Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto, recensione: un film ingenuo eppure sincero

Il film con Allison Williams, che abbiamo visto in anteprima, arriva al cinema il 4 dicembre con Eagle Pictures.

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Ci sono film che abbracciano senza vergogna la loro natura melodrammatica, trasformandola quasi in un manifesto estetico. Altri, invece, tentano di nascondere il proprio cuore da soap opera sotto una patina, convinti che bastino volti noti e regia curata per elevarsi a dramma “serio”. Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto, adattamento dell’omonimo romanzo di Colleen Hoover e diretto da Josh Boone, sceglie una via a metà: riconosce il proprio DNA da melodramma sentimentale, ma allo stesso tempo cerca – forse troppo – di strizzare l’occhio a un pubblico più ampio, adulto quanto basta da aver apprezzato It Ends with Us, ma non così indulgente da lasciarsi catturare da ogni svolta implausibile.

Il risultato è un’opera in equilibrio instabile, un mix di YA romance, tragedia familiare e twist da soap che, pur con buone intenzioni, tende spesso allo scomposto. Eppure, proprio come quelle serie del cuore che guardiamo “solo per vedere come va a finire”, anche Regretting You possiede un fascino particolare, una sincerità ingenua che – pur scadendo talvolta nel kitsch – mantiene lo spettatore incollato allo schermo.

Mckenna Grace e Mason Thames in Regretting You (2025)Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto: tra lacrime e smorfie perplesse

Il film si apre con un flashback notturno sulla spiaggia, dove un Morgan e un Jonah giovanissimi (Allison Williams e Dave Franco, ringiovaniti digitalmente in modo non sempre convincente) scoprono di essere anime affini ma incastrati nelle relazioni sbagliate. È un incipit volutamente carico, quasi programmatico: Boone non ha alcun timore di mostrare subito la natura emotiva della storia. Ma il problema emerge presto: per quanto genuini e teneri, questi primi minuti portano già con sé quel pizzico di assurdità destinato a caratterizzare tutto il film.

Diciassette anni dopo, Morgan e Jonah hanno costruito vite che sembrano più frutto dell’inerzia che dell’amore: lei sposata con Chris (Scott Eastwood, in un ruolo un po’ bidimensionale), lui convivente con Jenny, la sorella ribelle di Morgan. I rapporti sono strani, sbilanciati, quasi sospesi in una dimensione parallela in cui nessuno si accorge del proprio evidente mismatch affettivo. Questo tipo di dinamica si può accettare solo all’interno di una bolla melodrammatica ben precisa: Regretting You ci si tuffa dentro senza remore.

L’ingresso in scena della nuova generazione, rappresentata da Clara (Mckenna Grace) e Miller (Mason Thames), aggiunge quel tocco YA che il film cerca per aggiornare i codici narrativi. I due giovani funzionano: hanno chimica, leggerezza, un conflitto misurato e credibile. Miller, con il suo passato difficile e l’ironia dolceamara, incarna perfettamente il teen crush pensato per far sospirare il pubblico più giovane.

Il film, fin qui, scorre in maniera lineare ma piacevole. Poi arriva il twist. La tragedia che investe due personaggi chiave appare orchestrata più per liberare il campo narrativo che per far emergere un autentico pathos. È il genere di decisione autoriale che in maniera zoppicante serve la storia alla perfezione, ma che rientra nell’universo dell’incredibilità.

Personaggi, dinamiche e limiti di un melodramma senza paura

Una volta introdotta la tragedia, Regretting You cambia ritmo: la storia prova a diventare un percorso emotivo più profondo, con Morgan e Clara costrette ad affrontare dolori, segreti e verità rimaste taciute per anni. Allison Williams costruisce una Morgan credibile nella sua fragilità, capace di oscillare tra rabbia, senso di colpa e un amore materno che rischia a volte di soffocare più che proteggere. È una performance che sorregge molte delle sequenze più complesse, ma che a tratti sembra lottare contro la sceneggiatura stessa, troppo presa dal bisogno di accumulare conflitti.

Dave Franco, d’altro canto, regala un Jonah più dork che realmente stratificato: un personaggio che avrebbe potuto rappresentare il punto emotivo più intenso del film, ma che finisce per rimanere ai margini. La sua storyline, specie nei momenti cruciali, sembra accelerata e poco curata, come se la pellicola avesse più fretta di far reagire gli altri personaggi alla sua presenza che di dedicarle il giusto spazio.

La parte teen, invece, funziona meglio. Mckenna Grace porta sullo schermo una Clara energica, espressiva, attraversata da una crescita emotiva che, pur semplificata, risulta più organica rispetto al percorso degli adulti. La relazione con Miller è probabilmente l’aspetto più riuscito del film: tenera, credibile, mai sopra le righe. È qui che Regretting You si avvicina maggiormente a quel tono stilistico che piace al pubblico YA senza cadere troppo nel ridicolo.

Mckenna Grace in Regretting You (2025)Un film imperfetto, ingenuo eppure a sorpresa sincero

Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto è un prodotto strano: imperfetto, spesso goffo, affezionato ai cliché e incapace di mantenere una coerenza tonale stabile. Ma è anche un film che non si nasconde. Accetta la propria identità da melodramma teen-adult e la porta avanti con una sincerità spavalda, quasi ostinata. È cinema emotivo nella sua forma più semplice e sfrontata, talvolta irritante, talvolta commovente.

La linea tra una buona e una cattiva soap opera, come spesso ricordato, è sottile. Regretting You cammina proprio su quel confine, inciampa più volte, ma mantiene sempre un certo calore emotivo che impedisce di abbandonarlo del tutto. Non sorprenderà, forse, lo spettatore più cinefilo. Ma chi cerca una storia di legami interrotti, segreti familiari e amori che non sanno arrendersi troverà comunque qualcosa a cui affezionarsi.

Regretting You
2.5

Sommario

Un film imperfetto, ingenuo eppure sorprendentemente sincero.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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