L’innocent: recensione del film di e con Louis Garrel

Presentato fuori concorso a Cannes, arriva alla Festa di Roma il quarto film da regista di Louis Garrel.

L'innocent recensione film

L’innocent di Louis Garrel fa parte della sezione Best of 2022 della Festa del Cinema di Roma. Al centro, l’amore, di coppia e filiale, il riscatto sociale, le seconde possibilità. Una crime story romantica e soprattutto, molto divertente, parzialmente ispirata alla biografia del regista e attore francese.

 

La trama de L’innocent

Abel, Louis Garrel, è un uomo fin troppo tranquillo, per meglio dire, un pessimista tendente al depresso, con un grave lutto alle spalle. Quando scopre che sua madre Sylvie, Anouk Grinberg, che lavora in un carcere, sta per sposare il detenuto Michel, Roschdy Zem, un uomo corpulento dall’aspetto truce, Abel perde la testa. Farebbe qualsiasi cosa per proteggere sua madre. Anche se la sua migliore amica, Clémence, Noémie Merlant (Ritratto della giovane donna in fiamme), cerca di dissuaderlo, Abel inizia a pedinare il patrigno, convinto che abbia qualcosa da nascondere. Lo conoscerà poi meglio e accetterà di far parte di qualcosa di inedito per lui. A causa di questo passaggio all’azione, molte cose nella sua vita cambieranno.

Una questione di famiglia

Lo spunto della vicenda de L’innocent è autobiografico. Come ha chiarito lo stesso regista, il film vuole essere una sorta di lavoro complementare a quello realizzato da Brigitte Sy, madre di Garrel, dal titolo Les mains libres del 2010, in cui Sy racconta il suo matrimonio in carcere, dove ha lavorato per anni. Louis Garrel, diciottenne all’epoca dei fatti, ha dichiarato di voler raccontare la vicenda dal proprio punto di vista. È così che nasce il film. Un viaggio leggero e francamente divertente a spasso tra i generi, che gioca sull’inversione dei ruoli tra madre e figlio e sui cambi di prospettiva. Chissà, poi, che non derivi anche da questa singolare vicenda familiare l’abitudine alla contaminazione e all’eclettismo, a non porsi limiti di stile, di scrittura, trovando soluzioni sempre interessanti e creative.

L'innocent film recensioneUna commedia estrosa e accattivante, una ventata d’aria fresca

Dopo L’uomo fedele e La crociata, Garrel torna alle origini, confezionando una commedia esilarante e piena di colpi di scena. Accadono molte cose, ma questo succede in molti film e non è di per sé garanzia che il lavoro sia avvincente, anzi. L’innocent poteva essere confuso, invece il regista ha le idee ben chiare su ciò che vuole dire e su come dirlo in modo originale.

Garrel si muove nel suo elemento coltivando, giustamente, quella vena buffa, clownesca ed estrosa, che lo contraddistingue e sarebbe un peccato non sfruttare.

Il regista e attore sceglie anche gli altri interpreti in modo che possano adattarsi ai diversi registri del film: commedia, noir, film d’azione, ma anche film romantico. Così, Roschdy Zem, ad esempio, esplora nel personaggio di Michel il proprio lato amorevole e una sensibilità spiccata, mentre GarrelNoémie Merlant – bravissima – rivelano un lato un po’ folle, intraprendente e temerario, oltre a dare spazio a una frizzante vena comica. Particolare attenzione è riservata alla mimica: i loro volti dicono tutto. Ci si diverte, si ride di gusto. L’innocent è leggero, frizzante, ma non futile. Come una ventata d’aria fresca, è lì a ricordare che non tutti i mali vengono per nuocere e che a volte nella vita c’è bisogno di un cambiamento, anche estremo, per trovare la forza di ripartire. Si tratta di un lavoro estroso e accattivante. C’è bisogno di commedie così, che continuano a far ridere lo spettatore anche dopo che ha lasciato la sala. L’uscita al cinema de L’innocent è prevista per gennaio 2023.

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