Demeter: Il Risveglio di Dracula, la recensione

Demeter Il Risveglio di Dracula recensione

Ancora una volta la Universal ricorre alla celeberrima squadra di “mostri” che ne hanno fatto la fortuna al botteghino lungo un arco ammirevole di decenni. Con Demeter: Il Risveglio di Dracula tocca ancora una volta a Dracula, più precisamente a quello che il vampiro ha fatto all’equipaggio della nave che lo ha trasportato dalla Transilvania a Londra, come racconta anche il romanzo originale di Bram Stoker.

 

Demeter: Il Risveglio di Dracula, l’idea

L’idea di partenza di questa nuova prospettiva non è affatto male: relegare il mostro e le sue azioni all’interno di un’unità di luogo ben precisa e soprattutto costruita a livello estetico con evidente coerenza. Il veliero dove si svolge il 99% dell’azione dell’horror di André Øvredal – di lui avevamo ammirato il notevole the Autopsy of Jane Doe, imbastito secondo la stessa idea di unità di setting – è a conti fatti un altro protagonista del film, con i suoi angoli oscuri e le assi di legno scricchiolanti. Qui si consuma un gioco al massacro perpetrato dal vampiro che, al contrario dell’ambientazione, poco o nulla possiede di efficace.

La sceneggiatura si rivela infatti la parte nettamente più fragile dell’operazione, in quanto affianca ad alcuni spunti potenzialmente interessanti una serie quasi sterminata di banalità intrinseche al genere stesso, gettando i protagonisti/vittime in un costante labirinto di scelte insensate ed errori di valutazione che proprio non sembrano appartenere a figure delineate con saggezza e presenza di spirito. Per rendere credibili personaggi che mai o quasi sembrano pensare a fare la cosa maggiormente sensata servivano attori in grado di eclissare tale mancanza, e il cast di Demeter: Il Risveglio di Dracula non è a questo livello, pur contando su almeno un paio di caratteristi di livello come Liam Cunningham e David Dastmalchian. Meglio si muove Corey Hawkins dentro i panni dell’antagonista principale di Dracula, ovvero il dottor Clemens, anche perché il suo ruolo viene costruito su una backstory maggiormente sviluppata e in grado di sposare i discorsi che il film propone.

Qual è il problema dell’horror contemporaneo?

Passiamo ora ad analizzare un punto dolente dell’horror contemporaneo, un errore di valutazione oppure una strategia scelerata che questo genere sta troppo spesso adoperando, ovvero la rappresentazione del “mostro” come bestia che agisce prevalentemente seguendo i propri istinti violenti e animaleschi. Perché anche Dracula, uno dei personaggi più affascinanti, seducenti e per questo ancor più terrificanti, viene in questo caso ridotto a un pipistrello succhiasangue dalle fattezze vagamente antropomorfe? Cosa sta succedendo alla versione del “mostro” come rappresentazione metaforica delle zone oscure dell’essere umano, un “altro” che non si rivela poi così distante da noi stessi?

L’horror come specchio deformante della realtà e delle sue zone d’ombra ha sempre posseduto una potenza ideologica e metaforica che si rischia di perdere se non si torna a ridurre la distanza concettuale tra le parti in causa, se non si riprende a mostrare che buono e cattivo possono anche essere due facce della stessa medaglia. I contorni sfumati per un genere come questo sono terreno fertile per discorsi tutt’altro che retorici sul nostro presente…

Questa storia zeppa di ovvietà e insensatezze rovina un film la cui messa in scena è invece notevole: Øvredal conferma di avere un occhio per nulla scontato per l’horror, riuscendo a trovare l’eleganza della forma nello sfruttamento quasi ossessivo dell’ambientazione. Il risultato diventa visivamente ricercato, un fattore che riesce ad entrare lo spettatore nel film anche a discapito della pochezza della trama. Anche il finale poi merita di essere promosso, nonostante sia in fin dei conti una riproposizione (decisamente meno riuscita) di quanto ammirato nella serie Netflix Midnight Mass, di gran  lunga la miglior produzione vista in questi anni quando si tratta di vampiri. Mentre per quanto riguarda Demeter: Il Risveglio di Dracula, potrebbe meritare la visione soltanto a patto di un enorme sforzo di sospensione dell’incredulità. Lo spettacolo meramente cinematografico c’è. E con esso poco altro…

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