Scusate se Esisto: recensione del film con Paola Cortellesi

Scusate se Esisto

Scusate se Esisto è il primo esperimento di Paola Cortellesi alla sceneggiatura di un film in cui è anche protagonista. Senza togliere merito agli altri autori della sceneggiatura (Giulia Calenda, Furio Andreotti e Riccardo Milani, anche regista) e senza voler sembrare retorici né forzatamente femministi, la mano di una donna intelligente, spiritosa e acuta si sente pesantemente in un film dalla struttura classica e che si fonda sul solito espediente dell’equivoco.

 

Salvo qualche momento esageratamente caricaturale all’inizio del racconto, la storia si sviluppa con grande omogeneità, soprattutto considerando la varietà di temi trattati: dal precariato, all’omosessualità, al maschilismo negli ambienti di lavoro, passando per le coppie di fatto, fino al progetto del Chilometro Verde per il Corviale, una struttura abitativa orribile, oggetto di un interessante progetto (il Chilometro Verde appunto) di rinnovamento e valorizzazione.

In Scusate se Esisto Serena (Paola Cortellesi) è in gamba, è un architetto di successo, uno dei tanti ‘cervelli in fuga’ dall’Italia che però, dopo qualche anno di brillanti esperienze lavorative all’estero comincia a sentire, irrefrenabile, la nostalgia di Mamma Italia, e così fa l’impensabile: ritorna a casa. La vita nel Belpaese però è dura per chi è abituato a lavorare all’estero: progetti autonomi e lavori part time consentono a Serena di arrivare a fine mese ma il suo lavoro di architetto, che lei ha sempre esercitato nel rispetto e al servizio delle persone, le manca, fino a che non si imbatte nel chilometro di cemento del Corviale: un’orrenda scatola di cemento costruita per essere riempita di inquilini, senza offrire loro nulla di più che un tetto. Aiutata dal suo capo, l’affascinante e misterioso Francesco (Raul Bova), Serena comincia a lavorare ad un progetto da presentare alla Regione. Ma la vita è dura per una donna architetto in un mondo di soli uomini, e Serena dovrà trovare il modo per essere trattata allo stesso modo dei suoi colleghi.

Scusate se Esisto, il film

Oltre ad una sceneggiatura divertente, briosa e equilibrata, il film è valorizzato da un insieme di personaggi molto ben caratterizzati che hanno in comune la necessità di mascherare la loro vera natura per essere accettati dal gruppo sociale nel quale agiscono. Costellano il racconto tanti volti noti del cinema italiano; su tutti citiamo Lunetta Savino, Corrado Fortuna, Cesare Bocci, Ennio Fantastichini, Marco Bocci. Tutti contribuiscono ad arricchire il film e a renderlo una commedia gustosa e acuta.

Certo, il film non offre la soluzione all’ipocrisia che regna nella società rappresentata, ma è comunque una interessante (e commovente, in alcuni momenti) riflessione in merito, una presa di coscienza che il problema dell’accettazione e della meritocrazia esiste a tutti i livelli e in ogni campo.

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