Plan 75, la recensione del film d’esordio di Chie Hayakawa

Presentato al Festival di Cannes 2022, dove si è aggiudicato la Menzione speciale del premio Caméra d’or, il film è una struggente riflessione sul valore dell'età nel Giappone contemporaneo.

Plan-75-Chie-Hayakawa

In un futuro non meglio identificato l’eutanasia viene proposta dal governo e pubblicizzata come un servizio di cui usufruire a propria discrezione, ma il cui impiego viene gioiosamente caldeggiato. Siamo in Giappone e Plan 75 è il lungometraggio d’esordio della regista Chie Hayakawa che era già stato presentato al Festival di Cannes dell’anno scorso per Un Certain Regard e che si è aggiudicato la Menzione speciale del premio Caméra d’or dedicato alle opere prime, per l’appunto.

 

La regista aveva già lavorato nel 2018 al soggetto del film inserendolo in un lavoro corale intitolato Ten years Japan composto da cinque cortometraggi diretti da cinque diversi autori che raccontano il Paese asiatico in un futuro proiettato in avanti di dieci anni. Chie Hayakawa ha dunque ampliato il suo segmento narrativo allungandolo fino a farlo arrivare alla modica durata di ben 112 minuti, facendosi ispirare, tra l’altro, da un fatto di cronaca realmente accaduto.

Nel 2016, infatti, lo stato del Giappone è stato tristemente coinvolto in un evento che ha, oltretutto, battuto il record di peggior strage che non si verificava dal 1989. Un giovane di 26 anni si è introdotto di notte in una casa di cura in cui aveva lavorato tempo prima e ha assassinato 19 pazienti e ne ha feriti altri 26. La ragione che lui ha addotto al tremendo gesto è stata l’intenzione di ridurre il peso economico che donne e uomini improduttivi gravano sui contribuenti.

Plan 75, la trama del film

Ciò che ha innescato l’idea in Chie Hayakawa, è stata la rabbia di fronte ad un progressivo cambiamento ideologico nella sua nazione, che procede incessante verso un concetto di utilità che calpesta l’umano. Così esordisce Plan 75, che vede protagoniste due coppie di elementi assortiti: la signora Michi (Chieko Baisho) e la centralinista Yoko (Yuumi Kawai) da una parte, l’impiegato Himoru (Hayato Isomura) e suo zio (Taka Takao) dall’altra, più Maria (Stefanie Arianne), la dipendente filippina di una struttura.

Il plan 75 del titolo è infatti una nuova legge che concede alle persone con più di 75 anni di aderire ad un programma fatto di benefit e pacchetti tra cui scegliere, al termine del quale è previsto il suicidio assistito. Chie Hayakawa dirige dunque un racconto seguendo con delicatezza e straziante malinconia la solitudine devastante di alcune persone anziane e lo sconvolgimento della quotidianità di due giovani in quella che gli sembra essere una normalità più che funzionale.

Plan-75-recensione

Il lento e dilaniante scorrere del tempo

Il cinema giapponese più recente consolida quindi i suoi codici: l’uso della macchina da presa fissa che spia silenziosa gli interni delle case, intimi ma dolorosamente solitari, gli esterni e gli spazi pubblici svuotati di calore umano e che, al contrario, lo simulano. Chie Hayakawa si dilunga nell’osservare con pacatezza la vita della signora Michi, i suoi iniziali tentativi di mantenersi facendo dei lavoretti, nonostante la sua età avanzata. Ed è dilaniante la tenerezza che suscita, inserita in un contorno dalla spietata indifferenza.

Le sequenze indugiano a lungo nel seguire la vita dell’anziana, per poi farla accompagnare a quella di una ragazza con cui stringerà amicizia e dal cui incontro la storia inizierà a mostrare un lento risveglio di coscienza e l’apertura a uno spiraglio di dignità. È insomma estenuante Plan 75 in ogni momento che descrive. Nonostante sia lo specchio di un isolamento mentale e di una noncuranza sociale che stiamo iniziando a conoscere molto bene, ciò non lo giustifica a essere così diluito nell’arrivare ad un punto che, bene o male, s’intuisce facilmente.

È molto probabile – come per sua stessa ammissione – che la regista e sceneggiatrice volesse dilungarsi nel descrivere con dovizia di dettagli quanto sia atroce arrivare sul finire della propria vita e sentirsi così messi in disparte, così dimenticati, da desiderare che la morte arrivi il prima possibile. La qualità filmica nella fotografia e nel montaggio sono ineccepibili alla riuscita di tale scopo, per non parlare dell’interpretazione della splendida Chieko Baisho, ma è altrettanto vero che sarebbe stata sufficiente quasi la metà del tempo per spiegarlo. Ma forse, proprio per questo, rende ancor meglio l’idea di quel che provano i protagonisti.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Samantha de Santis
Articolo precedenteRoboCop: trama, cast e sequel del film
Articolo successivoDaisy Ridley nel thriller d’azione Cleaner
plan-75-chie-hayakawaPur se diluito nei tempi, dettaglio con buona probabilità voluto dalla regista, Plan 75 si dimostra essere lo specchio di un isolamento mentale e di una noncuranza sociale sempre più diffusi. La qualità filmica nella fotografia e nel montaggio sono ineccepibili alla riuscita di tale scopo, per non parlare dell’interpretazione della splendida Chieko Baisho.