E ora parliamo di Kevin

Arriva al cinema E ora parliamo di Kevin, il film thriller diretto da Lynne Ramsay e con Tilda Swinton e John C. Reilly.

 

In E ora parliamo di Kevin Una donna fa un sogno, forse è il ricordo di un’esperienza passata, è un sogno a metà inquietante e paradisiaco. Poi si sveglia, nel suo salotto, sul suo divano, sommersa di antidepressivi e cibo avanzato, esce sul portico e scopre la facciata di casa completamente imbrattata di vernice rossa. Così conosciamo Eva (nome sibillino), una donna che tiene stretto dentro di sé un dolore indicibile e pian piano scopriamo cosa la affligge; veniamo a conoscenza del marito Franklin, del suo lavoro di agente di viaggi che esercita con successo, ma soprattutto conosciamo Kevin, suo figlio maggiore.

E ora parliamo di Kevin, il film

E ora parliamo di Kevin diretto da Lynne Ramsay prende spunto dal romanzo di Lionel Shriver, We need to talk about Kevin che si concentra sul rapporto complicato tra genitori e figli, sul ruolo fondamentale che i primi hanno nell’educazione dei secondi, soprattutto sull’effetto che la vita domestica ha sul carattere e sulle azioni, talvolta estreme, dei ragazzi di oggi.

Il film invece si concentra principalmente sul ruolo della madre Eva (Tilda Swinton), donna che non accetta completamente la sua maternità, ma che allo stesso tempo farà di tutto per farsi accettare dal figlio, come madre e come figura autoritaria di riferimento. Ma Kevin è un neonato irrequieto, un bambino ostinato, un ragazzo silenzioso e difficile e i rapporti con lui non saranno mai ‘normali’.E ora parliamo di Kevin si sviluppa pian piano lungo i ricordi di Eva che ci mostra gradualmente la sua vicenda personale; da subito intuiamo cosa è accaduto di così devastante da distruggere per sempre la sua vita, ma tutto ci viene mostrato con graduale, esasperante lentezza che non fa altro che caricare di tensione il momento del confronto finale tra madre e figlio.

Tilda Swinton è semplicemente divina, senza trucco, senza orpelli, senza oggetti di sorta che possano in qualche modo aiutarla a dare realtà alla parte, l’attrice premio Oscar racconta con la sofferenza degli occhi e il nervosismo dei gesti il misto di paura, rimorso e senso di colpa a causa di un figlio che non è riuscita a comprendere dal primo momento, che non è riuscita ad educare e che alla fine l’ha condotta alla caduta e alla solitudine. Accanto a lei Ezra Miller, giovane attore già visto in City Island, è Kevin adolescente molto intelligente ma turbato e pensieroso, cattivo nel profondo, senza una ragione.

E ora parliamo di Kevin

John C. Reilly è Franklin, il padre, uomo tenero e innamorato della famiglia non riesce però a vedere il disagio della moglie, né la ‘particolarità’ del ragazzo. Si limita a dire che va tutto bene, con bonaria espressione da capofamiglia soddisfatto. Nemmeno verso di lui Kevin mostrerà gratitudine o compassione. Non c’è magia, non c’è satanismo, eppure il film si muove sul confine tra thriller soprannaturale a sfondo satanico e dramma familiare regalandoci anche qualche citazione che può sembrare forzata ma che aiuta forse ad inquadrarne il genere, come la carrozzina da passeggio del piccolo Kevin che ricorda senza ombra di dubbio la carrozzina del figlio di Rosemary nel capolavoro di Roman Polanski.

Il rosso è il colore privilegiato nel film, rosso dei pomodori nel prologo, rosso della vernice sui muri di casa, rosso della marmellata spalmata in abbondanza sul pane, tanto rosso, ad evocare e anticipare del sangue che sarà versato ma che non verrà mai mostrato. E ora parliamo di Kevin è un film complesso, intrigante, sicuramente ben fatto che riesce a coinvolgere lo spettatore regalando una serie di emozioni scomode e contrastanti come solo i film impegnativi e fatti con criterio riescono a fare. Molto atteso dalla critica attenta, il film si annuncia da sé per la straordinaria interpretazione della Swinton e per la cruda e triste attualità del tema raccontato, nonostante tutto, con molto tatto. Al cinema dal prossimo 17 febbraio.

E ora parliamo di Kevin: trailer ufficiale

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