Road House: recensione del film con Jake Gyllenhaal

Il film è il remake dell'omonima pellicola del 1989 con Patrick Swayze.

road house

Riportare al cinema un ruolo e una storia che hanno segnato in qualche modo gli spettatori e un’epoca è sempre un processo complicato, e Jake Gyllenhaal dimostra di sapersi mettere in gioco nel riportare in un film il personaggio che fu di Patrick Swayze in Road House. Disponibile su Prime Video dal 21 marzo, il film è infatti il remake dell’omonimo progetto diretto da Rowdy Herrington e interpretato dall’iconico attore che ci ha lasciati sin troppo presto.

 

Road House, la trama

La trama segue Elwood Dalton (interpretato da Jake Gyllenhaal), un ex lottatore con un passato turbolento, che viene assunto come buttafuori e direttore di una roadhouse situata nelle Florida Keys. Tuttavia, il suo nuovo incarico lo mette di fronte alla malavita locale che cercherà di mettere in pericolo la sua vita e quella degli abitanti del luogo.

Fin dal principio, è evidente che il film cerca di rendere omaggio al passato e al ruolo che Swayze aveva consegnato all’immaginario collettivo. Tuttavia, mentre alcuni remake tendono a mancare il bersaglio, Road House si distingue per la sua capacità di catturare lo spirito del suo predecessore, pur riuscendo a parlare al presente e a mantenere una sua identità unica. Non a casa la regia è firmata da Doug Liman che ha sempre un tratto distintivo e brioso, e riesce a trasformare la narrazione classica in una storia contemporanea, mantenendo un equilibrio tra omaggio e innovazione.

Una delle sfide principali per il remake è stata la decisione di bypassare la distribuzione cinematografica e arrivare direttamente su piattaforma. Sebbene in altri tempi questa decisione poteva dipendere anche dalla qualità del film, il sistema di streaming casalingo si è evoluto e Road House, nonostante la destinazione, si dimostra sorprendentemente ben realizzato e strutturato. Liman sfrutta appieno le potenzialità della storia che gli è stato chiesto di raccontare, offrendo al pubblico una produzione visivamente coinvolgente e ricca di azione.

Un grande Jake Gyllenhaal

Jake Gyllenhaal si distingue nel ruolo di Elwood Dalton, innanzitutto per un impegno fisico nel calarsi nei panni del lottatore davvero lodevole. Il suo personaggio, un uomo con un passato oscuro e abilità nelle arti marziali miste, riesce ad essere sempre convincente e mai ingiustificatamente tetro. E questo suo impegno non fa sfigurare il resto del cast, tra cui Jessica Williams, JD Pardo e Billy Magnussen, che offre performance convincenti che contribuiscono a dare al film una sua personalità ben precisa.

Uno dei punti forti di Road House è la sua ambientazione nelle Florida Keys: Liman cattura perfettamente l’atmosfera unica della regione, creando un mondo ricco di dettagli e sfumature e sfruttando soprattutto le riprese in esterni, che contribuiscono a rendere quadridimensionale la storia e ad immergerla in un ambiente specifico e funzionale.

Road House è un remake che, nonostante la destinazione televisiva, offre un’esperienza cinematografica avvincente e coinvolgente. Pur mantenendo il rispetto per il suo predecessore, il film riesce anche ad avere un’anima distinta e originale e ha tutte le carte in regola per essere un film imperdibile per gli amanti del genere action.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
road-houseRoad House è un remake che, nonostante la destinazione televisiva, offre un'esperienza cinematografica avvincente e coinvolgente. Pur mantenendo il rispetto per il suo predecessore, il film riesce anche ad avere un’anima distinta e originale e ha tutte le carte in regola per essere un film imperdibile per gli amanti del genere action.