Halloween: la recensione del film di David Gordon Green

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Che il movimento Me Too abbia provocato una serie di danni collaterali al sistema hollywoodiano è indubbio, come è altrettanto vero che l’asse di produzioni sembra essersi leggermente spostato verso progetti diretti da donne o con protagoniste donne “forti” in grado di rovesciare le regole del maschilismo al cinema.  Nel 1978 Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter e l’anno successivo Alien di Ridley Scott avevano in qualche modo “anticipato i tempi, in un’epoca in cui i reclami erano più silenti e non vi era alcuna ragione politica dietro quella scelta. Piuttosto sembrava molto più funzionale alla storia e realistico proporre sullo schermo due personaggi che riuscivano a sopravvivere perché scaltri, furbi e intelligenti come solo le donne sanno essere; e non è un giudizio negativo, anzi, semplicemente un dato di fatto.

 

Ciò che colpisce è in che maniera registi e autori contemporanei stanno riflettendo su questo ribaltamento di campo senza rimanere preda della facile morale femminista: ne L’Inganno, Sofia Coppola mostrava con una violenza inedita e una maniacale precisione le varie sfumature e la complessità del carattere femminile in presenza di un predatore, mentre Halloween (che de La notte della streghe è il sequel diretto) non avrà lo stesso spessore né la stessa profondità di sguardo, tuttavia può partecipare al discorso che riflette sulla vendetta invece che sulla rivendicazione.

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Lo fa lavorando al limite della copia dell’originale mentre decide di cambiare alcune dinamiche fondamentali: così, se nel film di Carpenter era Michael Myers a inseguire la sua vittima, qui è Laurie Strode a impugnare il fucile. È lei che dà la caccia all’uomo nero, che detta le regole del gioco e il ritmo della partita, che “apre l’armadio” sorprendendo il suo incubo (l’esatto contrario di quanto accadeva nel ’78). Dall’altra parte gli uomini – mariti, fidanzati, amici, poliziotti, non sembrano mai in grado di gestire il pericolo sotto pressione, e vengono ritratti come individui sciocchi e superficiali; loro provano ad azionare una trappola per topi e falliscono, Laurie (Jamie Lee Curtis) con figlia e nipote metteranno in scena un piano ben più complesso.

Halloween è la dimostrazione che non tutte le storie di vendetta devono essere interpretate come atti politici, perché esiste una gamma infinita di possibilità – scenario che contempla pure percorsi scomodi e immagini sgradevoli – per i personaggi femminili. Quando ce ne renderemo conto si uscirà finalmente da certi schemi che, oggi più che mai, stanno soffocando la bellezza del cinema e l’atteggiamento critico nei confronti di queste opere.

Trailer del film Halloween di David Gordon Green

Sommario

Halloween è la dimostrazione che non tutte le storie di vendetta devono essere interpretate come atti politici, perché esiste una gamma infinita di possibilità - scenario che contempla pure percorsi scomodi e immagini sgradevoli - per i personaggi femminili.
Cecilia Strazza
Cecilia Strazza
Redattore e critico cinematografico per Cinefilos e Sentireascoltare.

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