John Wick 4, la recensione del ritorno di Keanu Reeves

Si avvicina - forse - la conclusione della saga, ma non c'è pace per il l'anti-eroe protagonista

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Dopo l’exploit del 2014, come noto, l’ex killer di Keanu Reeves è diventato a furor di popolo il protagonista di una saga a lui dedicata. Che negli anni ci ha fatto viaggiare attraverso diversi mondi, attraversare diverse fasi e non pochi alti e bassi, fino ad arrivare al John Wick 4 che vedremo nei nostri cinema dal 23 marzo grazie a 01 Distribution. Si aspettava un gran finale, e in parte le attese non saranno deluse, comprese quelle dei fan che vorrebbero il viaggio non finisse mai (in attesa dello spin-off Ballerina a marzo 2024), ma in questo – per ora – ultimo capitolo si torna alle origini dell’anti-eroe in nero. Con qualche sorpresa.

 

John Wick, l’immortale, senza tregua

Lasciato per morto in un vicolo di New York, sapevamo che John Wick sarebbe tornato con l’aiuto del Re della Bowery di Laurence Fishburne, come lui assetato di vendetta e intenzionato a opporsi alla Gran Tavola. Per farlo, però, stavolta si dovrà lasciare la “città Dolente” dell’incipit dantesco, per la più classica delle quest. Che ci porterà in Giordania a conoscere il nuovo Reggente, a New York per scoprire il destino del Continental – e della coppia che lo gestiva, composta dall’immancabile Winston (Ian McShane) e il suo fidato Charon (l’appena scomparso Lance Reddick) – fino in Giappone e in Francia, dove vedremo svilupparsi le trame del crudele Marchese di Bill Skarsgård.

Lui il vero villain di questo quarto episodio della saga, soprattutto per il suo opporsi alla volontà di pace, di liberazione, di Wick, ormai provato dalla lunga lotta. Uno spietato e potentissimo deus ex machina, in grado di controllare la Gran Tavola e i suoi affiliati, compresi alcuni vecchi amici del solitario John, rassegnato a non potersi fidare di nessuno, o quasi.

John Wick 4: “l‘ultimo” combattimento

Come in una sorta di Game of Death, tutto è costruito per arrivare all’incredibile – e forse risolutivo – ultimo combattimento di Chen, ma nemmeno Bruce Lee avrebbe pensato di affrontare un percorso tanto articolato per raggiungere l’obiettivo. E non è un caso che, se in altre occasioni il nostro protagonista arrivava alla fine della sua Odissea mortalmente ferito e a rischio sopravvivenza, in questa lo si veda (semplicemente) stanco, come non mai, letteralmente esausto, dalle lungaggini alla quale hanno scelto di sottoporlo/ci Shay Hatten e Michael Finch.

john wick 4 keanu reevesLoro i due sceneggiatori chiamati a non far sentire la mancanza del creatore Derek Kolstad, la perdita del quale in parte fa sì che la storia vada dritta a un solo punto, per quanto tra molti innesti e digressioni, per essere in qualche maniera compensata da una estetica brutale, che alterna il minimalismo degli inizi con la ricerca di scenografie da videogioco a tratti vista nei sequel.

Di duello in duello, il viaggio continua

Una generale indeterminatezza è la miglior novità di questo John Wick 4, nel quale si ha sempre il dubbio sulle reali intenzioni o convenienze dei vari personaggi. A partire da quelli – molto importanti, forse anche per il futuro – del Caine di Donnie Yen e lo Shimazu di Hiroyuki Sanada (e sua figlia) che incontriamo al Continental di Osaka in una spettacolare sequenza. Una delle tante che infarciscono il film, che tra la mattanza nella discoteca berlinese e la sparatoria ‘contro mano’ dell’Étoile di Parigi, si concede momenti carichi di una autoironia palpabile, o dominante, come per la salita al Sacro Cuore con la quale dovrebbe mettersi la parola fine a una lunga corsa.

Che avrebbe potuto finire prima, vista la trovata da ‘Writers room‘ del duello, poco presentabile quanto a coerenza interna, ma definitiva quanto a funzionalità. In attesa di un possibile prossimo capitolo, prepariamoci a un ulteriore regolamento di conti con figure del suo passato o a una lotta definitiva per il trono di Re di New York, dove speriamo di veder tornare John, finalmente libero, per godersi la sua agognata e meritata pensione, magari con un nuovo cane.

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