Moonacre – I segreti dell’ultima luna: recensione del fantasy

-

Dopo il successo di Un ponte per Terabithia, il regista ungherese Gabor Csupo torna al cinema con un’altra storia rivolta a un pubblico giovane, adattando il romanzo di Elizabeth Goudge. Con Moonacre – I segreti dell’ultima luna tenta di fondere fiaba, avventura e atmosfere fantasy, ma il risultato non riesce a mantenere la stessa intensità della sua precedente opera.

Il film si muove tra suggestioni letterarie e rimandi ad altri grandi classici del genere, cercando di costruire un mondo incantato popolato da creature mitiche e leggende millenarie. Tuttavia, la messa in scena appare più convenzionale che magica, incapace di regalare quella meraviglia visiva ed emotiva che dovrebbe contraddistinguere una fiaba fantasy.

Trama: la giovane Maria e la maledizione della valle

La tredicenne Maria, rimasta orfana, si trova costretta a trasferirsi in campagna nella villa dello zio burbero e solitario. L’unica eredità lasciata dal padre è un grande libro che racconta la storia della misteriosa valle di Moonacre, su cui grava un’antica maledizione.

Nel tentativo di sciogliere l’incantesimo, Maria intraprende un viaggio iniziatico che la porta a confrontarsi con incontri affascinanti e minacciosi, scoprendo poco alla volta il suo ruolo centrale nella leggenda. Nonostante le premesse avventurose, la narrazione si rivela prevedibile e appesantita da cliché già visti in opere come Il giardino segreto o La bella e la bestia.

Personaggi deboli e interpretazioni poco convincenti

La storia soffre per la mancanza di personaggi complessi: Maria, interpretata da Dakota Blue Richards, fatica a emergere, penalizzata da un doppiaggio italiano piatto che annulla molte sfumature. Natascha McElhone, pur affascinante, non riesce a rendere il suo ruolo credibile, mentre Tim Curry, relegato a cattivo di maniera, resta inquietante ma fine a se stesso.

Costumi e scenografia: il vero punto di forza

Tra gli aspetti più riusciti spiccano i costumi di Beatrix Aruna Pasztor, che mescolano elementi antichi e moderni con un’eleganza particolare, soprattutto negli abiti femminili. Anche gli effetti visivi offrono momenti suggestivi – dai leoni neri agli unicorni, fino alle mandrie di cavalli che emergono dal mare – ma non bastano a stupire un pubblico ormai abituato a ben altri standard di meraviglia digitale.

Una regia priva di ritmo e di autentico incanto

Csupo sceglie un racconto lineare e classico, ma la mancanza di ritmo e di tensione narrativa rende la visione poco coinvolgente. Moonacre – I segreti dell’ultima luna resta così un fantasy dalle buone intenzioni ma dalla realizzazione debole, che non riesce a distinguersi e finisce per apparire come una fiaba incompleta.

Moonacre - I segreti dell'ultima luna
3

Sommario

Moonacre – I segreti dell’ultima luna di Gabor Csupo tenta la via del fantasy fiabesco, ma resta un film convenzionale e incapace di incantare davvero.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

ALTRE STORIE