Zerocalcare, presenta la sua serie: “Sarebbe arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo”

Zerocalcare Questo mondo non mi renderà cattivo

Si intitola Questo mondo non mi renderà cattivo la nuova serie di Zerocalcare, prodotta da Netflix, Movimenti Production e Bad Publishing, e disponibile sulla piattaforma dal 9 giugno. Un titolo che è una dichiarazione di intenti, oltre che una frase di una canzone di Path, una scelta di cercare di rimanere sempre fedeli a se stessi, nonostante il mondo ci offra delle scorciatoie per ottenere quello che vogliamo, stando almeno a quello che intende Zerocalcare in persona, che ha raccontato la serie e la sua creazione alla CAE – Città dell’Altra Economia, in occasione del grande evento di lancio organizzato da Netflix.

 

“La storia di questa serie è nata prima di quella di Strappare Lungo i Bordi. Mi sono reso conto subito però che questa era più complicata da mettere in scena, e così ho dato precedenza a quella che è poi diventata la prima serie. Ho deciso di cominciare rimanendo più o meno nella mia confort zone, visto che Strappare Lungo i Bordi era basato su una storia che avevo già scritto. Qui invece si tratta di una storia nuova, che ha dei punti in comune con i miei fumetti e la mia storia personale, ma è una storia originale. Ho pensato che con la prima potevo introdurre il mondo, i personaggi, mentre con la seconda potevo addentrarmi in temi più complessi.”

Da autore che parte sempre da sé per raccontare il mondo, è naturale pensare che la storia di Questo mondo non mi renderà cattivo sia autobiografica. In realtà, Zerocalcare specifica: “Quello che accade nella serie è una specie di riassunto di quello che è accaduto anche a me. In particolare, il personaggio di Cesare non è una persona vera, non è un mio amico. È un insieme di persone che ho conosciuto, nella mia vita ci sono stati tanti Cesari. È un amico che è stato forzatamente assente dal quartiere e che una volta tornato non ha più punti di riferimento.”

La seconda avventura d’animazione di Zero, Secco e tutti i personaggi del Calcare-Verse mette sicuramente a dura prova lo Zerocalcare narratore, che si è trovato a lavorare su un formato ancora diverso, del momento che l’unità di racconto di Questo mondo non mi renderà cattivo  si muove sui 30 minuti a episodio: “Questa serie è più complessa della prima anche per il formato. Avevo timore che non riuscissi a reggere la durata di 30 minuti di questi episodi, perché un conto è portare avanti dai 5 ai 15 minuti di animazione, diverso è quando si ha a che fare con puntate così lunghe.”

Ma come ha fatto Zerocalcare a non diventare cattivo? “Sarebbe arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo. Come quasi tutti, negli ultimi anni ho dovuto fare scelte, scendere a compromessi, ho sbagliato anche, ma in generale quello che dà come suggestione la serie, rispetto al non diventare cattivi, e quello che provo a fare, è dare risposte collettive ai problemi. Cercare di partire dall’idea di non lasciare indietro nessuno, anche quando le risposte collettive servono anche a quelli che stanno bene.”

Questo mondo non mi renderà cattivoLa caratteristica più identificativa dello stile del fumettista, che è stata traslata anche nelle serie animate, è la rappresentazione di alcuni personaggi con le fattezze di personaggi iconici della cultura pop. Che cos’è che guida queste scelte? “In genere lo faccio quando non ho molto tempo per disegnare un personaggio, ma già dall’inizio pensavo che, dal momento che abbiamo tutti più o meno gli stessi riferimenti, non mi serviva raccontare i dettagli di quel personaggio, ma mi bastava rappresentarlo come un personaggio che tutti conoscevamo. Mia madre è Lady Cocca da 16 anni, è una donna tenace e protettiva e con quell’aspetto tutti si immaginavano la scena di Robin Hood in cui protegge Lady Marian durante quella specie di partita a rugby. Lo stesso vale per la compagna di Sara. Sailor Saturn è la prima lesbica che noi ragazzi abbiamo mai visto in tv, e mi piaceva l’idea che identificandola così, tutti capivano che personaggio era.”

Come sempre capita, quando si ha a che fare con le storie di Zerocalcare, le risate, i siparietti comici, non sono l’unica caratteristica del suo linguaggio, che da sempre è molto votato all’osservazione della realtà e all’evidenziare i problemi politici e sociali con i quali ci confrontiamo ogni giorno. In Questo mondo non mi renderà cattivo, gli antagonisti sono identificati come nazisti, e a chi chiede come mai non usare una parola purtroppo più vicina alla nostra cultura (fascisti), Michele risponde: “Essere fascisti non evidentemente più un ostacolo per niente. Non c’è nessuna posizione preclusa a chi rivendica una discendenza ideologica con il fascismo, mente del nazismo si ha ancora un po’ paura. Non ne sono certamente contento, per me non è così, ma devo prendere atto con quello che succede nella realtà.”

Costituita da molti momenti meta-testuali, in cui lo Zero personaggio e lo Zero autore coincidono e si rivolgono direttamente al pubblico, la serie tocca anche il tema dell’utilizzo di determinate parole discriminanti. Nel dettaglio, Zero si rifiuta di pronunciare la N-word ma non fa lo stesso con altre parole che si usano purtroppo per denigrare gli omosessuali: “Faccio pronunciare la F-word solo a personaggi omofobi e deprecabili. In realtà credo che ci sia una grossa confusione su questo tema, secondo me ci sono delle cose che sono radicate all’interno della società. Io non ho la soluzione a questo problema, ma andrebbe sviscerato meglio riguardo ai prodotti di fiction, perché se da una parte penso che dovremmo tutti fare uno sforzo nella nostra vita di tutti i giorni, dall’altra credo che sterilizzare il linguaggio della fiction è qualcosa su cui ci dobbiamo interrogare. Non dico che non va fatto o che è un problema, ma a me interessa che i conflitti della vita vera siano messi in scena nei prodotti di fiction. Io rispetto il concetto di safe space, ma nei prodotti di fiction come dobbiamo comportarci? Non ho una risposta valida per tutti, ma mi piacerebbe che ci fosse una conversazione collettiva tra persone che si trovano dalla stessa parte. Perché se il dibattito si verifica tra persone che hanno finalità diverse non si può ragionare in maniera costruttiva.”

E dopo battute, riflessioni alte, considerazioni interessanti, memori del finale tragico di Strappare lungo i bordi, chiediamo a Zerocalcare: ma alla fine di Questo mondo non mi renderà cattivo c’è uno spiraglio di speranza? Con l’onestà intellettuale che lo caratterizza, il fumettista risponde: “Io sono una persona molto crepuscolare, non sono la persona più adatta a trovare la speranza”.

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