Spirited – Magia di Natale, recensione del film con Will Ferrell e Ryan Reynolds

Il film è disponibile dal 18 novembre su Apple TV+

Spirited - Magia di Natale

C’era davvero bisogno dell’ennesima trasposizione cinematografica di A Christmas Carol di Charles Dickens? Dopo aver visto Spirited – Magia di Natale, il musical diretto da Sean Anders, la risposta è assolutamente – e sorprendentemente – sì.

 

Spirited – Magia di Natale, una rivisitazione intelligente

Rivisitando il capolavoro letterario in chiave moderna, adattandolo cioè non soltanto alla società contemporanea con le sue contraddizioni ma anche alle esigenze di un pubblico sempre più smaliziato, Spirited – Magia di Natale porta a compimento un’operazione che fonde con pienezza e coerenza classico e nuovo, creando una commistione che sprizza energia e vitalità da ogni fotogramma. A partire proprio dai numeri musicali e coreografici che rappresentano il meglio della confezione del film: già le prime due sequenze che presentano i rispettivi protagonisti – il fantasma del presente interpretato da Will Ferrell e lo Scrooge dei nostri giorni che invece ha volto e fisico di Ryan Reynolds – regalano al pubblico momenti che appartengono di diritto al miglior musical contemporaneo.

Uno spettacolo “sprecato” per lo streaming

La messa in scena è elegante nelle scenografie, moderna nei costumi, curata nella fotografia: una confezione che permette ad Anders di “liberare” la propria inventiva e costruire col montaggio uno spettacolo che appare quasi sprecato per lo schermo ridotto di un televisore o ancor peggio di un computer. Spirited è chiaramente stato ideato e realizzato senza alcun risparmio di inventiva o energia, sia a livello visivo che nella costruzione narrativa: ci troviamo infatti finalmente di fronte a un prodotto le cui continue trovate, capovolgimenti e sorprese non solo volti solamente all’intrattenimento vorticoso quanto piuttosto a creare una trama che permetta lo sviluppo preciso dei due personaggi principali.

Pur risultando un film che non ci spaventa definire scatenato, Spirited possiede una sua progressione narrativa ben precisa e soprattutto ci permette di scoprire scena dopo scena due psicologie che, magari non nuovissime, sono comunque dotate di un arco narrativo solido, coinvolgente. E pur trattandosi di un film che vuole portare al pubblico un messaggio positivo, quello di Anders non è assolutamente buonista, tutt’altro.

La novità della trasposizione cinematografica

La novità di questa trasposizione contemporanea sta nel raccontare che in fondo non si deve necessariamente cambiare in toto per risultare persone migliori. Anche accettando la propria natura, per quanto cinica, si può riuscire a vedere il lato migliore della vita. Un discorso affatto scontato e soprattutto sviluppato con intelligenza e una discreta dose di tatto.

E questo ci porta a scrivere di Ferrell e Reynolds, due interpreti per molto, forse troppo tempo abbiamo visto sprecare la loro innata simpatia andando incontro al facile consenso del pubblico. Per carità, in qualche occasione hanno entrambi azzeccato film di genere con un certo spessore e qualcosa da dire: ma chi non ci è riuscito a Hollywood? Ebbene, con Spirited – Magia di Natale fronteggiano il possibile preconcetto di chi scrive – perché, meglio ammetterlo, di questo potrebbe trattarsi… – offrendo due prove maiuscole, complete sotto ogni punto di vista: i due riempiono lo schermo grazie a un’alchimia impossibile da ignorare, si esibiscono in notevoli numeri musicali così come in scene di forza emotiva indubbia. Ad aiutarli un cast di supporto encomiabile, in cui dobbiamo citare la sempre efficace Octavia Spencer e una carismatica Sunita Mani. 

Lo spirito di Dickens viene rispettato e abbracciato

Realizzato per Apple TV +, Spirited è probabilmente il miglior musical americano dai tempi di The Greatest Showman. Lo spirito del romanzo di Charles Dickens viene abbracciato in pieno da questo lungometraggio, che lo trasporta nel nostro presente con una freschezza e una lucidità ammirevoli. Si affrontano tematiche piuttosto importanti nell’opera di Anders, arrivando a toccare sia i nervi scoperti del nostro tessuto sociale che il cuore del pubblico. Un prodotto impeccabile, che si rivela capace di soddisfare gli amanti del genere, coloro che semplicemente cercano svago e intrattenimento ma anche quella parte di pubblico desiderosa di qualcosa che sappia andare più in profondità e scaldare gli animi senza retorica. Speriamo che l’imminente stagione dei premi non si “dimentichi” di questo piccolo gioiello, in particolar modo di Will FerrellRyan Reynolds. Due attori verso i quali speriamo di aver fatto la dovuta ammenda con questo articolo…

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