Sully: recensione del film di Clint Eastwood con Tom Hanks

sully tom hanks

Torna al cinema, dopo il successo commerciale e di critica di American Sniper con Bradley Cooper, il decano del cinema, il solido Clint Eastwood che si affida a Tom Hanks per raccontare un altro eroe americano: il capitano Chesley Sullenberger, detto Sully, che nel 2009 fu artefice di quello che è diventato noto come il “Miracolo sull’Hudson”.

 

Sully – il Miracolo sull’Hudson

Il 15 Gennaio 2009, il capitano Sully, appena decollato dall’aeroporto di La Guardia, effettua un atterraggio di emergenza a seguito di un bird strike, ovvero uno scontro con uno stormo di uccelli che mette fuoriuso entrambi i motori dell’aereo di linea. Il sangue freddo, l’esperienza, l’intuito del capitano, unito alla perfetta assistenza del suo secondo, Jeff Skiles, e di tutto l’equipaggio, hanno permesso a Sully di far ammarare l’aereo nel centro delle gelide acque dell’Hudson, salvando la vita a tutte e 155 anime presenti sul volo. Il gesto eroico del capitano viene però contestato dalla compagnia assicurativa della compagnia di volo, che accusa Sully di eroismo ingiustificato, sostenendo che era possibile un ritorno in aeroporto o un atterraggio più sicuro su una pista in New Jersey.

Sully: eroe riluttante

Il racconto di Clint Eastwood si focalizza sulle testimonianze, sul processo, sui dubbi di un uomo integerrimo e preparato che sembra dubitare di se stesso nonostante una nazione intera lo elogia come grande eroe. Il racconto cinematografico di Eastwood si muove tra presente, fatto di camere d’albergo, incubi ricorrenti, interrogatori, corse nel freddo di New York e telefonate, con il passato recente, circoscritto alla cabina dell’aereo, in cui Sully e il suo secondo, interpretato da Aaron Eckhart, hanno preso le decisioni che hanno salvato la vita ai passeggeri.

sullyElogio all’eroe americano

E come, alla fine, sarà la variabile umana a fare la differenza, e a portare a casa le vite dei passeggeri, anche in Sully è il carisma, il talento, l’umanità di Tom Hanks a rappresentare il punto di fuoco intorno a cui Clint Eastwood costruisce il suo equilibrio. Basandosi su una trama estremamente esile, il regista premio Oscar riesce a costruire un racconto pieno di pathos, di emozione, che restituisce allo spettatore un grande coinvolgimento emotivo. Peccato per l’apologia nazionalista, il rimarcare un “americanesimo” che sembra ormai fuori dal tempo e un sogno americano che ha ormai fallito troppe volte per essere ancora sostenuto. Che è poi la stessa falla che si è riscontrata nel finale del pur riuscito American Sniper.

Tom Hanks è un Sully straordinario

Il buon vecchio Clint Eastwood però compie ugualmente un miracolo di regia, cadenzando i tempi, centellinando le emozioni, permettendo a Tom Hanks di risplendere nel ruolo di uno straordinario uomo comune, un uomo che fa bene il suo lavoro, come lui stesso non faceva ormai da tanto tempo.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
sully-recensioneIl buon vecchio Clint però compie ugualmente un miracolo di regia, cadenzando i tempi, centellinando le emozioni, permettendo a Tom Hanks di risplendere nel ruolo di uno straordinario uomo comune, un uomo che fa bene il suo lavoro, come lui stesso non faceva ormai da tanto tempo.