Isole: recensione del film Stefano Chiantini

Isole film

Tre esistenze, tre solitudini diverse che s’incontrano e si uniscono all’interno di una casa canonica sull’isola di Capraia, per dare forma a nuovi legami e prospettive di vita. È quanto accade in Isole, terzo lungometraggio diretto da Stefano Chiantini e prodotto dalla Obraz Film, nelle sale dall’11 maggio.

 

L’anziano Don Enzo (un magnifico Giorgio Colangeli) fa da padre putativo a Martina (Asia Argento), da tutti soprannominata “la pazza” a casa del mutismo in cui si è rinchiusa da anni. L’equilibrio su cui si regge il loro rapporto viene sconvolto dall’arrivo di Ivan (buona la prova di Ivan Franek), immigrato clandestino in cerca di lavoro. Dopo un’iniziale diffidenza, il giovane riuscirà a stabilire una forma di contatto con entrambi, stringendo amicizia con il vecchio prete e ponendo le basi di un amore timido e silenzioso con la ragazza. Una relazione che è costretta a fare i conti con i pregiudizi della piccola comunità dell’isola – a partire dalla sorella di don Enzo Wilma (Anna Ferruzzo), convinta dell’instabilità mentale di Martina e per questo decisa a farla ricoverare.

I tre protagonisti vengono seguiti lungo un percorso di riscoperta di sé, un percorso che li porterà a mettersi in gioco e ad affrontare la vita in maniera diversa, consapevoli che la chiave per la sopravvivenza sta nella comunicazione reciproca e nell’apertura verso l’altro.

Chiantini firma la regia di un ottimo film indipendente, in cui il paesaggio – splendidamente fotografato da Vladan Radovic – è il simbolo di una natura incontaminata, cui l’uomo può e deve ricongiungersi. Un film che restituisce dignità e importanza al valore del silenzio, delle immagini, dando spazio ad un cinema di riflessione in cui il non-detto ha un ruolo primario nel susseguirsi degli eventi. Lo sguardo dell’autore si concentra principalmente sul tema della diversità, sull’idea che chi non si adegua al modus vivendi del gruppo viene automaticamente relegato ai margini della società stessa.

Asia Argento riesce a “spogliarsi” d’ogni sovrastruttura recitativa, per ritrarre nei suoi silenzi una donna fragile, sottile, ma al tempo stesso animata da una forza interiore che fatica ad uscire e a mostrarsi al mondo – il tutto senza mai proferire parola. Presentato al Festival di Toronto e all’Italian Film Festival di Londra, Isole esce al cinema e online quasi in contemporanea: sarà infatti visibile gratuitamente dal 16 maggio su Repubblica.it.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!