Secret Team 355, recensione del film con Jessica Chastain

Una squadra di agenti segreti tutta al femminile, deve salvare il mondo da una minaccia globale.

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A tre anni dal suo esordio da regista con X-Men: Dark Phoenix, Simon Kingber torna al timone di un progetto, Secret Team 355, che firma anche come sceneggiatore e che parte da uno spunto condiviso con lui proprio sul set del film dedicato ai mutanti Marvel da Jessica Chastain, ovvero una storia di spionaggio con protagoniste un gruppo di donne. 

 

La storia di Secret Team 355

Jessica Chastain interpreta Mace Browne, un’agente CIA che a seguito di una missione andata storta si vede costretta a collaborare con delle sue colleghe appartenenti però ai servizi segreti di altre nazioni: abbiamo così la caucasica Diane Kruger, la keniota Lupita Nyong’o, la latina Penelope Cruz e l’asiatica Fan Bingbing. Una squadra fortissima di donne che lavorano per l’intelligence del loro paesi e che collaborano per proteggere il mondo da una minaccia globale. 

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Secret Team 355 cerca di rileggere il cinema contemporaneo attraverso il genere, è un film dichiaratamente militante e femminista, tuttavia si appoggia sugli stilemi del thriller di spionaggio, mantenendo pure un buon ritmo, ma senza scendere a fondo e senza sfruttare per niente il potenziale della storia, invero molto classica, e del cast eccezionale di cui si impreziosisce. 

Il parterre di nomi si è formato nel corso del festival di Cannes 2019, quando è stato annunciato il progetto, e sulla carte quel livello di talento e quella varietà di toni e stili di recitazione potevano davvero essere messi insieme in una maniera che potesse valorizzare ogni aspetto e ogni caratteristica delle protagoniste. Alla strega di un remake al femminile, in genere non troppo riusciti, Secret Team 355 non riesce a compiere la sua missione.

Un cast stellare non sfruttato

Tutte le premesse, il valore politico che c’erano nelle intenzioni, rimangono in superficie e dove Kingber non riesce a dare sostanza alla storia, ci prova Jessica Chastain, con il risultato però di fagocitare tutto il resto, compagne di set comprese, che si ritrovano in balia della personalità, che, seppure eccezionale e strabordante, non basta a dare sostanza a un film nato vecchio.

Il problema principale di Secret Team 355 è proprio questo: nonostante l’intenzione di raccontare una storia contemporanea, il film è completamente rivolto al passato, utilizza un linguaggio trito e svilisce la nobile intenzione di partenza che aveva il progetto.

Sommario

Il problema principale di Secret Team 355 è proprio questo: nonostante l’intenzione di raccontare una storia contemporanea, il film è completamente rivolto al passato, utilizza un linguaggio trito e svilisce la nobile intenzione di partenza che aveva il progetto.
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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