Il primo canale televisivo della Rai, dall’inizio di questo nuovo anno, sta proponendo al suo pubblico molti prodotti che vogliono raccontare il Novecento italiano. Dopo la serie La Storia, tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante e la miniserie La lunga notte – la caduta del Duce ora è la volta de La rosa dell’Istria. Questo film tv in onda in prima serata lunedi 5 febbraio vuole raccontare, attraverso il dramma della famiglia Braico, la tragedia delle Foibe e l’esodo degli istriani scappati dal genocidio del maresciallo comunista jugoslavo Tito, durante gli ultimi anni e la fine dalla seconda guerra mondiale.
La rosa dell’Istria un dramma familiare per raccontare un genocidio
Questo lungometraggio con la regia di Tiziana Aristarco, coproduzione Rai Fiction-Publispei-Venice Film è una storia vera liberamente ispirata al libro intitolato Chi ha paura dell’uomo nero dell’istriana Graziella Fiorentin. La rosa dell’Istria inizia con un lungo flashback, più precisamente alla fine dell’estate del 1943, quando gli italiani che risiedevano nella regione dell’Istria si trovarono nella morsa di due nemici. Da una parte c’erano i partigiani comunisti jugoslavi comandati da Tito, che già avevano attuato la prima ondata di infoibamenti e dall’altra l’ex alleato tedesco cioè i nazisti.
Dopo l’armistizio, quello del 8 settembre, l’esercito italiano restò senza direttive e la popolazione istriana invece priva di ogni difesa, nel frattempo il dittatore Tito avanzava con le sue mire di pulizia etnica per ammettere il territorio istriano alla Jugoslavia e i tedeschi si riorganizzano insieme alle truppe della Repubblica di Salò. La situazione diventa sempre più drammatica tanto che la famiglia protagonista, capitanata dal capofamiglia Antonio Braico, uomo rispettato da tutti e medico di Canfanaro, decide che è il momento di scappare.
Il dottore, interpretato dall’attore Andrea Pennacchi, prenderà questa difficile scelta dopo aver assistito inerme con la figlia diciottenne Maddalena, Grace Kicaj al suo debutto, alla fucilazione di un gruppo di giovani e innocenti carabinieri del paese, da parte dei comunisti slavi che li ritenevano dei fascisti. Quindi nel giro di qualche giorno, Maddalena con la sua famiglia abbandona per sempre la sua terra, la sua casa e anche il suo ragazzo slavo Miran che si è unito ai partigiani di Tito. Purtroppo durante la fuga notturna di nascosto con un treno, Niccolò il figlio maggiore del dottore, l’attore Costantino Seghi, sarà ferito e rimarrà indietro.
Maddalena è la voce di un popolo ferito
I Braico riescono a raggiungere in Italia e cercano riparo presso lo zio Giorgio, Fausto Maria Sciarappa, che lavora come professore e che da anni vive a Cividale, una piccola cittadina del Friuli. Da qui La rosa dell’Istria diventa un racconto di formazione, focalizzato sulla crescita di Maddalena, l’unica figlia di Antonio, che si ritrova spaesata, ritenuta a scuola come una straniera e in lotta con suo padre che la vuole medico. La ragazza invece ama da sempre la pittura e l’incontro con Leonardo, Eugenio Franceschini, un misterioso giovane artista ebreo gli rivoluzionerà per sempre la sua vita.
Dopo i primi mesi in cui l’intera famiglia vive la triste condizione da profughi, sradicati dalla loro terra, dalle loro abitudini e da tutto ciò che prima era la loro vita borghese finalmente Antonio trova lavoro come dottore. I Braico quindi si trasferiscono di nuovo, esattamente in Veneto vicino alla laguna, ma Maddalena continuerà a pensare a Leo, scomparso all’improvviso, ma che dopo qualche tempo riapparirà e convincerà la giovane donna a seguirlo e vivere a Padova con lui per fare la pittrice. Intanto la guerra finisce e Maddalena guardando un cinegiornale al cinema, noterà un volto conosciuto tra i tanti disperati scappati dalla sua Istria e cercherà in tutti modi di ritrovare quella persona che pensava di aver perso per sempre.
La rosa dell’Istria un film che sa dosare vari generi
La rosa dell’Istria fin dalle prime scene mostra il dramma dei profughi istriani per poi tornare alle origini di quando è iniziato tutto. Un film tv melò che parte come un dramma familiare che pian piano diventa un romanzo di formazione di una donna che con il suo spirito lotta per quello che crede. La regia di Tiziana Aristarco, affronta argomenti come il genocidio ma senza alcun uso d’immagini di violenza, si vede l’orrore delle foibe attraverso lo sguardo dei sopravvissuti rifugiati in Italia e che Maddalena poi ha deciso di mostrare attraverso la sua arte e i suoi dipinti su tela.