Predestination: recensione del film con Ethan Hawke

Predestination: recensione del film con Ethan Hawke

La possibilità di poter viaggiare nel tempo, alterando il corso degli eventi, fermandoli, modificandoli o semplicemente assecondando, nuovamente, il loro corso, esercita da sempre un fascino discreto sull’industria cinematografica: da questa suggestione sono partiti i fratelli Peter & Michael Spierig, nati in Germania ma vissuti in Australia, per realizzare il loro nuovo film Predestination.

 

In Predestination in un imprecisato e avanguardistico 1993, un uomo (Ethan Hawke), un agente che viaggia nel tempo, dopo un grave incidente che lo ha quasi ucciso, è costretto a rimettersi in gioco dando la caccia ad un misterioso criminale assassino, tale “fizzler bomber”, che nel 1975 compì un’atroce strage con un congegno dinamitardo. Ma per farlo, dovrà attraversare lo spazio e il tempo e rincorrerlo attraverso i decenni, dal ’45 al ’63, per sventare una tragedia annunciata… sulla sua strada incontra un altro misterioso uomo, noto come “la madre nubile”, la cui storia sembra essere la chiave dell’intera vicenda.

Lo sci-fi Predestination tra libero arbitrio e Matrix

I fratelli Spierig superano i confini sci- fi teorizzati dai Wachowski con la trilogia di Matrix: stavolta l’oggetto della loro attenzione è il tempo usato come pretesto per una riflessione più ampia sui concetti di predestinazione e libero arbitrio: il nostro destino è già scritto? Abbiamo possibilità di scelta, oppure qualunque strada decidiamo di intraprendere… è in realtà parte di un tessuto spazio- temporale interconnesso e più ampio?

Predestination

I piani – come del resto anche i generi – si confondono nel film mescolandosi e disorientando lo spettatore, rendendo inutile qualunque tipo di azzardato pronostico sul film o sull’iter diegetico che seguirà: nessuna scelta è mai scontata e nessun dettaglio è lasciato al caso. La fotografia patinata e ad alta definizione colpisce e appaga l’occhio dello spettatore, oltre a mostrare una ricostruzione precisa e dettagliata di un arco temporale che va dal 1945 al 1993; traendo spunto da un racconto fantascientifico di Robert A. Heinlein, Tutti voi zombie (titolo ingannevole che evoca atmosfere horror apocalittiche), i due fratelli adattano per il grande schermo le vicende dei due complessi personaggi protagonisti del film e del romanzo, Il Barista e La Madre Nubile, dotati di una psicologia complessa e di ambiguità morali che li accompagneranno dall’inizio alla fine, segnando un arco di crescita dei due “characters” all’insegna dell’auto- consapevolezza e della percezione di sé. A questi, i fratelli Spierig hanno deciso di affiancare il personaggio di Mr. Robertson, interpretato da Noah Taylor, ambiguo “man in black” che incarna le caratteristiche di un demiurgo pan- creatore onnisciente, a tratti paterno ed autoritario allo stesso tempo, portatore di una verità assoluta e millenaria.

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Ludovica Ottaviani
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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.
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