Disconnect: recensione del film con Jason Bateman

Disconnect, primo lungometraggio di Henri-Alex Rubin porta sul grande schermo un insieme di storie che come i fortunati Traffic, Babel e Crash, analizzano i rapporti umani in semplici termini di causa ed effetto. Ma a distinguere la storia è la sceneggiatura di Andrew Stern improntando persone-personaggi estremamente reali che potrebbero essere oggetto di argomenti sentiti al telegiornale o episodi accaduti a conoscenti.

 

In Disconnect un avvocato, una coppia in crisi, un’ambiziosa giornalista e due adolescenti, tutti usano il web in maniera differente in una società governata dalla realtà virtuale che li porterà a far emergere i lati più oscuri dei sentimenti umani. A turno diventeranno vittime o carnefici in un sistema che pur essendo sempre “online” non riesce più a comunicare.

Pur essendo quattro storie fittizie, ciò a cui si assiste in 115 minuti è un inchiesta, una finestra che si apre ad un certo punto nelle vite di queste persone che vivono un periodo o una fase in cui sono vulnerabili e si rifugiano dietro quello schermo “desiderante” che li porta lontano dalla realtà alla ricerca di un qualcuno che possa realmente capirli o semplicemente ascoltarli; così nell’etere queste persone cominciano a frammentare il loro IO e mediano la propria identità. Questa può avere scopi ambiziosi, altre volte serve per incanalare una certa rabbia o affrontare un determinato dolore o semplicemente per esibirsi. Ma in questo scambio “leggero” e apparentemente innocente il regista ci mostra una latente crudeltà che tutti i personaggi hanno e che li porterà ad essere incolpati seppur stiano già scontando una pena, inflitta o dovuta al caso. Per rendere credibile l’intreccio la regia abbandona qualsiasi estetica o simbolismo, la camera a mano, le soggettive o i primissimi piani, servono a cercare quel guizzo di vita che farà scattare quella scheggia impazzita che cambierà tutto e porterà al confronto verbale.

Disconnect

Il cast composto da Jason Bateman, Hope Davis, Frank Grillo, Michael Nyqvist, Paula Patton, Andrea Riseborough, Alexander Skarsgård, Max Thieriot, Colin Ford, Jonah Bobo e Haley Ramm riesce ad omologarsi nel background generale che viene fornito, conferendo ai personaggi “l’alibi” per determinati comportamenti o azioni così da suggellare ulteriormente la funzione “documentaristica” del film. Ciò che emergono sono interpretazioni di misura che riescono a catturare l’attenzione restituendo l’emozione di ogni singola vicenda.

Disconnect è un buon film, rivolto a tutti per via delle molteplici storie che coinvolgono ogni età. Seppur i 115 minuti sono doverosi per spiegare molte cose, si poteva snellire determinati blocchi narrativi, lasciando allo spettatore più trasporto e meno nozioni alleggerendo la storia e lasciando che il pathos del finale faccia riflettere sul ventaglio delle emozioni che questi personaggi hanno provato nel “connettersi” l’uno all’altro.

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