Festa di Roma 2016: La Principessa e l’Aquila recensione

La Principessa e l’Aquila

Per il suo esordio alla regia, Otto Bell decide di raccontare in un avvincente documentario, The Eagle Huntress, distribuito in Italia da I Wonder Pictures con il titolo La Principessa e l’Aquila, la storia vera di Aisholpan, una tredicenne mongola con un sogno che va contro la tradizione e i costumi della sua tribù.

 

La ragazza desidera diventare una cacciatrice con l’aquila, una disciplina vera e propria che nei millenni è sempre stata una prerogativa maschile e che ha fatto eccellere la sua famiglia, prima il nonno e poi il padre, nella comunità mongola di appartenenza, con diverse vittorie al Golden Eagle Festival, a cui partecipano tutti i cacciatori delle tribù circostanti. Nonostante la diffidenza e la disapprovazione degli anziani, Aisholpan, sostenuta dal padre, e dopo aver ricevuto la benedizione del nonno, comincia il suo addestramento. La cattura dei cucciolo di aquila, la formazione di un legame con il regale rapace, la tecnica di caccia vera e propria, fino al momento dell’esordio all’importante evento.

La Principessa e l’Aquila arriva alla Festa di Roma con una potenza insospettata

Dopo aver registrato un grande successo al Sundance, al Telluride e a Toronto, La Principessa e l’Aquila arriva alla Festa di Roma con una potenza insospettata. La storia alquanto lineare ma incredibile si avvale di un racconto ricco di momenti di tensione, con note poetiche e tratti in cui il ritmo diventa da film sportivo pur rimanendo fedele alla sua natura di racconto di formazione.

Il paesaggio innevato delle montagne della Mongolia costituisce un paesaggio bello e terribile, uno sfondo possente e crudele, così come lo è la natura in quelle fredde lande, al coraggio di una ragazzina che ha sfidato un pregiudizio. Il film si rivela anche essere una storia di emancipazione femminile in senso più ampio, nel momento in cui fotografa la prima donna che in punta di piedi si fa largo in un mondo che la tradizione ha sempre voluto essere riservato agli uomini.

La Principessa e l’AquilaCiò che coinvolge però nel film di Bell sono le location e la scelta di riprenderle con tecniche d’avanguardia che si discostano dal classico documentario didascalico, raccontando le vicende con il coinvolgimento in prima persona dei protagonisti ma anche utilizzando espedienti drammaturgici e tecnici (tempi di montaggio e angolazioni di ripresa) da cinema action.

La Principessa e l’Aqulia è un’immersione nella natura, nella tradizione ma anche nel sentimento fervido di rivalsa e affermazione, portato a compimento con modestia e naturalezza e con incredibile determinazione.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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