Ho cercato il tuo nome: recensione del film con Zac Efron

Ho cercato il tuo nome

Un caloroso bentornato a Zac Efron sul grande schermo. Dopo le performance più canore che si possano, questa volta decide di infilarsi mimetica ed elmetto, e di interpretare, con muscoloso impegno, un giovane e romantico marine in Ho cercato il tuo Nome. Il suo personaggio, Logan, torna dopo la terza missione in Iraq, vivendo lo sconvolgimento provato da ogni veterano all’arrivo a casa. Ciò che sul campo di battaglia gli aveva dato la forza per resistere alla disperazione, era stato il ritrovamento di una foto raffigurante una giovane sorridente e bionda (Taylor Schilling), infilata provvidenzialmente tra esplosioni e dune di sabbia. Così, una volta giunto in suolo patrio, decide di avviare intense ricerche via web. Carpisce dallo sfondo dell’immagine qualcosa che gli possa far identificare la provenienza della ragazza, e si avvia, con il fido compagno a quattro zampe Zeus, in una scarpinata lunga dal Colorado fino alla Louisiana, onde ringraziare l’inconsapevole fanciulla di avergli salvato la vita.

 

Ho cercato il tuo Nome, il film

All’arrivo, la diffidenza della bella Beth la fa da padrone: piena di problemi fino al collo, ma con l’immancabile voglia di ricominciare. Ragazza madre con bimbo boccoloso e geniale al punto giusto, con un ex marito onnipresente despota e figlio di papà, fresca di lutto per il fratello – anche lui marine – mai più tornato dall’Iraq. Sarà, perciò, proprio la profetica nonnina-sprint (Blythe Danner, l’affascinante mamma di Gwyneth Paltrow), che assumendo Logan nel loro canile di famiglia, farà finalmente trovare i due ragazzotti languidamente occhi negli occhi. Trasposizione cinematografica dell’ultimo romanzo dello scrittore Nicholas Sparks (Le Parole che non ti ho detto, I Passi dell’Amore), prodotta sempre dalla Di Novi Pictures, per la regia di Scott Hicks (candidato all’Oscar nel 1997 per Shine).

Si riconfermano le tematiche del narratore Sparks che crede fermamente che nella forza dell’amore si stanzi ogni propulsore che muove l’universo mondo, al punto da ammutinare un Signor Destino che è sempre alla scrivania a progettare nuove rotte. Il regista Hicks, dal canto suo, si cimenta in nuovo romantic drama molto patriottico e che si prende anche fin troppo sul serio. Anche se, in fondo in fondo, la storia d’amore con tutti i suoi elementi al punto giusto, tocca le universali tenere corde di ogni spettatore degno di tale nome. L’ormai 25enne Zac Efron è cresciuto, ha intervistato un sacco di marines per entrare per bene nella parte, e adesso si sente pronto per cavalcare sempre più l’onda del successo. Noi ci auguriamo per lui che si allontani un po’ di più dalla canonica e asfissiante Hollywood.

Una nota di merito alla suggestiva fotografia di Alar Kivilo (recentemente al lavoro per Bad Teacher e The Blind Side), complice anche un Mississippi e una New Orleans dai magici tramonti cristallini.

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