, non beve, non mangia dolci. Lavora nell’azienda del suocero ed è prossimo alle nozze. Il merito è della sua coscienza, Otto (Francesco Scianna), la quale dal Mondo Altro gestisce le sue giornate al fine di ottenere più punti possibili e avere una promozione. Alcune delle coscienze prendono esempio da lui, lo definiscono maestro, tranne la Nove (Caterina Guzzanti), che pensa lui stia rendendo infelice il suo protetto.

Un giorno, in un momento di distrazione, Otto non segue Filippo che, nel frattempo, in balia dell’incoscienza, tradisce la fidanzata con Valentina (Matilde Gioli), capendo in tal modo di aver vissuto fin’ora un’esistenza insoddisfacente. Quando Otto si accorge del danno, a cui segue la fine della relazione fra Filippo e la futura moglie, decide di recarsi sulla Terra per farlo rinsavire. Ma le cose, purtroppo e per fortuna, non vanno esattamente come previsto.

Vivere una vita perfetta, ma a che prezzo?

Ogni nostra inclinazione comportamentale e di pensiero, deriva, come dicevamo, dall’ambiente in cui viviamo. Sia familiare che sociale. Ci forgia, in qualche modo, e impianta dentro di noi una sorta di guida, di mentore, che ci indirizza verso la giusta via, con l’obiettivo di non farci sbagliare. Possiamo definirla coscienza, il capitano del nostro battello che, chiamando a raccolta tutte le sue forze, cerca di farci salpare ogni giorno, dal momento in cui apriamo gli occhi fino a quando li chiudiamo, in acque calme e tranquille. Che però, alle volte, risultano grige. Come il mare di Filippo, senza onde e senza colore, intrappolato in una vita perfetta che lo rende infelice. D’altronde, la società che ci fornisce gli strumenti per vivere giustamente, è la stessa che non li segue. E vien da chiedersi perché.

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Nel frattempo però ci dice che per stare in salute vanno eliminati i cibi grassi, ma soprattutto l’alcool e il fumo, e che qualsiasi lavoro – anche se non ci piace – è un’occasione imperdibile e al diavolo l’ambizione. A chi importa dei sogni? Ci impone un corso specifico da seguire, come quello di Filippo: un buon lavoro, un matrimonio, dei figli. Poi si invecchia e si muore. Sono questi gli unici successi raggiungibili. Omettendo una cosa importante: se qualche volta sgarriamo, se facciamo nuove esperienze, se cerchiamo di seguire i nostri desideri per vivere una vita diversa da quella che è la “normalità” suggerita, il mondo non crolla a pezzi e nemmeno noi. Anzi, si corre il bellissimo rischio di essere soddisfatti.

Con Cattiva Coscienza, Minnella decide di dare un volto a questa impostazione sociale quadrata, rappresentando le nostre coscienze come degli individui che vivono in una asettica control room del Mondo Altro, chiaro rimando a Inside Out della Pixar, e agiscono sulle menti dei loro protetti – ossia l’umanità – come saggi maestri con l’arduo compito di portarli sulla retta via. Tanto da ottenere anche dei punti in caso di buon lavoro. Molte di queste coscienze, in primis Otto, operano disinteressandosi del benessere del loro “assistito”, proprio come spesso fa la nostra società. Ciò che conta è l’obiettivo, il risultato ultimo. Non accorgendosi che, seguire in maniera ossessiva uno modello prestabilito, per risultare impeccabili in qualsiasi cosa, priva l’individuo di personalità. Cattiva Coscienza si costruisce e modella proprio su questo concetto e, proponendo una commedia alternativa, cerca di dimostrare quanto, in alcuni casi, agire per istinto non sia sbagliato. E che a volte, salire sull’adrenalinica montagna russa dell’incoscienza, può farti sperimentare nuove emozioni.

Rivitalizzare il genere della commedia

In fondo Davide Minnella, aiutato dalla sceneggiatura centrata di Stefano Sardo, Giordana Mari e Teresa Gelli – che segue i tre canonici atti in maniera pulita e sapiente – racconta la situazione comune di molte persone che non riescono ad essere libere. Fino a quando non incontrano sentimenti irrazionali, come può essere l’amore, grazie ai quali trovano il coraggio di rivoluzionarsi. Lo fa fornendo allo spettatore una commedia romantica in cui rispecchiarsi che, pur fondandosi sugli stilemi di genere, si distacca dalla sua versione classica, guardando all’originalità per una maggiore partecipazione. L’elemento fantastico, su cui Cattiva Coscienza gioca molto, è senza ombra di dubbio la chiave di successo del film. Nella sua economia generale non risulta una nota stonata, merito soprattutto di una messa in scena che si avvicina molto alla sua controparte reale. Il Mondo Altro, infatti, pur appartenendo ad una dimensione ultraterrena, ha una sua veridicità e identità studiata e costruita con zelo, che lo rendono concreto e affascinante al tempo stesso.

Non c’è eccesso scenografico o alcun tipo di magia, è solo una zona bianca, incolore, che serve come ponte fra le dinamiche della narrazione. Dando così al pubblico sia la commedia romantica italiana a cui è affezionato, sia un inserto nuovo e fresco che, finalmente, lo fa assistere a qualcosa di diverso. Rivitalizzando il genere. Non dimenticando poi mai di dare il giusto spazio a tutti i personaggi portati in campo – c’è una coralità ben equilibrata grazie alla quale si ha un ampia ed esaustiva visione di ognuno dei protagonisti. E di conclundersi con un consiglio: commettere errori può essere l’inizio di un incredibile viaggio. Allora forse ha ragione Francesco Scianna, Cattiva Coscienza ci fa sul serio un regalo: ci fa aprire gli occhi e rendere conto di quanto è bello il mistero perpetuo. Perché la verità è che “la vita è una rivelazione continua” e solo rischiando possiamo davvero capire chi siamo.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
cattiva-coscienza-francesco-scianna-matilde-gioliUna commedia fresca e nuova, quella realizzata da Davide Minnella, nella quale è preponderante l'elemento fantastico, rappresentato dall'universo delle coscienze, ben inserito all'interno del film. Questo nuovo approccio rende Cattiva Coscienza un prodotto accattivante, che cerca di aprire la strada alla rivitalizazione del genere.