Joker: Folie à Deux, recensione del film di Todd Phillips – Venezia 81

Il film è il sequel del grande successo del 2019 che vinse il Leone d'Oro a Venezia 79.

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Dopo il travolgente successo del primo film, con tanto di corsa agli Oscar e premio al Miglior attore per Joaquin Phoenix, Todd Phillips torna a raccontare le tragedie di Arthur Fleck, con Joker: Folie à Deux, presentato in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. A Phoenix che torna nei panni lisi e stinti di Fleck, si unisce Lady Gaga che interpreta una nuova versione di Harley Quinn.

 
 

La trama di Joker: Folie à deux

Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini, visti sul grande schermo nel film del 2019. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé. Questa è la sinossi originale del film, breve e per certi versi criptica, nella misura in cui sembra promettere qualcosa di molto diverso rispetto a quello che il film racconta.

La prima precisazione da fare è che Joker: Folie à Deux è un musical vero e proprio, di quelli in cui i protagonisti cominciano a cantare nel mezzo dell’azione e tutto diventa come in un sogno, con tanto di balletto annesso. La prospettiva è sicuramente straniante ma coraggiosa da parte di Phillips che dopo aver confezionato un film che è piaciuto a tantissimi, spettatori e critici, cambia completamente obbiettivo e si mette di nuovo in gioco.

Joker: Folie à deux formalmente gemello al precedente

Joker: Folie à Deux film 2024

Da un punto di vista formale, Joker: Folie à Deux è un film gemello rispetto al suo predecessore: lo stile è freddo e plumbeo, distaccato, eppure appassionato nella messa in scena di queste creature interrotte e spezzate. Quello che viene meno, e forse è il più grande peccato del film, è che in questo caso non abbiamo più quell’anima forte e ferita che ci aveva fatto simpatizzare con il protagonista e che aveva indagato le ragioni della sua follia. Non c’è la Gotham gonfia di odio, la società scostante e priva di compassione, non c’è nessun contesto sociale in cui inserire questo personaggio. Solo delle guardie carcerarie gratuitamente crudeli che sembrano svolgere pigramente il loro ruolo di contrappunto.

Anche il rapporto con Harley Quinn è estremamente sfuggente e inedito rispetto a quello che ci hanno abituato fumetti, film e cartoni animati. In questo racconto oscuro, è la Quinn di Gaga ad avere il ruolo di potere, nella coppia. Lei, con prepotenza si inserisce nella vita pigra di Arthur e gli dà la speranza: dopo averla incontrata lui non si sente più solo, ed è quello che serve, quello che conta per salvarsi. Ma Harley non ama Arthur, ama Joker. E in questo film ci rendiamo conto, con un finale spiazzante e anticlimatico, che Arthur Fleck non è Joker più di quanto non sia sano di mente. Non c’è uno sdoppiamento in lui, quello che abbiamo visto nel primo film è solo uno sfogo violento che, di fronte alla possibilità concreta dell’amore, si ridimensiona. Dopotutto il primo film lo diceva con grande eleganza: sarebbe bastato un gesto di comprensione e affetto.

Una coppia folle

Joker: Folie à Deux

Joaquin Phoenix e Lady Gaga dimostrano grande complicità e chimica, sullo schermo, e sono molto credibili nei panni degli amanti disturbati, tuttavia non godono della migliore delle sceneggiature e persino le musiche e canzoni originali composte apposta per il film si rivelano deboli e ripetitive. Joker: Folie à Deux manca di anima e, nonostante la forma e le performance, è una mancanza troppo grande per essere nascosta dietro al cerone da clown.

2.5

Sommaio

Joker: Folie à Deux manca di anima e, nonostante la forma e le performance, è una mancanza troppo grande per essere nascosta dietro al cerone da clown.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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