Dalla Cina soffia da tempo un vento sospeso tra innovazione e tradizione: il cuore radicato nel passato e in una tradizione ricca e millenaria, ma la testa e gli occhi proiettati oltre la frontiera del presente. Lo dimostrano le pellicole prodotte nell’ultimo decennio, nonostante i lunghissimi tempi delle produzioni cinesi (il loro modo di lavorare prevede una tempistica talmente dilatata da poter permettere la perfezione formale, ma non di ottimizzare i piani produttivi) prodotti interessanti anche quando ci si allontana dalla zona del film d’autore avviandosi lungo il crinale del film commerciale, come dimostra questo Monster Hunt, diretto dal debuttante Raman Hui in una pellicola live- action girata nella propria lingua madre, un regista che ha costruito la propria carriera lavorando alla trilogia di Shrek.
Nel suo primo lungometraggio recupera le atmosfere fiabesche raccontando la storia di un mondo fantastico dove i mostri convivono insieme agli umani, almeno finché –dopo una sanguinosa guerra – gli umani non cacciano i mostri relegandoli a vivere nascosti sulla montagna oscura, pena: la loro cattura e la successiva morte. Questo fragile equilibrio rimane intatto, almeno fino all’avvento di una profezia: la nascita del nuovo re dei mostri porterà ad un cambiamento epocale, in grado di ristabilire gli equilibri. Involontariamente si ritrovano coinvolti in questa storia Xiaonan, una cacciatrice di mostri ambiziosa e pronta ad incassare la taglia sul piccolo mostro, e il tranquillo Tianyin, giovane sindaco di un piccolo villaggio che si ritrova costretto, suo malgrado, a fare da padre putativo al nuovo re cercando di preservare la sua vita dai pericoli.
Il film è un gustoso
mix tra tradizione, gusto orientale e innovazioni in CGI:
l’interessante esperimento live- action “made in China” funziona ed
intrattiene, trovando quell’equilibrio da prodotto
mainstream in grado di divertire i più grandi ed i più
piccoli, rispolverando ed aggiornando i capisaldi della cultura
cinese e nello specifico del wuxiapian come genere
leader, ma contaminandolo con una buona dose di umorismo,
sarcasmo, romance e buoni sentimenti, come nella migliore
tradizione per una fiaba 2.0 dei giorni nostri. Interessante l’uso
della CGI e degli effetti speciali, importanti per ricreare un
immaginario millenario popolato da mostri, leggende, magie e
stregonerie che si annidano da sempre nel cuore pulsante della
Cina.