Dumbo, la recensione del film di Tim Burton

Dumbo

A quasi dieci anni da Alice in Wonderland, Tim Burton torna a collaborare con la Disney, per la quale dirige un nuovo adattamento in live action. Il regista di Edward Mani di Forbice si dedica stavolta alla favola di Dumbo, quarto classico d’animazione Disney, avvalendosi di attori quali Danny De Vito, Michael Keaton, Eva Green e Colin Farrell. Per la realizzazione del film Burton sposa perfettamente la natura dell’originale, riadattandone le tematiche al proprio, celebre, stile, e realizzando così uno dei suoi migliori film degli ultimi anni.

 

La storia ha inizio nel 1919, quando Holt Farrier (Colin Farrell), ex star del circo, ritrova la sua vita messa a soqquadro quando torna dalla guerra, privo di un arto. Non potendo più eseguire i suoi numeri a cavallo, il proprietario del circo, Max Medici (Danny De Vito), lo ingaggia per prendersi cura di un elefante appena nato, le cui orecchie giganti lo rendono oggetto di scherno di un circo in difficoltà economiche. Tutto cambia quando i due figli di Holt, Milly e Joe, scoprono che il piccolo elefante, chiamato Dumbo, è in grado di volare.

Dumbo, il film

Quando Tim Burton fu nominato regista dell’adattamento del film Disney, si temeva che lo stile e la poetica dell’autore sarebbero nuovamente state sacrificate in nome di un prodotto più affine alla grande major. Ciò che avviene invece in Dumbo è un ottimo compromesso tra il canone Disney e quello dell’autore di film come Beetlejuice. La mano di Burton c’è, si avverte e si vede per l’intero film, manifestandosi poi ancor più apertamente in quelle che sono, non a caso, le sequenze più belle del film.

Burton prende la materia del film e ne riadatta alla sua esperienza le tematiche già di loro a lui così confacenti. Il diverso torna ad essere protagonista di un suo film. Quel diverso che nonostante gli scherni altrui arriverà a fare dei propri difetti qualcosa di prezioso. Il piccolo Dumbo diventa così l’ennesima rappresentazione che l’autore fa di sé, e all’interno del quale infonde tutta la bontà di cui i suoi reietti sono ricchi. A colpire sono proprio gli occhi di Dumbo, quegli occhi attraverso cui Burton ha sempre saputo far esprimere i suoi personaggi. I grandi occhi azzurri, così come l’intero elefantino in sé, raggiungono un realismo nuovamente sbalorditivo, capace non solo di comunicare ma di emozionare.

Ed è proprio sotto questo punto di vista che Burton vince un’altra sfida. L’autore riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore, senza il bisogno per far ciò di ricorrere a mezzi facili. La drammaticità degli eventi non viene mai calcata, ma mostrata quel tanto che basta per generare un emozione, e il film in sé ne regala di molteplici. Merito anche della struggente e vivace colonna sonora realizzata da Danny Elfman, da sempre alter ego musicale del regista, che conferma ancora una volta di saper sempre dotare le immagini di Burton dell’accompagnamento più adatto.

Dumbo non è, e probabilmente non voleva essere, il ritorno del Tim Burton di un paio di decenni fa. Ma è la prova di un autore capace ancora, con il giusto materiale tra le mani, di regalare grande intrattenimento e grandi emozioni. È un Burton che cura nel dettaglio tutto ciò che c’è sul set, per restituire quella sensazione di materialità che lo ha sempre contraddistinto. Un Burton che, tornando a parlarci di diversità, si dimostra particolarmente attuale, e che come sempre riesce a rendere i suoi film delle favole in grado di raccontare molto più di quel che sembra.

Dumbo, il trailer

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
dumbo-recensioneDumbo non è, e probabilmente non voleva essere, il ritorno del Tim Burton di un paio di decenni fa, ma è la prova di un autore capace ancora, con il giusto materiale tra le mani, di regalare grande intrattenimento e grandi emozioni.