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Les Misérables: recensione del film di Tom Hooper

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Les Misérables: recensione del film di Tom Hooper

Arriva finalmente al cinema Les Misérables , il film musical diretto da Tom Hooper, con Hugh Jackman e Russell Crowe. Passano le ore eppure le note continuano ad echeggiare nella testa, l’adrenalinica voglia di rivoluzione ancora circola in corpo, la profonda emozione e commozione per un’umanità miserabile ancora ci accompagna. La potenza evocativa del musical si basa soprattutto sulla grande forza emotiva della musica, ma quando a questa forza ci si aggiunge una storia immortale, una regia solida e visibile e un cast stratosferico il risultato non può che essere Les Misérables, film destinato a rimanere nella memoria di chiunque avrà la fortuna di vederlo.

La vicenda, nota ai più, ripercorre fedelmente le storie dei personaggi creati da Victor Hugo nel suo capolavoro, I Miserabili, da cui è appunto stato tratto il musical di Broadway di cui il film di Tom Hooper è la prima versione cinematografica. Jean Valjean è un galeotto, che ha scontato 19 anni di bagno penale per aver rubato del pane per non morire di fame, e che per tutta la vita scapperà da Javert, il temibile rappresentante della legge. Fantine è una bella e giovane donna che si è innamorata di un uomo che dopo averle dato una bambina l’ha abbandonata per sempre.

Queste due anime sventurate si incontreranno e faranno l’uno la salvezza dell’altra: Valjean accudirà la morente Fantine dandole pace e crescerà come una figlia Cosette, la dolce bambina rimasta senza madre. A nove anni di distanza Parigi è in rivolta, Marius è un giovane barone che si schiera dalla parte del popolo e che si innamora, ricambiato, di Cosette, diventata una giovane donna. Non mancano gli altri personaggi fondamentale della storia, ovvero al famiglia Thénardier al completo: padre, madre e la figlia Eponine.

Les Misérables

Tom Hooper si è avventurato in un grandioso esperimento, facendo cantare per la prima volta dal vivo gli interpreti, senza il doppiaggio in post produzione, con il conseguente effetto del famoso recitar cantando operistico che mai si era visto al cinema.

Les Misérables è una delicata storia d’amore e un racconto di un’anima persa

Ogni performance è unica, emozionante e imperfetta, proprio per l’effettiva realtà dell’emozione che in quel momento esprime e prova l’attore. E proprio l’attore è il cuore del film, un cast di bravissimi interpreti che hanno trovato in questo film una collocazione perfetta, capitanati da un Jean Valjean d’eccezione. Hugh Jackman è Valjean in ogni singola fibra del suo essere, per la potenza fisica, per l’estrema delicatezza d’animo, per la voce spezzata dalla sofferenza; “Chi sono?” si chiede il suo Jean nel film, noi rispondiamo che è senza dubbio uno straordinario protagonista.

Nemesi di Valjean è l’implacabile Javert (Russell Crowe), la legge, l’ordine, l’instancabile mastino che per tutta la vita inseguirà Jean, ossessionato da lui. “Guarda giù, non guardarlo negli occhi” i prigionieri sanno che guardare Javert è pericoloso, Valjean lo scoprirà a sue spese. Eddie Redmayne è invece Marius, ardente rivoluzionario e delicato amante, puro e deciso a seguire i due unici scopi della sua vita: la causa rivoluzionaria e la bella Cosette, interpretata con la sua cristallina voce da Amanda Seyfried.

In mezzo a questo delicato amore si pone la sfortunata Eponine (Elizabeth Banks) che “da sola” ama Marius e fa di tutto per salvarlo. Coppia di farabutti, ballerini e imbroglioni, sono Helena Bonham Carter e Sacha Baron Coen, nei panni dei Thénardier, aguzzini di Cosette e peggior specie di rappresentanti del popolo. Corona questo splendido cast la triste Fantine, una Anne Hathaway delicata, martoriata, dolente, eppure innocente e luminosa.

Les MisérablesE intorno a questi grandissimi interpreti si muove sinuoso ed elegante Hooper, osando, correndo, fermandosi e danzando tra le moltissime comparse, le scenografie mozzafiato, in mezzo alle note immortali che attanagliano il cuore e fomentano lo spirito. Les Misérables è un epico affresco di un’epoca, una delicata storia d’amore, un racconto di un’anima persa, una dolente passione non corrisposta, la lotta continua per la sopravvivenza in cui i miserabili del popolo, si sollevano dal fango e rivendicano, con tutta la loro forza, il loro diritto alla felicità, cantando a squarcia gola il loro rifiuto di essere “di nuovo schiavi”.