Niente può fermarci: recensione del film

Niente può fermarci

In Niente può fermarci  il narcolettico Mattia, l’internet-dipendente Augusto, l’ossessivo compulsivo Leonardo e Guglielmo affetto di sindrome di Tourette si incontrano a Villa Angelika dove hanno deciso di ricoverarsi per i loro disturbi. Ma l’estate è lunga e si propsetta noiosa, così i quattro decidono di lasciarsi tutto alle spalle e rubare la macchina del direttore e partire alla volta di Ibiza.

 

Luigi Cecinelli riprende e sceneggia a quattro mani, insieme a Ivan Silvestrini, una commedia sui generis. Prendendo l’argomento difficile dei disturbi mentali, che in genere è oggetto di trame drammatiche, la storia viene colorata con il tono della commedia e arricchita di risvolti umoristici. Il film racconta il modo con cui questi ragazzi si rapportano nella loro vita privata e pubblica; e nella condizione in cui si vedono dipinti dalla società. Lo stile è principalmente di un road movie ma con le caratteristiche della commedia corale e il film di formazione.

Ma l’originalità della pellicola risiede risiede proprio nei quattro ragazzi, che essendo automaticamente etichettati nel loro “disturbo” scatenano in svariati siparietti la risata spontanea della sala, senza generare sottintesi che vanno a mischiarsi con la retorica o la parodia. Di fatti nonostante la storia sia di giovani adolescenti, incerti sul loro futuro, da questi personaggi traspare l’ingenuità e la spontaneità che non si è soliti vedere al cinema, il loro istinto è quello spronato dal confronto con i coetanei e dalla voglia di fare. Questo viaggio rispecchia il loro riscatto e il momento di accettarsi per quello che sono realmente. Così, il regista tiene ben saldo per 90 minuti, le linee guida del film e il ritmo non è mai forzato grazie alla freschezza della storia; il finale risulta essere conciliatorio e prevedibile ma senza false morali.

Del cast buona l’interpretazione di Emanuele Propizio, Federico Costantini e Gugliemo Amendola ma chi brilla per interpretazione è indubbiamente Vincenzo Alfieri, il suo Guglielmo oltre ad aver sviluppato e vissuto in maniera approfondita il personaggio, è quello che all’intero del film innesca il contesso ironico della storia a cui a ruota seguono il resto del cast. Buoni anche i genitori, Massimo Ghini, Serena Autieri, Gianmarco Tognazzi e Paolo Calabrese, forti della loro esperienza artistica riescono ad arricchire le sfaccettature dei genitori di figli “diversi” e quindi inevitabilmente mostrano le loro ansie e paure riguardo al loro futuro. Tra le partecipazioni amichevoli spicca d’importanza quella di Gerard Depardieu ma è in Lucia Ocone che la risata incontra piacevolmente la sala.

Niente può fermarci è una commedia fresca e orginale, scritta molto bene anche se un po’ scontata, fa ridere e diverte sulla crescita e sul come la si vive quando si è un po’ emarginati poiché “diversi”. Nelle sale dal 13 Giugno.

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