Dolceroma: recensione del film di Fabio Resinaro

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La Grande Bellezza raccontava di una Roma magnifica eppure morta dentro, una donna bellissima che promette piacere e regala abbandono e crepuscolo, un sogno che non si realizza mai. Alla stessa donna, bellissima e ingannevole, sembrano rivolgersi Fabio Resinaro, Fausto Brizzi e Luca Barbareschi che, con Dolceroma, realizzano la loro versione del film di Sorrentino, in scala ridotta e con dei toni pop che sicuramente incontreranno il gusto del pubblico.

 

Prodotto e interpretato da Barbareschi, diretto e scritto da Resinaro che firma il soggetto e la sceneggiatura con il sostegno di Brizzi, il film è ambientato nel mondo del cinema romano, che non ne esce assolutamente bene. Un mondo di feste e di decadenza, di sotterfugi e di ambizioni deluse, di attricette senza talento, produttori senza scrupoli e aspiranti artisti che imparano a rimanere a galla nella melma o che affogano nel tentativo.

Con queste idee ben chiare in mente, Resinaro realizza un film che mescola i generi e che mostra tutti i difetti di un’industria che comunque affascina e intorno alla quale gravitano sogni, speranze e ambizioni. In tanti si riconosceranno nel giovane scrittore (auto-pubblicato) e nell’attricetta di fiction con velleità da grande diva. In molti riconosceranno in Oscar Martello la personificazione di quel mondo vischioso e appiccicoso, come il miele prodotto dal personaggio di Claudia Gerini, anche lei sensualissima personificazione di quello stesso ambiente, allettante e respingente allo stesso tempo.

Resinaro (e con lui Brizzi e Barbareschi) non esita a prendersi gioco di tutti, dalla fiction tv, ai premi dell’Accademia, dalla città di Roma, al mondo del cinema in generale, fino a puntare il dito contro la stessa ambizione del protagonista, interpretato da un Lorenzo Richelmy che cambia completamente pelle rispetto a Ride (in cui aveva già lavorato con Resinaro) e mette in scena il dimesso ed apparentemente ingenuo protagonista.

Mattatore assoluto della storia è però Barbareschi, il produttore che interpreta il produttore: personaggio greve, cafone, volgare, ignorante, vittima dei suoi vizi e delle sue voglie, ma parimenti appassionato e viscerale, pronto a tutto senza risparmiare mai nulla, nemmeno se stesso, e al quale vengono affidate alcune delle battute più divertenti e taglienti di tutto il film. Un personaggio incredibile che corre il rischio di essere oscurato soltanto dal camorrista interpretato da Libero De Rienzo.

Tra citazioni cinefile e momenti che sfiorano il pulp, Dolceroma è un divertente carrozzone su cui si sale consapevoli di assistere a una storia sopra le righe che però non riesce a prendersi abbastanza alla leggera in più di un’occasione. Nonostante una parte centrale che risente di un rallentamento del ritmo, Dolceroma diverte, sorprende, intrattiene e a ben ascoltare sembra permettere ai suoi autori di togliersi più di un sassolino dalla scarpa.

Il trailer di Dolceroma

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
dolceromaDolceroma è un divertente carrozzone su cui si sale consapevoli di assistere a una storia sopra le righe che però non riesce a prendersi abbastanza alla leggera in più di un’occasione.