C’è chi sogna di essere parte di eventi
straordinari e chi ci si ritrova dentro per caso: Allan Karlsson fa
parte della seconda categoria di persone. Arrivato alla soglia dei
cent’anni, le ha viste proprio tutte: dalla cena con Stalin alla
inconsapevole collaborazione all’invenzione della bomba
atomica.
Il personaggio nato dalla penna di
Jonas Jonasson, che nel 2011 ha pubblicato il
romanzo da cui è tratto il film, sembra essere una caricatura di
Forrest Gump, solo che è svedese, con un bel po’ di anni in più e
naturalmente comico nella sua assoluta imperturbabilità. Adattato
per il grande schermo da Felix Herngren, che ha
pensato bene di affidare il ruolo di Allan a Robert
Gustafsson (più di una volta vincitore del titolo di Uomo
più divertente della Svezia), la commedia che ne viene fuori è un
raro esempio di rappresentazione sofisticata dell’assurdo, leggera
come può (inaspettatamente) essere anche una vita lunga cent’anni,
“perché la vita è com’è, e sarà come sarà”. Allan, che
diserta la sua festa di compleanno in una casa di riposo uscendo
dalla finestra, è risucchiato in una serie di strambi eventi di cui
forse proprio il suo modo di essere è motore. Nella sua follia e trascina
persone incontrate per caso, dando vita ad un viaggio
paradossalmente casuale, così come casuale è stata la sua stessa
vita, che sembra essersi scritta da sé, senza molti sforzi da parte
del protagonista, trascinato da un evento (straordinario) all’altro
che ci divertende con la comicità pulita di una sceneggiatura ben
costruita e un personaggio che funziona come pochi, regalando un
cinema di intrattenimento di alta qualità.
Il film di Herngren va quindi a trovare un posto speciale non solo nell’ambito del genere della commedia – che è già molto più complicato di quanto si possa pensare -, ma anche perché ci mostra il lato solare e ridente della Svezia, facendoci dimenticare di quello un po’ cupo e diffidente a cui siamo più abituati. E, per di più, è un raro esempio di pellicola tratta da un romanzo che non può deludere le aspettative del lettore, lasciando perfettamente intatto il senso profondo (che non deve essere per forza drammatico) che c’è dietro ogni forma di umorismo.
In uscita nelle sale italiane il 24 Aprile, Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, è una delizia che non ci si può far scappare, anche se la durata leggermente eccessiva rischia di far calare l’attenzione dello spettatore. Tuttavia è certo che Allan sarà in grado di ricatturarla dopo pochissimo per merito della capacità singolare di Gustafsson di divertire il pubblico, della sceneggiatura arguta e dei bravissimi costumisti, che fanno sentire forte la loro presenza nella messa in scena.