I presupposti ci sono tutti: i personaggi vincenti, i robot che già conosciamo e quelli nuovi, le relazioni e le situazioni nuove da esplorare, un intreccio che per quanto fantascientifico regge bene in Transformers – La vendetta del caduto. Tuttavia Michael Bay vuole strafare mettendo troppo di tutto e finendo con un risultato appunto affollato e un po’ confusionario, soprattutto alla fine.
La trama di Transformers – La vendetta del caduto
In Transformers – La vendetta del caduto sono passati due anni dall’epocale scontro tra Decepticon e Autobot, il governo degli Stati Uniti ha smantellato il settore 7 e ha istituito una unità speciale, il NEST, per combattere i focolai di Decepticon che faticano ad ammettere la sconfitta del loro leader Megatron, intanto Sam parte per il college, lasciandosi alle spalle dei genitori devastati dall’inevitabile crescita del loro unico figlio, e una fidanzata splendida e innamoratissima, ma inverosimilmente gelosa … Tutto sembra procedere bene a parte un nuovo ed invadente compagno di stanza, ma i guai cominciano quando Sam comincia a vedere strani simboli in cybertroniano e gli attacchi dei Decepticon si moltiplicano
Gli sceneggiatori, i pur bravi Roberto Orci e Alex Kurtzman insieme a Ehren Kruger, non hanno approfittato del fatto che il grosso lavoro di introdurre luoghi e personaggi era già stato fatto nel primo film e che quindi sarebbe stato più semplice per loro portare avanti un plot definito insieme ai tanti piccoli corollari che avrebbero seguito i diversi temi: la guerra vera e propria, i genitori di Sam, il rapporto tra Sam (Shia LaBeouf) e Michaela (Megan Fox) e così via. Il risultato dunque non è dei più esaltanti, soprattutto nella parte iniziale, dove una forzata ricerca della risata spinge i personaggi e soprattutto la madre di Sam, un’eccessiva July White, a scendere nell’imbarazzo generalizzato. Pesanti alcuni dialoghi, a volte prolissi altre volte superflui, a tratti anche un po’ volga rotti, anche per bocca dei robot, così compassati e dignitosi nel primo film.
In scena John Turturro
La seconda parte Transformers – La vendetta del caduto si risolleva con l’entrata in scena di John Turturro, eccezionale nei panni dell’agente Simmons, relegato dal governo a vendere carne dopo lo smantellamento del Settore 7, la sua verve resta intatta nonostante cambi il registro tra una pellicola e l’altra. I moltissimi robot mantengono invece le promesse, sicuramente più umanizzati che antropomorfi, tengono la scena e perfezionano le trasformazioni, la mdp entra nelle loro viscere metalliche e rende lo spettatore partecipe del mutamento, merito soprattutto degli effettoni di cui il film fa uso e abuso e che sono sicuramente perfezionati e migliorati che in Transformers.
Si perdoni il continuo riferimento al primo film, ma è inevitabile, soprattutto quando si va a valutare l’evoluzione dei personaggi: un Sam più maturo e sicuro di sé si affaccia alla vita di college e cerca di mantenere invariati i rapporti con la splendida fidanzata, che dal canto suo non fa propriamente una bella figura, o meglio, è sicuramente un bel vedere, ma decisamente parla troppo e se le avessero fatto dir meno sarebbe stato sicuramente meglio per tutti.
Ancora, i genitori più presenti hanno il loro, seppur breve (meno dei 15 minuti di Warhol), momento di gloria in una piccola ma intensa scena che coinvolge e quasi emoziona alla maniera di Bay. Ma i personaggi più interessanti sono sicuramente i robot: si delinea meglio il rapporto di Sam con il guardiano Bumblebee, amico fedele e a suo modo affettuoso, i Gemelli, decisamente troppo umani; capiamo meglio la natura di Megatron, che lungi dall’essere un villain a tutto tondo sfiora la codardia, forse offuscato dal ben più cattivo Fallen e dagli altri numerosi e terribili, Decepticon, soprattutto il mostruoso Devastator. Ma ancora una volta, su tutti si erge Optimus Prime: oltre a scoprire qualcosa in più delle sue origini, lo vediamo in azione potente e crudele contro il male nella sua incommensurabile umanità, accompagnato ancora dalla poderosa e bellissima colonna sonora di Steve Jablonsky che costella tutto il film di tracce favolose.
In definitiva Transformers – La vendetta del caduto è un bel film fracassone, che a tratti stordisce lo spettatore e che sicuramente perde il confronto con il primo Transformers, e che, come differenza principale, lascia presagire un sicuro sequel per completare la trilogia.
Transformers - La Vendetta del Caduto
Sommario
Transformers 2: La Vendetta del Caduto è un bel film fracassone, che a tratti stordisce lo spettatore e che sicuramente perde il confronto con il primo Transformers