Il pasticciere recensione del film con Antonio Catania

il pasticciereIngenuo e sensibile pasticciere diabetico, Achille Franzi (Antonio Catania) ha passato l’esistenza chiuso in un laboratorio, cucinando dolci per gli altri e seguendo pedissequamente i consigli del defunto padre. Un manuale che egli applica in maniera rigorosa anche nella vita quotidiana, ricercando in essa l’ordine e la rassicurante prevedibilità tipiche delle ricette.

 

Ma un giorno si ritrova costretto ad affrontare il mondo esterno e i suoi pericoli, vestendo i panni di un finanziere spregiudicato coinvolto in una super truffa. Il viaggio che intraprende verso la vicina Croazia, desolata e spettrale “terra di nessuno”, lo farà entrare in un giro malavitoso dal quale non potrà più uscire, aiutato e al tempo stesso intralciato dalla sensuale Angela (Rosaria Russo), e da un falso avvocato (Ennio Fantastichini). Su di lui indaga una scrupolosa poliziotta (Sara D’amario), decisa ad identificare e far crollare il macchinoso gioco ordito ai danni dello stesso pasticciere.

Il regista Luigi Sardiello, qui anche autore del soggetto e della sceneggiatura, ha cercato con Il Pasticciere di unire generi diversi, facendo incontrare gli elementi tipici del noir con una commedia agro-dolce ai limiti del surreale. Ecco allora che le grigie ambientazioni notturne, le figure dei “cattivi” e il topos dell’omicidio vengono (forzatamente) accostati alla figura del “buono”, dell’individuo candido e ingenuo che sembra non avere la benché minima cognizione di come possa essere spietata la vita “reale”. Un’operazione che, seppur encomiabile nei suoi intenti e – in fondo – nella sua originalità, non ha dato i frutti sperati, quei frutti che ci si sarebbero potuti aspettare da un’idea di partenza niente affatto male, ma anche – diciamocelo – dalla presenza del solitamente bravo Antonio Catania.

E in effetti, l’interessante spunto iniziale soffre per la sceneggiatura mal sviluppata,  per una trama che mostra qua e là delle crepe, mancando spesso di credibilità nello sviluppo delle situazioni come dei personaggi (vedasi, ad esempio, la scena dei due poliziotti imbambolati dalle spiegazioni di Achille che ha appena sotterrato un pc).

Anche i dialoghi sono privi di ritmo, e peccano dell’ingenuità che dovrebbe appartenere unicamente al protagonista, ma che invece finisce per contagiare anche il resto dei personaggi. Un candore che risulta mal costruito a monte, nello script, e che porta anche un attore come Catania (sempre apprezzabile nelle sue precedenti e svariate performance) ad avere difficoltà nel trovare le giuste sfumature per il suo Achille. Il risultato è un calcare troppo la mano sulla purezza del personaggio, rendendola eccessiva e a tratti fuori luogo, quasi inverosimile.

Rosaria Russo, nei panni di Angela, interpreta una figura di donna stereotipata, la bella prostituta straniera alla mercè del criminale di turno, e lo stesso Fantastichini stenta nel dare al suo “avvocato” un volto ed una psicologia verosimili.

Insomma, forse ci si aspettava qualcosa in più dal “Pasticciere”, anche pensando a quel Premio Speciale “Cinebo Award” che il film si è portato a casa alla XIV edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Ed è un peccato, date le discrete potenzialità  di quello che, per il regista, è il secondo lungometraggio, preceduto dal “Piede di Dio” che nel 2009 gli valse diversi premi.

Sembra quasi che, nel suo tentativo di dare forma ad un <<film di confine>>, nella confusa ricerca del mix noir/commedia amara, Sardiello abbia fatto il passo un po’ più lungo della gamba. Come il suo protagonista.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!