Sofia Coppola: 10 cose che non sai sulla regista

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Una delle poetiche più affascinanti del nuovo cinema statunitense, è quella della regista Sofia Coppola. Sin dal suo folgorante esordio, l’autrice si è imposta per il suo originale modo di raccontare importanti fasi di passaggio della vita o sentimenti universalmente condivisi, e ad oggi è una delle voci più mature e influenti del panorama cinematografico.

Ecco 10 cose che non sai di Sofia Coppola.

Parte delle cose che non sai sulla regista

Sofia Coppola Lost in Translation

Sofia Coppola: i film da lei realizzati

10. È regista e sceneggiatrice di celebri film. Il film di debutto della Coppola risale al 1999, ed è Il giardino delle vergini suicide, con protagonista Kirsten Dunst. Nel 2003 firma il suo secondo lungometraggio, Lost in Translation, con Bill Murray e Scarlett Johansson, che le permette di affermarsi a livello internazionale. Suoi successivi film sono poi stati Marie Antoinette (2006), Somewhere (2010), con Elle FanningBling Ring (2013), con Emma Watson, e L’inganno (2017), con Nicole Kidman. La regista ha poi firmato anche uno speciale film televisivo per Netflix intitolato A Very Murray Christmas (2015), mentre nel 2020 è previsto il suo ritorno al cinema con On the Rocks, con Rashida Jones.

9. È stata anche attrice. L’ingresso nel mondo del cinema per la Coppola è avvenuto sin da bambina, in qualità di attrice nei film diretti dal padre. I suoi primi piccoli ruoli risalgono infatti ai film Il padrino (1972), Il padrino – Parte II (1974), I ragazzi della 56ª strada (1983), Rusty il selvaggio (1983), Cotton Club (1984), Peggy Sue si è sposata (1986) e Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988). ottiene poi un ruolo di maggior rilievo in Il padrino – Parte III (1990), dove recita accanto ad Al Pacino nei panni di Mary Corleone. Uno dei suoi ultimi ruoli da attrice risale invece al film Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999).

8. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Con il film Lost in Translation, l’autrice si afferma ulteriormente all’interno dell’industria, arrivando ad ottenere il suo primo premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Per la stessa pellicola viene nominata anche come miglior regista e per il miglior film. Nel 2010 le viene invece assegnato il Leone d’oro, il premio più importante della Mostra del Cinema di Venezia, per il film Somewhere. Nel 2017, al Festival di Cannes, vince invece il Prix de la mise en scène per la sua regia di L’inganno.

Sofia Coppola in Star Wars

7. Ha fatto un cameo nella celebre saga. Anche la Coppola è entrata, seppur senza farsi notare, a far parte della galassia lontana lontana di Star Wars. Nel film del 1999, Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, l’attrice appare brevemente nel ruolo di una delle ancelle che accompagnano la principessa Amidala, interpretata dall’attrice Natalie Portman. Ricordando l’esperienza, ha raccontato di essersi recata sul set per assistere allo svolgimento delle riprese, e il regista George Lucas sul momento le chiese se voleva comparire in scena, occasione che la Coppola non si lasciò sfuggire.

Sofia Coppola in Il Padrino

6. Ha avuto ruoli diversi all’interno della trilogia. Sofia Coppola ha interpretato la figlia di Michael Corleone in Il Padrino – Parte III, nonostante abbia vestito i panni della nipote ne Il Padrino del ’72 e di una bambina senza nome su una nave de Il Padrino – Parte II. La Coppola ottenne il ruolo nel terzo film della trilogia dopo che Winona Ryder dovette rifiutare per via di altri impegni.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sofia Coppola Somewhere

Sofia Coppola e Marie Antoinette

5. Ha cercato un nuovo punto di vista sulla figura storica. Nel raccontare la vita della sovrana Maria Antonietta, la regista desiderava esaltarne l’aspetto umano, raffigurandola come una ragazza sconnessa dalla realtà, che finisce con il trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per questo motivo, decise di basarsi sulla biografia scritta da Antonia Fraser, poiché giudicava quella ben più nota di Stefan Zweig troppo rigida nei confronti della regina.

4. Avrebbe dovuto essere il suo secondo film. Inizialmente la produzione del film era prevista subito dopo Il giardino delle vergini suicide. Tuttavia, incontrando diverse difficoltà nel confrontarsi con la realtà storica della vicenda, la Coppola preferì dedicarsi ad un altro progetto per potersi temporaneamente distrarre. Realizzò così Lost in Translation, il cui successo la aiutò a ridare vita a Maria Antoinette.

Sofia Coppola dirige Somewhere

3. Non era convinta sulla scelta di casting dei produttori. Somewhere racconta del delicato rapporto tra un padre, attore in declino, e la sua giovane e candida figlia. Per interpretare quest’ultima, i produttori suggerirono alla Coppola l’attrice Elle Fanning, divenuta celebre in quegli anni. La regista non era però convinta a riguardo, temendo che si trattasse della tipica bambina attrice di Hollywood. Dopo averla incontrata, però, si ricredette, trovando la Fanning caratterialmente forte e brillante.

2. Non voleva raccontare la classica storia su Hollywood. Con Somewhere, la Coppola si è spinta per la prima volta a raccontare il mondo del cinema, facendolo però a suo modo. Il film tocca infatti solo in modo marginale la vita all’interno dell’industria, e lo stesso personaggio protagonista pur essendo un attore non viene mai visto intento a recitare su qualche set. Per la regista era più importante raccontare gli effetti della celebrità su di lui come uomo e padre.

Sofia Coppola non è su Instagram

1. È molto riservata. La regista ha più volte dichiarato di voler mantenere un basso profilo pubblico, tenendosi dunque lontana dai social network e garantendo così alle proprie figlie di poter vivere un’adolescenza lontana dai riflettori. Su Instagram è tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, dove vengono pubblicati gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da autrice.

Fonte: IMDb

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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